Al Verde canta i soliti errori nei quali si ricade in Falso: il video

Musica

Il brano è la descrizione di un momento effimero, dopo tanto tempo passato a rimuginare su ciò che è finito

IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA

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Il suono e l’immagine sono due fattori che hanno sempre condizionato la mia vita: hanno trovato anni fa una risposta che è quella della regia cinematografica. Il videoclip di Falso è la fusione di queste due arti e per me una grande possibilità di tenere le redini di entrambe. Le mie canzoni sono fra il nostalgico e l’ironico, fra la sagacia e la malinconia. Questo brano nasce nel febbraio 2022, dopo aver ascoltato una bozza di Kuoni, il producer: la melodia è nata quasi subito, accompagnata da alcune immagini a cui volevo dare voce in versi, come il rossetto sulle sigarette, i jeans strappati, il giubbotto di ecopelle. Un’altra delle immagini d’impatto è quella delle freccette e del bersaglio. Anche la struttura del ritornello è nata in maniera spontanea: l’idea di aprire con la parola Falso e di mantenerla come risposta è venuta insieme l’ironia di chi viene contraddetto una volta terminato un discorso. A volte ci piace ricadere in vecchi errori: per piccoli momenti di felicità, grandi abissi di depressione. Le relazioni dannose sono così, non ne puoi fare a meno e ti lasci tentare da qualcosa che non è vero. È la descrizione di un momento effimero, dopo tanto tempo passato a rimuginare su ciò che è finito. Facile parlare per gli altri, difficile mettere in pratica i loro consigli.

Da questo ribollire di sonorità R&B e chill pop, da queste immagini che avevo in mente, nasce lo scenario del videoclip della canzone. Curare la regia dei propri videoclip non è mai facile ma l’ho sempre fatto: la prima persona a cui ho parlato del soggetto del video è stata Luca La Vopa, caro amico e grande regista. Ha curato lui la fotografia e insieme abbiamo studiato un mood coerente con l’archetipo strutturale che incarno e che mi piace inquadrare. Ne è venuto fuori un racconto nel mondo

neon metropolitano, in cui due anime si incontrano per caso e il loro destino si intreccia. Intro e outro coincidono, rispettando a pieno la ringkomposition: nel finale si spiegheranno le immagini di una scena del crimine confusa e che mi vede come vittima. La fotografia si nutre di un linguaggio moderno e filmico, fatto di flare blu-magenta e nel contesto ubrano anche di venature fluo, che danno una forte identità visiva al tutto. Fra i vari indizi iniziali etichettati dalla polizia scientifica, anche una parrucca, enigma e simbolo di quanto possa essere accaduto nella stanza dove pare essere avvenuto l’omicidio. La protagonista di questo video è un po’ fata, un po’ demone, a primo impatto delicata e incapace di fare del male. Cercavo un’entità

leggera, dallo sguardo magnetico e che non facesse capire dove avrebbe portato la narrazione: così ho scelto Francesca Coppa. Credo che le sonorità e le immagini di stampo quasi estero creino un microcosmo che restituisce una forte identità comunicativa e di impatto. È una metafora di come i rapporti tossici possano ferirci mortalmente, senza ucciderci. Dopo questo, seguiranno altri brani: è pronto il mio primo album.

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