Ucraina, il direttore dell'Opera di Vienna Bogdan Roscic contro i veti agli artisti

Musica

Secondo Roscic il dibattito al pubblico non interessa niente. Si tratta di una discussione che si svolge tra un gruppo di persone tristemente piccolo

Per il direttore dell'Opera di Vienna, Bogdan Roscic, è "aria fritta" la querelle sul veto

agli artisti che hanno rapporti con la Russia, esplosa dopo l'invasione dell'Ucraina. Roscic da parte sua si è opposto all'esclusione del soprano Anna Netrebko e del direttore Teodor Currentzis: "Al pubblico non interessa niente. Si tratta di un dibattito che si svolge tra un gruppo di persone tristemente piccolo", ha affermato Roscic presentando la stagione 2022/23. E ha rincarato la dose: a suo giudizio il dibattito "strumentalizza le vittime per regolare i conti sulla scena

culturale".

Roscic ha menzionato il caso del direttore d'orchestra greco naturalizzato russo, Teodor Currentzis, al quale la Konzerthaus di Vienna ha cancellato un concerto di beneficenza per le vittime della guerra in Ucraina. La sua orchestra musicAeterna, fondata nella città russa di Novosibirsk, ha per sponsor la banca VTB, sottoposta alle sanzioni Ue dopo l'invasione dell'Ucraina. Le autorità di Kiev avevano chiesto la sospensione del recital e criticato anche la programmata esibizione di Currentzis al prossimo Festival di Salisburgo. Roscic si è opposto pure al divieto di esibirsi in Austria per il soprano russo nazionalizzato austriaco Anna Netrebko, di cui l'Opera di stato di Baviera e il Met di New York hanno cancellato le esibizioni perché non ha preso le distanze dal presidente russo, Vladimir Putin, al quale aveva espresso

appoggio in passato. Non è servita l'esplicita condanna della guerra in Ucraina fatta dalla cantante a fine marzo, né che avesse detto di avere incontrato Putin solo "poche volte". Roscic ha ricordato che i teatri pubblici austriaci non stanno

mettendo a contratto artisti che abbiano appoggiato in modo esplicito l'aggressione russa, ma ha aggiunto che non spetta a lui "pretendere che la gente si esprima" sulla guerra

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