Gaia Gentile, Tanto Tutto Passa ma non la leggerezza bella dell'essere umano

Musica

Fabrizio Basso

Credit Gianluca Paglionico
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Il disco è composto da 10 brani scritti dall'artista pugliese insieme a Nicolò Pantaleo e Antonello Boezio; in ogni traccia c’è la voglia di sorprendere in maniera originale, senza prendersi mai troppo sul serio. L'INTERVISTA

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Quanta ambiguità nella parola leggerezza. Fascinazione e repulsione. Ma ora abbiamo trovato la formula interpretativa che mette d'accordo tutti. Gaia Gentile nel suo fresco album Tanto Tutto Passa appoggia la leggerezza sulla vita come si fa con la glassa su una torta. C'è ma non è ingombrante né preponderante. Impreziosisce senza nascondere la quotidianità. Dopo Sono Fuori, album d'esordio pubblicato circa un anno fa, questa artista pugliese torna con un lavoro che è un colorato atlante, canzoni identitarie del suo essere donna, del suo stare nel mondo, del suo essere artista completa.

Gaia, quando è nato l’album e come ci hai lavorato?

È trascorso un anno dal primo album Sono Fuori e non mi sono mai fermata: ho fatto un tour in Brasile, poi sono stata a Parigi e ora a Tel Aviv. Il viaggio è il tema del disco ma io sono sempre me stessa, tra sogni e leggerezza. Spero che anche la mente di chi mi ascolta viaggi altrove.
Tanto Tutto Passa come titolo nasce con la consapevolezza che il tempo è galantuomo? La tromba che apre il pezzo è la sonorizzazione della vendetta?
Ci sono un po’ di fiati in generale, è un altro tema dell’album; posso anche contare sul contributo di Nicolò Pantaleo, il mio compagno, che è un sassofonista. Da una parte c’è la pigrizia dall’altre le cose che fanno arenare dunque è meglio armarsi di entusiasmo e leggerezza. La vendetta è verso chi ti riempie di energie negative.
Tutto passa tranne l’emozione e l’appetito: di cosa?
Sono una nota mangiona ma anche una bulimica di emozioni. A volte viene voglia di mollare questo mondo, visto che succede, ma poi mi mangio la vita, mi conservo le cose essenziali e vado avanti.
Chi sei tu oggi? Vinte le insicurezze? In questo periodo sei più bimba o femme fatale?
Mi sento più femme fatale perché il calendario si sta riempiendo di cose. C’è il Vlog brasiliano che vorrei portare nel mondo. Sono piena di emozioni. Con le insicurezze il rapporto è altalenante e se hanno il sopravvento le faccio soccombere con la musica.
Se potessi vivere in un film in quale vivresti?
Nella canzone ho pensato a Woody Allen e Parigi… ti direi Sogno di una notte di mezza estate. È una storia piena di arte.
Sei una inguaribile romantica solo in Come in un Film o anche nella vita?
È una caratteristica ereditata da mia madre, una eroina tragica. Ho voglia a volte di passato e di musica suonata.
Ti trovassi davanti Edith Piaf cosa le diresti?
Ti amo… se pensi alla Francia pensi a lei. Alle prime note di una sua canzone la gente presente canta con te. Formidabile. Per altro una casa a Montmartre è il mio sogno.
Quando è l’ultima volta che un incontro al mattino se non la vita ti ha svoltato almeno la giornata?
È capitato più di una volta, avevo le idee chiare quando ho scritto quelle parole. Da donna romantico-nostalgica cerco i visi delle persone, da un sorriso può nascere qualcosa, anche una semplice chiacchierata che ti rende felice di vivere.
Ti capita di dimenticarti di essere innamorata? E nel caso è lì che nasce Mi Dispiace?
Le storie che durano tanto a volte portano a non fare attenzione alle piccole cose. A volte ci dimentichiamo di essere innamorati e fortunati. Dalla mancanza di attenzione nasce la superficialità e va combattuta.
Perché abbiamo perso la consuetudine di dire mi dispiace?
Siamo troppo frettolosi e pieni di noi stessi. Gli ideali si amplificano via social e inseguiamo cose irraggiungibili e futili, ci riempiamo di ego e di convinzioni che ci fanno scordare la gratitudine per quello che si ha e per le persone che ci sono vicine. Fretta ed ego sono nemici pericolosi.
Di solito sei una che avanza o retrocede?
Vogli pensare che avanzo conscia che la mia musica non è mainstream. Ma vado avanti.
Quello che canti in Metti Che è la formula per fare durare un amore, una amicizia…un sentimento? Ti è capitato che qualcuno si approfittasse di te?
Qualcuno si è approfittato anche della mia professionalità. Devo preservare la mia bellezza interiore. Il resto può succedere e lo affronti la tua essenza va preservata.
Non Correre mi sembra la sola canzone dove chiedi aiuto, dove chiedi di aspettarti…sembra perfetto per una favola disneyana. Chi canta con te?
Alegre Correa, è una perla in questo disco, una personcina meravigliosa che ha duettato con me in questo pezzo. Dico… aspettami non correre con le mie fragilità. Ma c’è pure il messaggio di godersi quello che si è e si ha.
Che canzone hai in tasca in questo periodo?
Ora mi perseguita una canzone in israeliano. Un’altra è Camera a Sud di Vinicio Capossela che andando incontro all’estate ci sta.
Il consorzio del Prosecco ti ha chiamato per adottare Cocco come inno?
No ma ci spero. Premesso che vado pazza per il cocco e i suoi derivati, il prosecco va benissimo.
Sono Fortunata alterna condivisione ma anche la sperimentazione della solitudine: dove è l’equilibrio?
È un finto equilibrio. È il mio finto esser forte che vorrebbe prevalere ma io cerco di fare soccombere rispetto a quello che sono.
Hai pensato di fare un album solo di ghost track?
Magari. Che sogno. Ora mi balena in testa un disco di cose già edite, ma da pazza quale sono può uscire qualunque cosa.
Ti mette un po’ di tristezza dovere fare le radio edit?
La tristezza è inevitabile, vorrei che fosse più facile far arrivare una musica come la mia che, lo ammetto, non è da radio. Ma quel che posso assicurarti è che non avrò rimpianti.
A luglio c’è un compleanno importante: come festeggerai?
Passerò il compleanno con i famigliari su una barca… aperitivo al tramonto per i miei 30 anni.
Che accadrà in estate? Quali belle cose farai? Dove ci porterà il tuo viaggio felice?
Partiamo a brevissimo con alcune date in Puglia e poi vorrei muovermi tra Milano e Bologna. Dopo l’estate tornerò in Brasile e poi potrei esplorare qualche altro continente. Ma preferisco non sbilanciarmi.

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