Johann Sebastian Punk: "Invoco Il Rinascimento di una generazione perduta"

Musica

Fabrizio Basso

Credit Francesco Algeri

Tra gli ospiti dell’EP ci sono Enrico Gabrielli (Calibro 35), Daniel Plentz (Selton), Roberto Dragonetti (Nic Cester, Ghemon, Calcutta) e Carmelo Patti. L'INTERVISTA

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Interamente concepito da Johann Sebastian Punk, all'anagrafe Massimiliano Raffa, che ha scritto e composto tutte le canzoni, e da Matteo Cantaluppi che lo affianca alla produzione, Rinascimento EP vuole scombinare le carte in tavola alla musica italiana, sorprendendo il suo ascoltatore con il suono e con le parole. A partire dal titolo: Rinascimento inteso come trasformazione radicale, celebrazione del vitalismo della natura, ricerca dell’armonia delle forme e di una dimensione sinergica in cui l’uomo si ricompone con l’universo? Niente di tutto questo perché viviamo tempi da incubo, in una distopia confusasi con la realtà che richiede nuove categorie estetiche, nuovi canoni di bellezza. Rinascimento EP parla di questo. E non solo.

Rinascimento come rivoluzione, come movimento verso il bello che ci salverà: è questo il messaggio del tuo nuovo lavoro?

In parte è questo, non è solo uno spunto personale ma anche un invito all’esterno. Parlo di un rinascimento che il mondo culturale italiano deve sperimentare, cui la politica deve dare delle risposte. Ma rilevo pure che la risposta del mondo culturale è debole per il periodo.
Ti senti davvero parte di una generazione perduta? Figlio di una generazione che non ha mantenuto le promesse e papà di una generazione che sta riscoprendo il valore della piazza?
Ho un rapporto conflittuale con la mia generazione. La mia scarsa integrazione mi ha permesso uno sguardo distaccato rispetto al modo in cui gli altri reagiscono al mondo esterno. Io osservo. La mia è una generazione perduta non solo per colpa delle genarazioni precedenti ma anche colpe proprie.
In un’epoca di poche e povere idee… chi è "la ragazza che si perde nell’idea"?
È una ragazza di vent’anni come tante che ho incontrato in questo mondo col quale non si riesce a fare i conti. Fu diverso per i baby boomer che hanno potuto sognare. Oggi non si sogna, le prospettive sono più grigie. I baby boomer potevano sperare in discontinuità culturali mentre oggi si aderisce al conformismo se no si è tagliati fuori dal mercato.
Chi sono Cinzia e Catia?
Due sessantenni che rinuciano al loro ruolo di signore che si avviano alla terza età e sperimentano di tornare nel passato per vivere una vita libera dalle costrizioni del pensare comune, vanno in discoteca e a letto con i ventenni.
Credi che la parola senza andrebbe tolta dal vocabolario?
È molto comoda metricamente anche se offre poche rime. In inglese non dici without ma no. Significa privazione e non ne abbiamo bisogno poiché di regole ne abbiamo fin troppe. Musica e cultura ci hanno illuso di averci liberato dalla regole, in realtà si è standardizzata la formula; anche la quotidianità è piegata alle privazioni di... senza.
Quando "passeranno questi tempi senza senso" che umanità troveremo ad aspettarci?
Acrobazia non nasce nella pandemia, è stata scritta prima e i tempi senza senso c’erano anche prima: quando passeranno saremo solo peggiori. Il brano parla di un uomo che sta per tentare il suicidio, quella è l’estrema acrobazia. È un falso ottimismo non c’è una visione rosea sul futuro, potrebbe riferirsi alla via dopo la morte, che per me ateo e razionalista non esiste.
"Tu continui a preferire ciao", ma è una parola abbastanza desueta come buongiorno, come stai… è il risultato della costante ricerca della celebrità?
Non è una critica alle buone maniere piccolo borghesi, qui parlo del culto del fisico perfetto. La politica non costruisce i sogni ma le cosette grigie. I problemi sembrano stare nella forma. Sono un fanatico della buona educazione e certe realtà contemporanee mi mettono a disagio.
Che differenza c’è tra il tuo nascere che è una scusa per spogliarsi in pubblico e il male di vivere di Eugenio Montale? Entrambi affrontate l’inconveniente di essere nato.
L'inconveniente di essere nato è il titolo di un lbro di aforismi di Emil Cioran che ho consumato nella mia formazione pessimista e nichilista. È quasi un testo antropologico, va all’origine pre-culturale dell’uomo, nasciamo liberi è vero ma poi non sappiamo più esserlo a partire dalla necessità di avere una madre madre. C’è una libertà illusoria che si risolve nel fatto che delle catene cui siamo costretti alla fine non possiamo farne a meno.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Qualche cosa accadrà, non dipende da me per i live. Sono felice di fare concerti e stare in mezzo al pubblico. Ci sarà un live a Milano e stiamo ragionando per farne altri.

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