Eurovision Song Contest 2022, vince l'Ucraina. Le pagelle della finale

Musica

Fabrizio Basso

Credit EBU, Corinne Cumming

Sul podio anche Inghilterra, seconda, e Spagna, terza. L'Italia con i Brividi di Blanco e Mahmood si piazza al sesto posto

Repubblica Ceca: We Are Domi – Lights Off -VOTO 7+
Un automatic lover intrigante. Parte seduta poi accompagnata da una esplosione di luci Dominika Hašková accende la serata. Non è mai facile essere i primi ma quando hai una estensione vocale così imponente è facile esorcizzare i fantasmi. Bravi questi ragazzi a vestire di modernità l'elettro-dance.
 

Romania: WRS – Llámame - VOTO 5/6
Per un attimo ho pensato che fosse una variante di Notre Dame inventata dallo spirito del famigerato conte Vlad. Che c'entrano i drappi della corrida? Che la Romania sia stata annessa dalla Spagna? Poca personalità e contaminazioni fuori confine inopportune. Chiamata non pervenuta.
 

Portogallo: Maro – Saudade, Saudade - VOTO 9
Se hai carattetere e carisma basta un sussurro. Mi ricorda Omara Portuondo, Cesaria Evora e soprattutto Amalia Rodrigues. La vera saudade sarà poterla ascoltare solo su Apple Music. Delicata, elegante... la principessa di Lisbona che avrebbe acceso la penna di Fernando Pessoa.
 

Finlandia: The Rasmus – Jezebel - VOTO 6+
Il Pennywise del Nord con la cerata gialla da tempesta perfetta. Sanno suonare, sanno mangiare il palco ma Jezebel resta un po' nell'ombra, resta In The Shadows.

 

Svizzera: Marius Bear – Boys Do Cry – VOTO 6-
Le ballate bisogna saperle tradurre in sentimento. Non per altro di Ed Sheeran ce ne è uno solo. Sembra Spadino, il nipote del Fonzie di Happy Days. Ma di giorni felici a Torino non ne ha portato. Sono rimasti nella Svizzera verde, in una colata di Toblerone!

Francia: Alvan & Ahez – Fulenn – VOTO 5/6
Poco Francia e tanti ritmi tribali. Troppi. Non ci riporta alla grande tradizione dei chansonnier ma neanche alla musica d’Oltralpe contemporanea. Impalpabile nonostante un ritmo scatenato

Norvegia: Subwoolfer – Give That Wolf A Banana - VOTO 6-
Tra Gardaland e i Krafterwek (ma solo per qualche richiamo al look) ci sono i lupi gialli. Per altro è un animale che sta ripopolando le Alpi e altre zone d'Europa. Speriamo che non gli offrano una banana perché invocherebbero l'estinzione. I lupi veri, intendo.
 

Armenia: Rosa Linn – Snap -VOTO 6/7
Il pigiama le dona, la cameretta sembra quella di Hannibal The Cannibal, la voce è rotonda e avvolgente. Ma rimbalza un po' tra le ruvide pareti e non arriva come era accaduto in semifinale. Peccato.
 

Italia: Mahmood & Blanco – Brividi - VOTO 7/8
Mahmood è una maschera di tensione, Blanco la nasconde con l'abito glitter. Come dissi all'epoca di Sanremo non è il mio brano preferito ma va riconosciuto che qualche brividino lo hanno trasmesso. E poi la scenografia minimalista (per quanto l'Eurovision lo consente, of course) valorizza assai il brano.

Spagna: Chanel – SloMo- VOTO 6/7
Una animatrice da villaggio vacanze di lusso. Il brano per quanto sia orecchiabile è poca cosa. La differenza la fa un look da Calamity Jane sexy. Ricorda parecchio Jennifer Lopez. Ma molto da lontano! Però sa ballare splendidamente e questo le porta mezzo voto in più.
 

Paesi Bassi: S10 – De Diepte - VOTO 8
Ha una passato da rapper ma la preferisco cantautrice. Stien den Hollander è raffinata, intensa, trasmette vibrazioni. Finalmente una artista che privilegia la performance artistica a un look pirotecnico... il suo finale è da brividi.

