Un brano bucolico che ci riconcilia che la natura ma soprattutto con noi stessi
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
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Sono nata sulle Dolomiti, ad Auronzo di Cadore, abitavo nella penultima casa prima del bosco. Nel bosco ho passato gran parte dei pomeriggi quando ero bambina, i boschi li porto nel cognome e la prima aria che ho respirato, quando sono nata, sapeva di abeti e di larici. Respira, il mio ultimo cd edito da Squilibri, vuole tornare lì, a quel rapporto inscindibile tra me e quegli alberi, tra noi esseri umani e le creature silenziose e maestose che da sempre ci danno ossigeno per respirare, per vivere. Nelle canzoni contenute in questo mio lavoro c’è Albero Maestro, uno dei milioni di alberi abbattuti dalla tempesta Vaia nel 2018, c’è un albero d’oro (Monamour), ci sono le foreste ferite dalla prepotenza di chi le vuole rase al suolo (La città della gioia). Il brano che dà il titolo all’album, Respira, è del resto una canzone d’amore che un albero dedica a un essere umano, nonostante tutto. Anche per questo ho deciso di farne un videoclip in coincidenza con il varo della campagna “Music for Forests” che, in collaborazione con il Forest Stewardship Council (FSC) Italia, l’organizzazione no profit che promuove la gestione sostenibile di boschi e foreste, mi vedrà impegnata, tra luglio e settembre, in cinque concerti in altrettante foreste certificate da FSC in Trentino, Liguria, Piemonte, Lombardia e Toscana: e, con Sergio Marchesini alla fisarmonica, eseguiremo dal vivo tutte le canzoni di un album così fortemente ispirato al rispetto della natura e dell’ambiente che ci circonda.
Il videoclip di impronta per così dire “bucolica”, montato da Valeria Taccone, ho dovuto girarlo con il mio smartphone né avrei potuto fare diversamente perché, con addetti alle riprese ed operatori, non si sarebbero certo trovati a loro agio i protagonisti del video, vale a dire Nina, l’asina che ho adottato diversi anni fa, assieme agli altri animali del branco, colti nel loro ambiente naturale, nel bosco del Montello. E la scelta è stata tutt’altro che casuale. Sono animali da sempre bistrattati e vittime di feroci pregiudizi, avendo scambiato la loro mansuetudine per stupidità. Nei loro occhi sembrano portare il ricordo di tutte le angherie alle quali li abbiamo sottoposti ma anche il fatto di averci già perdonati. Sono tra gli animali più efficaci negli interventi assistiti a persone con disabilità perché hanno una capacità empatica fuori dal comune e una pazienza che disarma. Dopo tutto quello che abbiamo passato con la pandemia e con i venti di guerra che ora soffiano a est, ho pensato di condividere con tutti voi quegli sguardi e quella leggerezza, per rendere ancora più forte l’invito che ci rivolge la natura e attorno al quale è costruita tutta la canzone: “E stai con me/ vicino a me/ respira/ respira”.