DOMi & JD Beck, eleganza ed energia per il loro primo concerto in Italia, a Jazz:Re:Found

Musica

Valentina Clemente

Nessun cantante ospite, nessuna sorpresa dell’ultimo minuto. Al centro della scena e dell’attenzione dei presenti arrivati da più parti d’Italia e d’Europa a questa nuova edizione di Jazz:Re:Found (tra i presenti si sentivano anche dialoghi in tedesco e in perfetto British English), solo la loro musica. I suoni del loro album di debutto, “NOT TiGHT” e dei loro strumenti. Perché DOMi & JD Beck parlano attraverso le loro melodie. Siamo stati al loro primo concerto in Italia, ecco il nostro racconto

 

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Cella Monte è un paese di circa cinquecento abitanti in provincia di Alessandria, nelle colline Unesco del Monferrato. Una piccola realtà, ma solo in apparenza, che di fatto è uno scrigno pieno di sorprese. Una di queste – ma è pur vero: è stata una piacevole sorpresa solo per me, visto che la prima edizione risale al 2008 – è Jazz:Re:Found, festival che nelle sue 13 edizioni (quella del 2020 è saltata a causa della pandemia) ha accolto e visto esibirsi alcuni degli artisti più incredibili degli ultimi anni. E anche quest’anno la sua essenza di realtà piena di contaminazioni non è stata smentita. Solo nell’ultima serata, sul palco principale, si sono esibiti Louie Vega, Domi & JD Beck e Casino Royale (e questo è solo un assaggio degli artisti che hanno arricchito il festival). Realtà e musicisti così diversi, solo in apparenza, ma che sottolineano ancor di più la lungimiranza di questa realtà. La scommessa, vinta, però è il duo franco-statunitense Domi & JD Beck, che a luglio ha pubblicato il primo album con la casa discografica di Anderson .Paak. A Cella Monte è il loro primo concerto in Italia, ma non deludono le aspettative.

Il primo concerto, la musica del primo album 

Forse non ancora abituati a confrontarsi con un pubblico, o forse perché non ne sentono la necessità, Domi & JD Beck arrivano sul palco e si mettono subito a suonare, senza lasciarsi andare a qualche dialogo iniziale. Entrano, si siedono e parte la loro musica. E il pubblico impazzisce. Incredibile come due musicisti così giovani (insieme hanno 41 anni) riescano ad essere conosciuti e riconosciuti subito, nonostante anche la loro carriera artistica ancora in divenire. Rotto il ghiaccio, JD Beck, batterista di Dallas, annuncia il titolo della canzone successiva, ovvero “Smile”. Poi suonano “Not Tight” e via via tutto il loro primo album prende forma sul palco di Cella Monte. Ogni tanto provano a scherzare con il pubblico, anche quando dicono “Se non vi piace il prossimo brano, che dura cinque minuti, e ha solo una ripetizione, siete liberi di andare via”, e parte una piccola risata. Qualche brano dopo, vinta la timidezza iniziale, è JD Beck ad ammettere: “Non siamo bravi a parlare…ma qui è bellissimo perché nonostante io abbia freddo, sto sudando grazie all’atmosfera che si è creata!” Il pubblico non ha paura di rispondere e urla “We are drunk of you!” (siamo ubriachi di voi!) e il duo sorride, un po’ imbarazzato. Prima di proseguire per il concerto JD Beck racconta del viaggio, lunghissimo e stancante, che li ha portati in Italia: Dallas, Chicago, Montréal, Parigi. “Non sono mai stato così stanco in tutta la mia vita” ammette JD, anche un po’ frastornato dall’entusiasmo e dalla bellissima atmosfera che si è creata.

Musicisti giovani, ma "vecchio stile". E Louie Vega è estasiato

Il concerto dura circa un’ora e loro sì, sono veramente bravi. Musicisti giovani ma “vecchio stile”, attenti e mai superficiali. Accanto a me Louie Vega, entusiasta di questi due giovani artisti, di cui sentiremo a lungo, molto a lungo, parlare. E sì, Anderson .Paak aveva ragione quando ha scommesso su di loro.

 

Album Not tight

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