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Sara Vecchi mette in dieci canzoni l'amore per le proprie passioni

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Una playlist esclusiva tra amore e bellezza creata dalla beauty influencer: "L’amore e i sentimenti sono il motore della vita", aggiunge prima li liberare la musica

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TIROMANCINO - “La descrizione di un attimo”: Quando incontri per caso la tua anima gemella, è un battito d’ali di farfalla nella pancia che questo pezzo racconta benissimo. È stata la colonna sonora del mio primo grande amore e, come un madeleine proustiana, sa sempre riaprire il cassetto di certo ricordi come il primo

bacio.

NICCOLÓ FABI - “Costruire”: L’amore non è un’esplosione di un vulcano ma un fiume che cresce man mano che scende a valle e Fabi lo spiega con parole uniche. Non avrei mai immaginato di diventare quel che sono quando avevo vent’anni e non so immagine cosa diventerò tra altri venti. Ma in mezzo metterò mattone su mattone.

CESARE CREMONINI - “Latin lover”: Poi arriva la sensualità a giocare i suoi trucchi come un velo di mascara che dona allo sguardo una profondità mai vista prima. Ogni ragazza almeno una volta è stata inebriata dal profumo di un latin lover che l’ha sedotta e abbandonata. Serve anche quello è serve tenerlo per sempre a mente.

ALEX BRITTI - “7mila caffè”: Il sesso è l’apice, il Big Bang, l’adrenalina della caffeina di una canzone per me da sempre erotica. Perché certi tabù non possono esistere tra due persone che si amano e che devono esplorare i loro corpi e il loro piacere dove la Stella Polare li porta. Il cielo è nero, noi siamo luce.

NEGRAMARO - “Mentre tutto scorre”: Una botta nello stomaco questo brano rock che metto ogni volta che voglio lasciarmi trasportare, come l’amore fa quando è vissuto insieme. È come io vedo la bellezza che ti devo arrivare addosso come una guerra, come un urlo, come un’invasione di fuori dal cielo. Io sono leggenda quando sono bella e sono bella quando ballo.

MIA MARTINI - “Gli uomini”: Voce unica per un gioiello della musica italiana che mi strappa le lacrime dei ricordi di storie infrante. Rappresenta la mia infanzia, un padre e un uomo che tocca ogni bambina e una canzone che suonava sempre nella cucina di casa mia mentre si cuoceva a fuoco lento il sugo e io disegnavo con le matite colorate sul diario.

LAURA PAUSINI - “Cinque giorni”: L’originale è di Zarrillo ma adoro questa versione cantata con dolore dalla Pausini. È l’apice del distacco. Sono stata male, molto, e non voglio dimenticarlo. La nebbia sale agli irti colli ma io non le lascio coprire quel giorno di tanti anni fa che mi ha fatto cambiare testa e cuore. Con queste note.

BUSSOLETTI - “Reboot”: E arriva il ritorno, quel ritorno che la musica raramente racconta con la forza visiva di questo brano che metto in cuffia quando chiedo nuove albe a me stessa. È la colonna sonora dei miei lunedì lavorativi, la carica che mi do per trovare la gioia di portare avanti una passione che mi dà da vivere ma anche fatica e stress come ogni attività professionale fa. Spengo e riaccendo e ricomincio a

sorridere come quando le sopracciglia le facevo alle mie amiche.

BLANCO - “Finché non mi seppelliscono”: Lui parla d’amore ma io penso alla vita. È il mio motto la mia ragione di movimento. Non mi arrendo, non mi scoraggio, non mi smonto, non cedo. Io non vedo la resa fino a quando posso vedere. Forse un giorno diventerà un tatuaggio, o forse lo diventerò io, ma nel frattempo “anche con un ergastolo” io porterò avanti il mio piano.

MASSIMO DI CATALDO - “Se adesso te ne vai”: Ce l’avevo in cassetta e l’ho consumata con l’insensata insistenza di un’adolescente e poi, mille anni dopo, mi sono ritrovata con lui in una giuria di un concorso e ho capito che la vita è bellissima perché ti stupisce sempre.