Impegno e disillusione, divertimento e preoccupazione...su un palco popolato da frammenti del loro viaggio umano e artistico Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina ci aiutano a vivere. LA RECENSIONE
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Le luci si affievoliscono e la gente trattiene il respiro. Entra prima Dario poi appare, nel senso che è proprio una apparizione, Veronica e insieme danno il via alla festa con Woow e Religiosamente. L'Estragon di Bologna è sold out nonostante ci si ostini a non voler mettere una indicazione stradale, chi non conosce il posto va per tentativi e il navigartore conduce in una landa desolata. Comune di Bologna, puoi fare qualcosa? Torniamo al party de La Rappresentante di Lista nella città felsinea. C'è un piano bianco con scritto alluner mentre il rosso è dominante come luci. Con grande genialità la scenografia è fatta da frammenti di...scenografia dei tour precedenti, un viaggio su due binari, uno che la storia de LRDL la porta avanti e l'altro che la smantella. Dopo una Sarà gitana anticipato dal rumore di un temporale si palesa Questo corpo: Veronica suona la fisarmonica in canotta e slip bianchi, Dario si siede al piano e "scuote" la melodia. Poi Veronica scompare un attimo e l’atmosfera si fa rock con la band al completo. Un testo di una potenza e un coraggio violenti. Il rave è sul palco ma in numero legale per non sollecitare i pruriti di certi politici. Veronica sventola la bandiera rossa urlando Resistere: voglio provare a resistere la mia natura è resistere non mi importa di perdere la mia natura è resistere. Un inno senza regole perché la mia natura è resistere quello che mi serve adesso è vivere. Il punk è qui è la rabbia di Dario ne è la conferma. Mi soffermo sulle scenografie, sui pezzi di palchi passati che raccontare chi siamo e chi siamo stati: "E' molto emozionante per noi -dicono- questa è una festa, è un momento per celebrare le cose che ci rendono felici in un epoca in cui dobbiamo aggrapparci. E per condividerlo cantiamo insieme Amare". Che bello amare senza avere tanto. Vorrei essere tutto vorrei essere niente nella strada infinita è rimanda a Luigi Renco per la sua melanconica allegria. Diva decolla con Dario e la sua chitarra in piedi sul piano. Quando Veronica chiede quante dive ci sono stasera è un plebiscito per alzata di mano. Percepisco note di Grease con You’re the one that I want. Oh Pa Oh Ma e l'invocazione di pietà che custodisce porta in piedi sul piano Veronica, che accende la notte, bianca come una Lili Marlene senza peccato. Ma forse nel finale è più una moderna Salomè.
"È il mio momento", dice Dario che chiede il supporto del pubblico. Vuole il buio per avviare Fragile e sembra di entrare nell’atmosfera cupa di Babylon Berlin. Per chi non ha avuto il privilegio di vedere live The Damned o The Stranglers attraverso LRDL può respirare quel periodo e quell'attitudine. Cosa farò parte in formazione ska (ricordate i Madness?) con uno swing degno della più intima New Orleans, anse di Mississippi a Bologna. Dario crooner emoziona anche se, a pensarci, è inquietante il pensiero di Cosa farò…di questi tempi. Arriva V.G.G.G. e Veronica canta con una intonazione che sembra il coro delle mondine o l'urlo ribelle di cos'è cos'è che fa andare la filanda: dentro la mia testa non mi legheranno mai io quello che faccio in faccia a tutti voi. Ciao ciao è il trionfo. È la canzone che li ha illuminati, è vero, ma è in primis un inno alla vita. Il palco è tutto un lucore per la presentazione della band. Sembra di essere in una Las Vegas padana. Un silenzio lungo un respiro e rientra Dario e parte in stile dj set (che per altro sta arrivando) con Veronica raggomitolata nell’acquario dell’amore. Ma lei è più forte dell’amore e del dolore. Le sonorità sono floydiane: tanto lo sappiamo che basta sperare. Quanta inquietudine in Mai Mamma che trasmette i sogni di una vera lotta. "Quello che accade nel backstage dopo il concerto facciamo sul palco" urla Veronica e scatta il dj set. Mister Giorgio Moroder ti va di venire a dare una occhiata quanto sono bravi questi ragazzi? Per chi sta in retrovia sono le ragazze del merchandising e del bar a dettare il ritmo. Boato per il tributo a Donatella Rettore…dammi una lametta che mi taglio le vene! Un’isola è delicata solo nell’intonazione perché testualmente ha l’irruenza e la solitudine di quella di pietra di José Saramago. Il ritmo non riaccende l’allegria su quel palco buio e vuoto visto che l’atto finale è tra il pubblico. Ma a questo punto è relativo perché quel che conta è resistere!
LA SCALETTA
Woow
Religiosamente
Sarà
Guarda
Questo corpo
Resistere
Amare
Diva
Oh Ma oh Pa
Fragile
Cosa Farò
V.G.G.G.
Ciao Ciao
Alieno
Mai Mamma
DJ Set
Un'Isola