Tetyana Haraschuck è una batterista jazz che vive a Winnipeg in Canada, dove si è trasferita qualche anno fa coi suoi genitori. Ma è nata a Kiev, e in Ucraina ha ancora tanti parenti minacciati dalla guerra. Alcuni di loro sono riusciti a passare il confine e rifugiarsi in Polonia, ma la situazione non è semplice nemmeno lì. Così lei è partita per incontrarli
Un viaggio a ritroso, verso le sue origini e verso il Paese da cui milioni di suoi connazionali cercano di fuggire, per salvare un pezzo della propria famiglia. È quello che ha compiuto Tetyana Haraschuck, batterista jazz e compositrice di Winnipeg, in Canada, recandosi al confine tra Ucraina e Polonia per aiutare otto membri della sua famiglia a uscire dal Paese sotto l’attacco russo (LO SPECIALE).
A Valencia per un Master
L’artista aveva già lasciato Winnipeg in autunno per frequentare un Master a Valencia, in Spagna. Mentre si trovava qui, è scoppiata la guerra nel suo Paese di nascita. Inizialmente ha vissuto la guerra a distanza, scrivendone e parlandone spesso sul suo blog personale e sul suo profilo Instagram, documentando il senso di colpa di sentirsi al sicuro mentre i suoi familiari stavano sotto la minaccia dell’esercito russo. Poi, mentre le notizie che riceveva dai parenti si facevano sempre più preoccupanti, ha deciso di partire. Aiutata da un network di amici, ha viaggiato fino alla Polonia, dove ora la sua famiglia è salva, accolta in alloggi temporanei.
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LE PREOCCUPAZIONI PER IL FUTURO
Secondo l’artista, però, la vera sfida comincia ora. I parenti, infatti, ancora non sono cosa gli aspetterà in futuro, quando dovranno lasciare la sistemazione temporanea trovata in Polonia. “Sono venuti qui con nulla – ha raccontato secondo quanto riportato dal sito canadese Global News – Questa casa è una benedizione. Potranno stare qui per un po’, ma poi basta. Quando non potranno più rimanere… cosa faranno? Per loro non c’è niente”. Non solo: “Il problema è che la lingua è un ostacolo enorme, anche in Poloinia. Anche solo provare a fare domanda per un lavoro richiede la conoscenza della lingua”.
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LA RACCOLTA FONDI
Haraschuck ha anche lanciato una raccolta fondi su GoFoundMe per sostenere i propri familiari, in attesa di sapere quale sarà il loro futuro: “Mentre cercano di ricostruire le loro vite, magari prendendo delle decisioni su dove vogliono andare e stare, hanno pur sempre bisogno di sopravvivere”, ha spiegato. I fondi, ha spiegato, saranno destinati alle spese essenziali e immediate, ma anche a provare a pianificare un minimo il futuro: “Non so quanto si potranno fermare qui, magari dovranno spostarsi e avranno bisogno di fare il pieno all’auto. Ne hanno una sola e non ci stanno tutti, quindi avranno bisogno di acquistare biglietti di autobus o aerei…”.
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IL CUORE IN UCRAINA
Con il suo racconto, Haraschuck ha voluto smentire un’idea secondo lei diffusa, quella per cui i profughi, una volta superato il confine, siano al sicuro e le loro difficoltà siano finiti. “Penso che dobbiamo anche capire che durante la guerra il tuo cuore è ancora in Ucraina, con il resto della tua famiglia, con i tuoi amici. Certamente, con la tua città”. E ancora: “Il semplice fatto di essere riuscito a uscire dal Paese ti mette al sicuro… ma la tua mente è confusa. Perché io sono al sicuro? Tutti gli altri non lo sono. Come mi sento? Cosa faccio? Come vado avanti? È tutto molto confuse. L’unica soluzione al problema è fermare la guerra”.