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Ucraina: Kalush Orchestra – Stefania – VOTO 6+
Io fossi in loro cambierei nome, opterei per un più logico Pantone dei Colori Orchestra. Circensi e gitani. Però sarebbe bello averli come compagni di classe… ci sarebbe da divertirsi! Chiudono l’esibizione invitando a sostenere la loro gente e in particolare Mariupol e il pubblico di Torino applaude.

Germania: Malik Harris – Rockstars – VOTO 6/7
Il songwriter (un po’) rapper è il primo che entra nelle case del popolo dell’Eurovision infilando il suo faccione nelle telecamere. Perde la rotta quando urla, il ragazzo bavarese, ma nell’insieme una birra insieme si può bere!

Lituania: Monika Liu – Sentimentai – VOTO 7/8
Negli anni Sessanta sarebbe stata la regina del Covo di Nordest e della Capannina. Porta con eleganza un abito impegnativo, la sua voce è un sussurro. Ragazza della porta accanto felina e sensuale nei movimenti.

Azerbaigian: Nadir Rustamli – Fade To Black – VOTO 7+
È uno dei figli meglio riusciti di Dotan. Ma quello che non mi convince è la scenografia. Spegne la poesia e trasmette un senso di immobilismo. Gradoni da arena senza cheerleader. Al netto di ciò un grande pezzo che valorizza con frequenti cambi di tonalità.

Belgio: Jérémie Makiese – Miss You - VOTO 5/6
Si fosse ascoltato un po' di musica italiana degli anni Sessanta avrebbe capito come funziona il falsetto. Non arriva, per quanto sui social sia virale. Ma virale non è sempre una parola accogliente.

Grecia: Amanda Georgiadi Tenfjord – Die Together - VOTO 7/8
Semplicemente perfetta. Un pezzo cucito su misura sulla sua voce come l'abito sul suo fisico. Un consiglio: ascoltate la sua musica sulle piattaforme. Degna del Partenone.

Islanda: Systur – Með Hækkandi Sól - VOTO 6
Avete presente quando alla festa di fine anno puoi tirare le torte in faccia ai prof? Avrei investito qualche euro per provare a togliere alle sorelle islandesi la geometria con cui si sono posizionate sul palco. Un country stantio. Che il loro producer sia Pitagora?

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Moldavia: Zdob şi Zdub & Advahov Brothers – Trenulețul – VOTO 5/6
La prima cosa che ho fatto è guardare se mi era entrata una tarantola in casa. Poi ho capito che era la band moldava sul palco dell’Eurovision e mi sono tranquillizzato. Il clone sbagliato (e colorato) di Animal House.

Svezia: Cornelia Jakobs – Hold Me Closer – VOTO 8/9
Se la Svezia è sempre stata abbinata, musicalmente, agli Abba ora possiamo ufficialmente dire che abbiamo voltato pagina. Cornelia è una carezza che scivola sull’anima. Incantevole.

Australia: Sheldon Riley – Not The Same - VOTO 6/7
È un po' come avere un'auto di Formula 1 e non salire oltre la terza marcia. L'amico della Terra dei Canguri ha una grande voce e una presenza ipnotizzante ma il mix si ferma a due centimentri dall'ascoltatore. Peccato perché dopo il volo transcontinentale e smaltito il fuso orario mi aspettavo qualcosa di più coinvolgente!

Regno Unito: Sam Ryder – Space Man - VOTO 6+
Wrestler o bagnino romagnolo? Nell'attesa del responso quello che posso dire è che gli inglesi hanno una purezza di suono unica, che trasforma una canzone normale in una canzone speciale. All'Eurovision non ha bucato... ma ciò non toglie che sia strutturato.

Polonia: Ochman – River -VOTO 7-
Lo zio d'America (ha cittadinanza a stelle e strisce) è tornato a casa per alzare a Torino il vessillo del suo Paese. Un crooner falsetto, nel senso della tonalità. Non molto originale ma di certo identitario.
 

Serbia: Konstrakta – In Corpore Sano - VOTO 7-
La reincarnazione di miss Florence Nightingale è apparsa a Torino col suo catino di zinco dove si mescolano sacro e profano. È l'esibizione più strana e disturbante della finale. Però va riconosciuto a Ana Đurić nata Ignjatović che il suo lamento è conturbante e ipnotico.
 

Estonia: Stefan – Hope - VOTO 6+
La speranza è che la chitarra la usi e non la tenga a tracolla come John Wayne col suo winchester. Il ritornello però è da stadio e lui lo sottolinea saltando come un grillo... cantante!

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