Deda sorprende con House Party: "Sono un incosciente coraggioso"

Musica

Fabrizio Basso

Credit Enrico Rassu

Una vera e propria leggenda, protagonista assoluto con i Sangue Misto della prima stagione del rap italiano. Oggi torna con un producer album e tanti ospiti. L'INTERVISTA

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House Party
è in primis musiche originali, interamente composte e suonate in studio, in cui Deda ha messo a frutto tutte le esperienze fatte nell’ultimo decennio, ritornando a produrre per il rap e il soul. L’album, pubblicato da Virgin Records/Universal Music Italia, contiene dieci brani inediti che vedono le collaborazioni con il meglio della scena hip-hop soul e urban in Italia come Frah Quintale in La Calma pt2Jake La Furia, Emis Killa & Gemitaiz in Kim Jong, Ensi in Voilà  Coma_Cose in ChangeSalmo in Più forte, Davide Shorty in PuroGhemon & Frank Siciliano in DesideriDanno, Sean Martin, Inoki & Mistaman in Rock the HouseAl Castellana in Non sei tu.

Andrea partiamo dalla storia di House Party e di come lo hai pensato e hai scelto le collaborazioni. Inoltre il tuo percorso e quello del resto della scena dove si sono dati appuntamento?

Abbiamo fissato l'appuntamento circa nel 2018, da un lato c'era la musica che non era solo la rap ma anche l'urban, perdonami per questo termine ma almeno non indico tutti i sottogeneri, che si era evoluto e alle mie orecchie aveva abbattuto una serie di paletti stilicisti mentre prima era meno interessante. Da anni ho iniziato a produrre in un modo adatto a questo cambiamento. Il primo esperimento è stato con Frah Quinale direi due, tre anni fa, e la canzone è nata spontanea e veloce.
La sensazione è di un album che è la summa di quanto hai fatto finora: una barra dice ho fatto mille esprimenti con gli stili. Si chiama coraggio: ti senti un coraggioso?
Mi sento più incosciente che può anche significare coraggioso. Ho sempre cercato di non pensare troppo alle scelte musicali assecondando le mie passioni anche con sterzate un po’ brusche. Ma ci sono abituato.
Cosa resta oggi di quello che tu chiami rap da battaglia? Ed esiste ancora il rap in Italia?
Esiste eccome e intendo quello che nasce nelle jam, quello che a volte privilegia la forma sul contenuto anche se poi non è del tutto vero. Mi piace quello immediato che sconfina nel freestyle.
Se non erro i più giovane dei tuoi compagni di viaggio rapper sono Emis Killa e Frah Quintale, che è comunque del 1989. Dopo il nulla?
C’è tantissimo, il rap continua a evolvere e fare nascere talenti forti. In questo ritorno volevo ospiti che avessero a che fare con me, per esperienze e stima reciproca. Una questione di affinità.
Visto il percorso artistico di Neffa ti è mai venuta voglia di provare qualcosa di simile?
In un certo senso Jatzuma lo è perché entrambi ci siamo allontanati da quello che facevamo prima. Lui si è spostato verso la parte vocale e di scrittura, io mi esprimo con la produzione musicale, contaminando funk, disco, soul, house, cultura del clubbing e dei deejay.
Le produzioni come sono state pensate? Mirate per ogni singolo artista oppure tu hai studiato una tua linea guida e chi hai invitato si è appoggiato a te?
Ho pensato a produzioni per chi ci cantava sopra. Ma anche che ognuna rappresentasse il mio mondo, insomma un incontrarsi a metà strada. Un produttore deve pensare per due.
Siamo in mano a Kim-Jong?
Quando ti affidi a ospiti ti affidi alla loro sensibilità, è un pezzo da battaglia scritto da Emis Killa, può essere controverso come immagine ma il rap è anche questo.
Come sta oggi Katzuma?
È un progetto vivo. In alcuni momenti lo ho accantonato per dedicarmi ad altro. Anni fa in un disco sono uscito come Oké che è un altro mondo ancora. Comunque bisogna evolvere e divertirsi quindi è strategico non ripetersi.
So che non scrivi barre rap ma ti piace comunque scrivere e non solo canzoni: pensi ogni tanto a un romanzo? Non necessariamente autobiografico.
Il romanzo nel cassetto c’è ma lo reputo un progetto troppo ambizioso per le mie capacità. Mi piace anche leggere. Se uscirà sarà un romanzo di 300 milioni di pagine dunque molto distante dagli stilemi odierni.
Sono passati oltre 30 anni dall’Isola Posse All Stars: cosa rimane di quel periodo?
Una vita fa… a volte mi rivedo come una persona che nel frattempo ha vissuto tante altre cose e sono totalmente cambiato. Ma resta un background che ogni tanto torna, anche solo per raccontarlo. Magari lo condividi con gente che c’era a quei tempi e mi è familiare.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Con un album con così tanti ospiti la componente live ne risente. Preparerò un set mio, studiato appositamente per raccontare l'album.

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