Dopo il successo di Scusa, l'artista milanese torna con un singolo estivo che ci avvicina al suo nuovo progetto discografico. L'INTERVISTA
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Più maturo, più profondo, più sereno. Si intitola Ferrari White il singolo col quale Riki ci guida a tutta velocità verso l'estate e oltre. Prodotto da Big Fish segna una svolta netta nel percorso artistico di questo neo-trentenne esploso nel 2017 ad Amici. Oggi Riccardo Marcuzzo è un uomo che sa quello che vuole e che oltre alla musica si dedica al design in tutte le sue forme. A partire da una casa bianca come la Ferrari del brano.
Riki come è nato il singolo e perché hai scelto questo per l’estate?
E’ la prima volta che co-scrivo, tutti gli altri brani sono nati da un mio testo e da una mia melodia. Stavolta sono coinvolti due autori, poi io ho rimaneggiato il tutto "invitando" una ragazza con la coda, gli stivali da cowboy e i fumogeni d'argento. Non è un pezzo reggaeton estivo e parla di un viaggio. Ferrari White perché suona bene: certo io l'avrei fatta rossa però ci siamo guardati Miami Vice e altri programmi con macchine iconiche e abbiamo maturato la consapevolezza che ha un suo perché. Resta un'immagine onirica: potrebbe anche essere un'altra auto ma è un viaggio verso il mare.
Il periodo pandemico quanto ha inciso sul tuo percorso artistico?
Tanto e in negativo. Nel 2017 ho avuto un successo incredibile e rivedendo ora i video mi rendo conto che sono stato un game changer: ogni anno ce ne è qualcuno. Ma è difficile rimanere, il mercato è velocissimo e ha un costante ricambio. Nel 2019 sono stato in Sudamerica e a Sanremo non c’ero con la testa, non è stata una buona scelta. Poi sono arrivati due anni incerti a livello generale nel mondo e dunque anche nella musica. Per un cantatutore chiuso in casa non ci sono stimoli e dunque mi sono dedicato anche ad altro: mi sono fatto una casa e ho creato un binario parallelo alla musica che è il design in tutte le sue forme.
Visto il clima allegro e festoso del singolo: possiamo considerarlo il manifesto della tua generazione per l’estate 2022?
Perché no? La mia generazione è in una terra di mezzo. C'è chi a 18 anni si esprime in modo diverso da me e poi ci sono i miei idoli più grandi partiti dalle ballad che a me mancano e che farò presto, lo immagino come un singolo. Mi sento parte di entrambi i gruppi: partecipo a cene con gente più piccola e più grande di me e non ho un perché, mi piace ascoltare tutti.
Ferrari White è il ponte verso il futuro?
Il ponte è che avendo cambiato produttore è cambiato tanto, non lo credevo. Prima avevo Riccardo Scirè: gli cantavo le parole in studio e lui le traduceva in prodotto ascoltabile. Ora con Fish abbiamo tante cose in cantiere.
Al di là del colore della Ferrari nel brano, cosa rappresenta il colore bianco per te?
Ci stava come immagine, cover e video. Non è per un’auto ma resta uno dei miei colori preferiti. Nel design tanto è bianco. E’ pulizia. Io mi sono creato una casa monastica: tranquilla, quieta, manca solo un po’ di verde ma arriverà.
Sono passati cinque anni da Perdo le Parole e Manie: hai nostalgia di quel Riki?
Nostalgia per alcune situazioni c’è ma stiamo lavorando per tornare a tutta quella attenzione. La cosa più importante è tornare a scrivere belle canzoni. Il terzo disco Popclub è uscito durante la pandemia, è un lavoro transitorio per me è bello: è sperimentale e dovevo vomitare il successo del passato. Lo rifarei. Ora punto ad arrivare di più alle persone, a fare canzoni più mature ma che arrivino in modo immediato. Ferrari White è catchy e semplice nel ritornello, una parentesi estiva però con alcune caratteristiche che riprenderò.
Possiedi davvero stivali da cowboy?
Non li ho però mi piacciono. Sono matto. Una volta ascoltata la prima versione della canzone la ho ripresa per farla a cortometraggio. Le immagini nella musica non bisogna mai perderle. Vai a dormire tranquillo se la canzone ti rispecchia e rendi felice chi ti ascolta, strappando un sorriso, un ricordo, un'immagine.
Ti capita ogni tanto di non saper descrivere qualcosa che ti piace…insomma perdi le parole?
Si soprattutto in questo periodo. Sto molto bene e forse è un problema. Ti mancano i picchi, gli up and down: mi capita spesso ora, in altri momenti siamo più con le antennine tese che captano i segnali della vita.
Oltre alla tua quale è un’altra canzone da cantare al vento in questa estate?
Mi piace All 4 Nothing di Lauv che non è una ballad non è estiva. Spiega come si fa al giorno d’oggi una ballad, è molto forte. Poi I Love You Baby di Lorenzo.
Se ogni giorno si è più maliziosi di quello prima, come si arriverà a fine estate?
Ci arriviamo malissimo…dopo due mesi è un problema. Ma ne parliamo a settembre.
E a proposito di estate: come sarà la tua?
Riguardo i lavori della casa ora mi fermo, sto male per il caldo e accendo il condizionatore e i lavori torneranno più avanti. Ho tanti festival, molti legati alle radio. Penso a un mio tour a primavera 2023. Voglio prima uscire con un disco: è fondamentale per creare un live giusto.