Dalla scienza ai sentimenti indotti dalle cose più semplici, come un aeroplano di carta che vola. Il cantautore racconta il suo nuovo singolo. L'intervista
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Le stelle sono il frutto di una fusione nucleare, mentre lasciarsi andare come un aeroplano di carta può creare una fusione di anime. A volte mentiamo a noi stessi ma l’amore non lo puoi fregare, e ci fa brillare come piccole stelle. Questo è il filo conduttore emozionale di Fusione Nucleare, il nuovo singolo di Calma, all'anagrafe Marco Barbieri.
Ciao Marco partiamo dalla storia e dalla scelta del singolo. In fase di scrittura come è cambiata rispetto alla prima stesura del 2019?
Nasce quell’anno come primo provino. La stesura ora la abbiamo toccata poco, più che altro è stato fatto un lavoro di produzione perché esisteva sola una versione demo. Lo ho scritto con Bungaro, Chiodo e Rakele. Volevamo parlare della bellezza delle piccole cose che in una storia d’amore spesso si perdono. Ci sentiamo forti in un appartamento è frase forte e simbolica: essere vicini a chi si ama trasforma la visione anche di quattro mura. Volevo dare anche una continuità con Routine, meglio la continuità rispetto a un pezzo più estivo. Aiuta a dimostrare per un percorso di crescita almeno per me.
Perché Calma?
È l'acronimo di c’è ancora la mia anima. In certi momenti mi ha salvato e me lo ripeto quando tutto sempre andare male.
Quanto, per il tuo percorso artistico, è stato importante il periodo londinese?
Mi ha dato la forza di crederci per la prima volta. La borsa di studio fu inaspettata, ero agli inizi della fase di scrittura, non credevo mi venisse riconosciuta una tale credibilità. È stata la prima volta che mi sono detto ora posso crederci. Mi ha poi dato una visione importante della musica dal vivo, in Italia c’è quella da pianobar e quella da grandi concerti, là trovi tanti step intermedi.
"Ci fa stare bene restare un po’ da soli". Credi che il periodo da cui veniamo ci ha insegnato a volerci più bene?
Poteva farlo ma non è andata bene perché quello che si sente in giro e quello che io ho vissuto nello stare tanto tempo da soli ha fatto emergere le fragilità. Ma è un primo passo per imparare a volersi bene. Non è il traguardo. Non è stato facile per me, lo riconosco.
Gli aeroplani di carta hanno un volo senza rotta: è così l’amore?
Per la passione e l’intensità che tiene viva la fiamma è un volo senza rotta che disegna una scia che non si conosce né si prevedere, graffia il cielo, graffia la vita in senso buono.
In che cosa un città ti può uccidere?
Quando cresci in un contesto, come a Pesaro, vedere sempre le stesse facce può uccidere gli stimoli. Tanti posso rispecchiarsi in questa visione perché molti capiscono che il mondo è stretto e a volte allontanarsi ti restituisce il senso delle radici. Penso al Joyce di The Dubliners.
Tu le tue paure e le tue fragilità sai nasconderle bene oppure per vincerle devi condividerle?
Serve la persona giusta che non deve essere necessariamente la stessa. Deve essere capace di ascoltarle e tu le trasformi in punti di forza. Che diventino punti luce come dico nella canzone.
Il cuore di cristallo è algido, freddo oppure è prezioso, da proteggere?
Prezioso da proteggere. Un gioiello che potrebbe frantumarsi e dunque va curato. Nel cuore ci sono le emozioni.
Credo che il concetto di estate espresso nella canzone sia una metafora per dire che abbiamo bisogno di vivere: in cosa oggi la tua generazione non viene ascoltata e dunque non può vivere pienamente?
C'è realmente un bisogno di vivere. Deve essere profonda anche tramite mezzi differenti. È una generazione consumista anche nei sentimenti. C’è una intensità e durata diversa nei sentimenti che non ci viene riconosciuta. Amicizia e amore funzionano così e non lo decidiamo neanche noi: il tempo ci sfugge via e quindi va vissuto perché altrimenti non si riconoscono la bellezza e l'intensità che lasciano anche se la storia dura solo un giorno. Poi va considerato il progresso delle relazioni: resiste il dogma delle amicizie singole e durature, quelle che bisogna chiudersi gli occhi davanti ai torti. Invece una amicizia può essere ugualmente importante anche se finisce.
Pensando anche a Globuli Bianchi e Per Me Sei Troppo, l’amore è centrale nei tuoi testi: difficile scrivere d’amore nella stagione dei social?
A volte lo è e non mi riconosco nell’era dei social. Li uso, sia chiro, non facco l’ipocrita. Mi sarebbe piaciuto vivere il tempo delle lettere scritte a mano.
Nei due brani citati parli delle conseguenze dell’amore, in Fusione Nucleare invece sei dentro la storia: cosa è cambiato?
È cambiato perché l’amore è quello che si vive in Fusione Nucleare almeno come aspirazione. Ma accetto che posso sfociare in sofferenza. Globuli Bianchi è un grido nostalgico, Per Me Sei Troppo è la consapevolezza di una rapporto… Sono sfumature.
Amare rende vulnerabili: in cosa tu ti senti tale?
Nell’affidare i miei pensieri, le fragilità, i sogni o qualcosa di importante che mi tiene vivo. Affidare a qualcuno il tentativo di longevità di una storia mi ha sempre fatto paura: vivo il bello con l’ansia che possa finire e perda valore. Anche se non è per sempre deve mantenere il valore.
Che accadrà nelle prossime settimane?
L’intenzione è dare la possibilità al mio pubblico di crescere e dargli materiale per capire chi è Calma e chi è Marco. Poi vorrei esibirmi dal vivo per avere vicinanza col pubblico. Al tour stiamo pensando per l’autunno nel frattempo l’intenzione uscire con un altro brano.