Il brano è un racconto che, tra dramma e commedia, racchiude al suo interno vari personaggi, tutti interpretati dall'artista, con caratteri e peculiarità diverse
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELL'ARTISTA
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Il videoclip, scritto, ideato e diretto da me e Enrico Bellinghieri, per certi versi autobiografico come del resto il testo della brano, è il racconto metaforico del mio percorso artistico nel mondo della musica. Un racconto che, tra dramma e commedia, racchiude al suo interno vari personaggi, sei in tutto, tutti interpretati da me, con caratteri e peculiarità diverse. C’è la suora, personaggio che simbolicamente rappresenta la mia redenzione nei confronti dei compromessi che ogni giorno vengono accettati per continuare a fare arte, ma anche la rabbia scaturita dalla voglia di ritagliarsi un posto in questo mondo molto spesso male interpretato, come scrivo nel testo della canzone: “e tutti dicono che bravo devi fare strada come in una fiaba come se fosse una fottuta gara”. E che dire del “malvagio produttore” che tiene l’arte al guinzaglio con la sua smania di potere e la sua incontrollata voglia di dominio e controllo e che io, all’interno del video, simbolicamente combatto senza successo, ritrovandomi così nel bel mezzo del caos artistico, quello fatto di immense gioie e successi ma anche di incoerenze e contraddizioni: “Tutto inizia da una storia, li
disperso in quell’oceano di cazzate, non c’è lode non c’è gloria, qui si strappano la faccia per un pugno di qualcosa”.
Altri sono i personaggi che si susseguono nel frenetico montaggio firmato Federico Longo, interpreto me stesso in due situazioni: “quella della creatività pura e leggera scandita da un outfit eccentrico ma allo stesso tempo rappresentativo e quella della mera omologazione vista dal genio del Dop Enrico Bellinghieri come una valanga di fogli bianchi raffiguranti numeri nei quali mi perdo interpretando un numero dei tanti. Gli ultimi due personaggi rimasti raffigurano un bagnino alle prese con due sirene fuor d’acqua e un venditore durante la sua televendita che in maniera insistente cerca di vendere al telefono il singolo Miserere a chi sta guardando. Lo spasmodico ritornello della canzone è un chiaro riferimento alla tossicità racchiusa nell’“illusione del successo”, o comunque un’esortazione alla tregua nei confronti di uno stato d’animo inquinato essendo noi il risultato delle nostre azioni e delle nostre scelte in un mondo in cui il successo è semplicemente uno stereotipo totalmente idealizzato.
Nei miei brani prendo in prestito qualsiasi impulso o sensazione gli si presenti sul cammino mischiando così elementi personali, impersonali, storie di gente e stili musicali al fine di creare Delvento prende in prestito qualsiasi impulso o sensazione gli si presenti sul cammino mischiando così elementi personali, impersonali, storie di gente e stili musicali al fine di creare Musica Intima e non soggetta allo scorrere del tempo.Musica Intima e non soggetta allo scorrere del tempo. Il testo e la musica di “Miserere” sono di Delvento. Il brano è stato prodotto da Delvento e Stefano Bruno. Produzione e management Art Show di Arturo Morano.