Multitude, il nuovo album di Stromae dopo 9 anni

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Torna dopo 9 anni di silenzio musicale, Stromae con il nuovo album Multitude. Dodici brani, che raccontano le tante sfaccettature dell’animo umano

Sono trascorsi 9 anni da Racine Carrée, che ha venduto oltre 5 milioni di copie in tutto il mondo e consacrato il successo di Stromae. Dopo un lungo silenzio musicale e un periodo di estrema difficoltà e sofferenza fisica, torna oggi l’artista belga con il nuovo album Multitude.

La Multitude dell’essere umano cantata da Stromae

Il nuovo progetto musicale arriva dopo un periodo di difficoltà e sofferenza fisica, che ha costretto l’artista a rallentare, per riposare corpo e riequilibrare la mente. È nel corso di questi 9 anni che Stromae ha osservato il mondo dentro di sé e, con la stessa intimità ed empatia, ha osservato il mondo degli altri. Ha fatto di più: nei panni di quei personaggi osservati ci si è messo con tutte le scarpe e li ha resi protagonisti delle sue canzoni. Arrivano così La Solassitude e Mon Amour, Mauvaise Journée e L’Enfer con i loro uomini infelici e depressi, il figlio della prostituta in Fils de Joie, la coppia in difficoltà di Pas Vraiment, le donne sofferenti di Déclaration. Ognuno trova spazio nella musica di Stromae, che si impegna a descrivere la moltitudine degli esseri umani e le sfaccettature in ognuno di noi. Una volontà di descrivere l’altro e cantarne il mondo interiore che si riflette anche nella scelta di suoni etnici e particolari: compaiono quindi il violino cinese, il flauto ney persiano, il charango andino, il tres venezuelano. Multitude non vuole escludere nessuno e racchiude angoli di musica per melodie mongole, colombiane e musica tradizionale sahariana, in una celebrazione di quell’unione complessa e armonica di cui Stromae è diretto testimone, con le sue origini ruandesi e fiamminghe.

Stromae - photo Sante - credits 2021 michael ferire_m

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Il ritorno di Stromae, dopo un matrimonio e un figlio

Nei nove anni di silenzio musicale, Stromae non ha solamente osservato gli altri. Ha più di tutto vissuto: si è sposato, ha avuto un figlio. “Ci possono sicuramente essere conseguenze sul fatto che io non abbia pubblicato altri dischi, ma sono fortunato. Avevo semplicemente bisogno di vivere, sposarmi, avere un figlio, una vita normale. La vita fatta di concerti o di interviste, in fondo, non è così interessante da raccontare al pubblico e io sentivo il bisogno di avere qualcosa di normale e di interessante da dire e nuovi punti di vista. Molti artisti ricevono pressioni per uscire velocemente con nuovi album e non essere dimenticati, ma non credo sia la cosa migliore, bisogna prendersi il tempo che serve”. Esperienze che hanno influenzato l’artista nella scrittura e nella visione della vita: “Essere genitore ha cambiato i miei orari: durante la composizione dell’album lavoravo dalle 9 alle 17, perché poi dovevo andare a prendere mio figlio. È tutto totalmente nuovo e speciale per me. Prima la mia creatività arrivava dalla sofferenza, ma oggi ho sperimentato che per essere creativo non devi necessariamente soffrire”. Nove anni che per Stromae sono stati normali e intensi. Dal 2015 ha lanciato cinque collezioni di abbigliamento e la sua etichetta Mosaert, fondata nel 2009 insieme a Luc Van Haver e alla stilista Coralie Barbier, ha lavorato alla realizzazione di video per Dua Lipa (IDG) e Billie Eilish (Hostage). E finalmente dopo 9 anni di attesa Stromae è pronto per tornare in Italia: l’artista belga è atteso il 20 luglio al Milano Summer Festival all’Ippodromo Snai San Siro e il 16 maggio 2023 al Palazzo dello Sport di Roma.

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