La giovane rapper promessa del panorama urban italiano tutto al femminile nel nuovo singolo racconta un rapporto romantico e allo stesso tempo tormentato. L'INTERVISTA
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Si intitola Matador (Epic Records/Sony Music Italy) il nuovo singolo di Lokita,
la giovane rapper promessa del panorama urban italiano tutto al femminile. Prodotto da Drillionaire, è il racconto di un rapporto romantico e allo stesso tempo tormentato, una relazione in cui il rincorrersi somiglia allo svolgimento di una passionale corrida. Il brano rappresenta una riflessione sul compromesso necessario per farsi valere senza lasciarsi sminuire, nonostante il profondo legame tra due
personalità che si desiderano. Ancora una volta, con la passione che la contraddistingue, il messaggio di Lokita è chiaro: solo noi stessi, alla fine, possiamo salvarci. Con Matador, Fulvia Bruzzese, questo il vero nome, dà nuova prova della sua potenza vocale, che accompagnata ad un flow più avvolgente, fa scorrere in maniera
naturale l’incastro di barre in lingue diverse.
Fulvia partiamo dalla scelta di Matador come singolo in questo momento.
L'idea è stata creare un collegamento tra la fine dell’estate e le storie d’amore che nascono in quel periodo sembrando eterne ma quando giunge l'inverno, il freddo e la quotidianità ci riportano alla realtà e si spengono. Ho sviluppato i punti d’incontro di chi vive questa situazione.
Ho notato che tutti i tuoi brani, almeno quelli sul canale youtube, hanno titoli di una sola parola: ti piace la capacità di sintesi?
Mia madre dice che mi ha dato tati doni ma non la sintesi. Finora ho voluto identificare un concetto chiave per tutto il brano. E poi c'è quel sottofondo di mistero che amplia il ventaglio di interpretazioni sull'ascolto.
Cattive intenzioni ma io mi sono tenere a bada: riesci a gestire i sentimenti razionalmente?
Più una situazione è lontana e più è facile esserlo. Sono una terrona iperprotettiva, non sono razionale quando si parla di persona care, lì registro il picco verso il basso.
Che sensazione fa, anche se è solo un video, tenere in mano un telefono di bachelite?
A me fa strano che per la tua generazione sia peculiare. Da piccola ero estasiata da quel telefono che avevo in casa, c'è rimasto fino ai miei 14 anni poi è arrivato il cordless. Comunque ero a mio agio.
Round#1 ha un testo molto crudo: cosa resta oggi di quella Fulvia? E non credi che molto spesso le grandi città siano avvolte dalla stessa ignoranza di un piccolo paesino?
Essere stata dalla parte di chi viene guardato con sospetto mi ha fatto capire che è spiacevole ricevere certi sguardi. Sono per il non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Ho imparato l'empatia e sviluppato la necessità di rivincita. Impari a essere combattivo.
Lokita è nata in quel periodo? C’è stato un momento esatto in cui la hai vista arrivare?
Era molto forte, era il più efficace luogo di rifugio quando la realtà mi faceva sentire non legittimata ad avere uno spazio. Immaginare tramite lei un futuro che dando voce a una parte di me mi garantiva una rivincita la rendeva sempre più preminente nei mie pensieri. Ho fatto scelte in funzione sua, ad esempio ho studiato economia e lingue così se mi fanno una intervista in tedesco so cavarmela.
Mi ha colpito la citazione di Primo Carnera, lontanissimo dalla tua generazione. Sai che a volte combatteva con una mano legata tanto era più forte dell’avversario? Ti senti così?
Non sempre riesco a trarre forza da dentro di me, a volte devo proprio ricostruirmi da dentro. Nel Round# offro più voce a un approccio più crudo e utilizzo meno le estensione vocali ma lì lo scopo era far arrivare il messaggio con coerenza. Mi padre mi ha sempre detto: se sai contarare fino 10 dì che sai contare fino a 9 se poi arrivi a 10 meglio e se giungi a 11 stupisci.
I margini che spingi un po’ più in là in Fahrenheit oggi dove sono?
Non pensavo di riuscire a ribaltare completamente la mia routine. Ho spostato i margini della figlia di contadini in un ambiente dove non esisteva la consapevolezza di poter arrivare in certi ambienti. Anche solo arrivara a questa reltà così lontana significa avere molto spostato il margine. Pensa che ho girato il video di Matador a pochi metri dal mio vecchio ufficio: è stato disorientante ma anche una rivincita.
In Labirinto la tua immagine è riflessa su uno specchio rotto: sei superstiziosa?
Non sono superstiziosa ma credo nel karma. Comunque non lo ho rotto io quello specchio.
Il video di Fiamme inizia con te che bruci una fotografia: i ricordi vanno gestiti oppure vanno bruciati e dimenticati?
Ci compongono. Noi siamo il puzzle dei nostri ricordi. Anche di quelli brutti.
Quando è l’ultima volta che hai ricevuto tre rose rosse e non le hai bruciate?
Di recente, in occassione dell'anniversario di matrimonio dei miei. Mia madre le ha condivise con me.
E’ stato complicato il video di Wild Thoughts Remix, l’unico dove hai lo stesso outfit dall’inizio alla fine quando cambi non meno di tre abiti per ogni video?
Prima di Fahrenheit era tutto abbastanza autogestito anche se credevamo in quello che stavamo facendo per quanto casereccio, il risultato era frutto di collaborazione. Da quando c'è Sony è diverso.
Come è il tuo guardaroba? Ordinato o disordinato? Quale il capo che occupa più spazio?
Ordinatissimo, quasi a livello maniacale. Tutto piegato allo stesso modo. Indosso spesso magliettoni da uomo che tengo piegati in fila perfetta. Le tute vincono su tutto.
Deja Vù è un video in bianco e nero…come look. Oggi prevale la Lokita angelica o quella demoniaca?
Sto cercando di equilibrare le parti. Il format del Round# va incontro a questa necessità. Gli altri brani sono più melodici, #Round mostra la parte più cruda e arrabbiata di me.
Alla fine di questa intervista possiamo affermare che sempre e comunque sei tu il Matador?
In realtà sì. Comunque ammettere i propri errori è la chiave per sapersi correggere e non dare ad altri la possibilità di fartelo notare.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Arriverà un contenuto live a breve. L'obiettivo proseguire con #Round dunque penso a un brano con video.