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Gazosa, un ritorno rock raccontando L'Italiano che ha sedotto il mondo

Musica

Fabrizio Basso

Torna dopo vent'anni la band che agli albori del millennio ha segnato un'epoca. E' uscito il primo singolo e dopo l'estate arriverà il secondo. Poi l'album e il tour autunnale. L'INTERVISTA

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Hanno segnato un'epoca. Poi sono spariti. Ma chi lascia il segno non fugge al destino. E dunque i Gazosa sono tornati e sono più rock che mai. Quasi punk. Non rinnegano Stai con me (Forever) e www.mipiacitu ma oggi con l'Italiano affermano, finalmente, la loro attitudine ruvida e punkeggiante. Valentina e Federico Paciotti e Vincenzo Siani sono pronti a segnare una nuova stagione della musica italiana.

Partiamo dalla reunion: quando avete iniziato a ragionarci? La pandemia vi ha rallentato, a prescindere dal fatto che nel 2001 avete vinto Sanremo e dunque c’era una cifra tonda di mezzo?

Ci abbiamo pensato diverso tempo fa, siamo sempre rimasti in ottimi rapporti e c’era l’idea di festeggiare il ventennale del nostro primo Festival di Sanremo, quello di Stai con Me (Forever).
Ora però è il ventennale di Inseparabili, titolo che sembra quasi profetico, riletto oggi.
Anche da prima del Sanremo del 2001 suonavamo insieme. Siamo fratelli più che amici, da ragazzina ogni giorno stavamo a casa insieme.
In questi anni cosa è successo? A prescindere dai percorsi personali avete comunque continuato a frequentarvi e suonare per divertirvi?
Era difficile fare musica. Quando Vincenzo (abita a Cetara, ndr) veniva a Roma una cena ci scappava sempre. Qualche volta, per gioco, ci siamo trovati in sala prove ma per lo più le rimpatriate erano per motivi ludici e di amicizia.
Perché avete scelto l’Italiano come biglietto da visita della rinascita?
Siamo molto legati alla nostra terra. In questo periodo di difficoltà volevamo omaggiare proprio la nostra terra. Siamo rimasti impressionati da un discorso di Oscar Farinetti che diceva che l’Italia è piccola sul pianeta ma ha una influenza alta in tutti i campi e in tutto il mondo. Poi ci sono citazioni del cinema in chiave ironica, è un pezzo divertente e spiritoso.
L’incipit è Non voglio stare zitto e dico ciò che penso: vi siete morsi spesso la lingua negli ultimi anni?
Più volte da sempre. Quando sei piccolo e arrivano critiche inutili non sei strutturato e le prendi sul personale se non hai esperienza. Ci siamo rimasti male, siamo sempre stati appassionati alla didattica della musica. Ci dicevano che eravamo una baby band creata a tavolino: se non altro gli hater del tempo erano dal vivo e non nascosti sui social. All’Eur, dove abitavamo, si sfidavano i sostenitori e gli oppositori. Noi siamo favorevoli al confronto, senza il confronto finisce l’umanità. Ci aggiungiamo che chi all’epoca era nostro fan sapeva che i tour erano rock, che certe canzoni non erano nella nostra attitudine.
Con la carica punk che avete più che a centrocampo giocate in attacco: come avete maturato questa sfrontatezza nella stagione del duopolio indie-rap/trap?
Ci abbiamo molto ragionato, quando esci con un prodotto cerchi sempre gli standard di moda, ma il nostro progetto è differente. Mi Piaci Tu non ci rappresentava, L’Italiano ha un mood che ci rappresenta: un sound quasi live senza troppo editing, crudo.
Vi riferite a un preciso romanzo di Victor Hugo quando lo citate nel testo?
Parliamo in generale. Ci piace molto. E’ un grande rappresentante della poetica francese e ci è parso un confronto carino giocando sui grandi nomi della letteratura italiana.
Come vive oggi un italiano? Non è più quello di Toto Cotugno.
Ha ottenuto diverse vittorie. Resta un italiano fiero. E noi siamo fieri di esserlo. Rileggendo alcuni passi della Divina Commedia vedi quanto quel momento storico hai influenzato tutta l’Europa…siamo fieri di questo, della nostra terra e di condividerlo.
Ovviamente c’è una assenza: è stata una scelta oppure Jessica Morlacchi ha preferito non seguirvi nella nuova avventura?
Ha fatto una carriera da opinionista e non era compatibile col nostro progetto. Noi vogliamo stare a contatto sul pubblico, evitiamo per il playback. E’ stata una scelta serena.
Trovate un mondo musicale rivoluzionato: è stato difficile prenderci confidenza?
Abbiamo notato che c’è molta elettronica che noi non amiamo essendo più musicisti. Poi è cambiata molto la distribuzione musicale, ora c’è una diffusione che spesso penalizza. Però aiuta nei live e chi è musicista emerge.
Valentina visto che ti sei creata un nome nel mondo del beauty, sarai tu a curare l’immagine?
Mi capita spesso, i maschietti sono più vanitosi di me. Ma se serve un consiglio ci sono.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Stiamo lavorando con Celso Valli. A parte qualche evento a spot, pensiamo al tour in autunno con fuori un secondo singolo e l’album in arrivo. Poi oltre al repertorio nuovo dobbiamo riarrangiare il vecchio e richiede del tempo.