Il titolo del nuovo album di Cesare Rampoldi, con la complicità di Gianni Maroccolo, fa riferimento a Māyā, termine sanscrito che significa appunto illusione e indica lo strato superficiale e ingannevole che ricopre la vera essenza delle cose. L'INTERVISTA
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Sentirsi fuori dal mondo non significa essere sfasati ma significa essere oltre. Significa essere consci che dietro l'orizzonte della vita c'è una Atlantide pronta ad accoglierti. Si libra verso gli spazi siderali il pensiero di Cesare Rampoldi, in arte Edda, che pubblica un nuovo album, Illusion, dove la vita si interseca con le citazioni e la vita che verrà.
Stefano partiamo dalla storia dell’album e da come è stato costruito. Mi hanno incuriosito anche i testi scritti come racconti brevi.
Non c’è la rima baciata lo so, sono stato bravo. Io scrivo in stato di trance… mi viene una melodia, prendo la chitarra e parto direttamente dall’italiano, e non più da un inglese basico come accadeva una volta, e mi vengono fuori parole che devono seguire le emozioni che mi suggerisce la melodia. Quando mi chiamò Gianni Maroccolo a parte Lia e La Croce Viva, per me le più belle, c’erano già tutte.
Il titolo Illusion si presta a più interpretazioni: per te, anche in base all’etimo sanscrito, è lo stato ingannevole che ricopre l’essenza delle cose. Ma ti sei domandato cosa sarebbe la vita senza illusioni? Sarebbe più triste, io credo… avrebbe meno poesia.
Sono contento di illudermi, una volta mi drogavo anche. La cosa più è finta meglio ci sto. Fondamentalmente mi illudo di pensare che qua è tutto sbagliato ed esiste un mondo migliore. Non riesco a farmi apprezzare, a fare felice me stesso e gli altri, è un fallimento questa puntata di vita e mi nascondo nell’illusione che ne esista una più consona al mio modo di essere e che mi porta a distaccarmi e non credere nei valori dell’amore e della società come li interpretiamo oggi; mi porta a ragionare in un’altra maniera. Questa sensazione la ho conosciuta a 20 anni. Ora faccio più fatica a riconoscermi e dare apporto a questa società: non voglio fare del male alla società e non voglio che me ne faccia. Non accolgono quello che faccio e dunque vivo un mondo dove sensazioni ed emozioni sono a livello di archetipo. Non ho vissuto bene questa vita ma credo che ce ne sarà un’altra e mi sto preparando per rinascere bene.
Tutti noi siamo naviganti che si uccidono di noia e di perdono: c’è un incantesimo, una fatagione come la chiami tu, e anche l’Ariosto, per essere noi stessi? O saremo sempre vittime di inganni con invito?
Mi faccio paura con questi testi… siamo dei rubatori. Forse l'idea la ho presa da D’Annunzio che la ha fregata all'Ariosto. Saremo sempre vittime, non voglio farmi amare per forza dice Dio, volete mettervi al posto mio, provateci. A essere un po’ più buoni Dio ci da una mano.
Chi è oggi Alibaba?
È un ragazzo che capisce di essere rifiutato dalla famiglia perché vuole sposare Alibaba. Il testo parla di omosessualità ma sfocia in una ipotetica idea di uccidere le convenzioni della famiglia. Il messaggio è accettiamoci.
Sei orgoglioso di avere ridato dignità al gelato al cioccolato, dopo quello un po’ dolce e un po’ salato che ci tormenta da anni?
Ho citato anche Cristiano Malgioglio, che è tra gli autori, e Pupo. Ora lo mangiamo più serenamente: se è buono perché negarcelo?
Perché oltre all’illusione ci vuoi negare anche l’incanto? E oggi per cosa hai il cuore in gola?
Siamo fatti di emozioni, dal calcio alla regina che muore. Le cose prima di capirle le sento nella pancia. L’incanto è raggiungere l’emozione pura, voglio il vero, al cinema voglio l’incanto. Qui vive la verità.
L’ignoranza è sempre beata?
Mi considero un grande ignorante. Senti persone che parlano e parlano e poi ti domandi che dicono? Non sostengo i pecoroni ma neanche l’ostentazione. L’ignoranza va coltivata. Gabriele D’Annunzio era colto ma per vivere volava e rischiava la morte dicendo è meglio morire con la pancia piena di petto di pollo. Il massimo dell’ignoranza è buttare via la vita, non afferrarne la felicità.
In Trema canti che sarà il destino a scegliere: nella vita sei fatalista o realista?
Sono realista. Il destino lo costruiamo noi. Fai un tamponamento con l'auto e ti dici che se non fossi uscito non sarebbe successo senza calcolare che magari stando a casa ti cadeva un lampadario in testa, insomma sarebbe comunque accaduto qualcosa. Devi tornare sulla giusta rotta: perché prendeterla col postino che ti porta la cartella di equitalia? Paga le tasse e la cartella non arriverà più.
In Carlo Magno c’è una citazione di Giuni Russo. Che storia ha questo brano?
Alessandro Barbero ci ha scritto un libro. Mi piace ascoltare la vita delle persone importanti viste dalla mia vita miserrima. A 25 anni era già il re dei Franchi e io neanche avevo finito l’università alla stessa età. Parlo un po' di mia sorella alla quale piacevano i ragazzi belli e quando provava dei rifiuti io ci restavo male.
Gurudeva spinge verso la meditazione trascendentale, credo significhi maestro divino e viene dal sanscrito. Come l’etimo di Illusion. È un idioma che ti affascina e hai studiato? Cosa ha di speciale?
È la lingua in cui sono scritti molti dei libri che ho letto negli ultimi 40 anni. È la lingua che ti parla del mondo spirituale: se tornerai in quel mondo si parla quella lingua, è pazzesca, una parola ha più significati. Molti testi sono criptati da una lingua di super adepti. È la lingua dei pianeti superiori.
Se tu fossi Eva a chi offriresti oggi una mela?
A una donna. Ne sono affascinato. A volte vorrei essere una donna. Anima, intelligenza sono al femminile. Non mi piaccono i machi, non capisco perché una donna dovrebbe andarci. L’uomo bello è efebico.
Che effetto fa nella stagione di Tinder e del sexting, dell’amore sui social… cantare giochiamo al dottore?
Era il massimo della trasgressione, capivi che andavi su un terreno minato. Ricordo un qualcosa con una mia cugina che avevo quattro anni. Il sesso è una energia divina.
Mirai è miracolo e anche qui siamo nel sanscrito: quale è l’ultimo miracolo terreno cui hai assistito?
È stata la discesa nel 1965 di questo uomo che si chiamava Srila Prabhupada e che a 70 anni è partito da Calcutta per New York: era nato nel 1896 e ha fatto un miracolo. È il santo del ventesimo secolo per la sua visione diversa della realtà.
La Francesca di Brown è la stessa di Lucio Battisti? Anche una rotonda sul mare sembra una citazione. Alla fine di questo viaggio davvero vuoi smettere di remare?
Battisti e Bongusto, hai colto tutte le citazioni. Continuo perché non si può smettere ma remo in un’altra direzione.
Nel 2023 c’è un compleanno importante, saranno 60: pensi a una grande festa con te sul palco?
Sarebbe bello, intanto porto in giro questo disco. Sono 10 anni che ho preso questa strada dopo averne buttato via 50.
Che accadrà invece nelle prossime settimane?
Sto provando per il tour per ora da solo, a ottobre vado a Milano col gruppo e spero in un po' di date invernali e poi di farne molto nel periodo estivo.