Senza_Cri e il sogno Sanremo col brano A Me: "Voglio sentirmi donna e bambina per sempre"

Musica

Fabrizio Basso

È tra i 12 finalisti di Sanremo Giovani col brano “A me” (UtoPublishing, produzione artistica Kaleido), una ballad intensa che ha permesso alla promettente cantautrice brindisina di vincere Area Sanremo. La canzone farà parte del primo Ep "Salto nel vuoto", prodotto da Demetrio Sartorio e Carlo Giardina, di prossima pubblicazione. L'INTERVISTA

Comunque vada, lei l'Ariston lo ha già conquistato. Una prima volta vincendo Area Sanremo, poi ammutolendolo in occasione del Premio Tenco. Senza_Cri mercoledì 15 dicembre sarà tra i 12 nomi che si affronteranno a colpi di musica per intascare uno dei due posti tra i big la prima settimana di febbraio. Il brano (speriamo) lasciapassare si intitola A Me ed è una dedica che Cristiana Carella, questo il vero nome (quello artistico glielo hanno dato le sue amiche iscrivendola sui social a sua insaputa) dedica a se stessa e a tutti quelli che hanno bisogno di credere in se stessi. Bisogna riconoscere che a questa ventunenne di Brindisi il coraggio di scoprire idee e pensieri non difetta.

Cristiana quando è nata la canzone e perché hai scelto A me per puntare a Sanremo?
È nata quasi due anni fa e l'ho scelta perché parla di un tema che mi sta a cuore e si avvicina all’attualità: è un periodo in cui non ci amiamo particolarmente e io sprono a farlo di più. Parla di me, e racconta le mie debolezze e come ho fatto a valorizzarle.
All’Ariston per altro sei stata da poco, ospite del Premio Tenco: che impressione ti ha fatto e che ricordi hai di quella serata?
Resterà una delle più bella della mia vita, indescrivibile l’emozione, sono stata trasportata in anni che non erano i miei, ho cantato su un palco dove erano stati Luigi Tenco e Mia Martini. Straordinario toccare quelle tende e assaporare quel dietro le quinte con una storia così grande.
I ricami sulla giacca del video cosa rappresentano?
Sono dei volti, fatti da un brand che fa arte su moda.
Ora che sei più spesso sul palco stai imparando a non nascondere il tuo corpo?
Sul palco non penso a questo, ci porto tutto quello che ho dentro, poi uso anche il mio corpo. Ma ho imparato ad amarmi per salire sul palco ma anche nella vita. Ora ho consapevolezza di me.
Piangi spesso come forma liberatoria?
Ho sempre difficoltà, lo faccio in silenzio, ho il timore di disturbare. Ora so che piangere non è una debolezza, lo faccio spesso e sono felice di farlo.
Ti senti un po’ più donna e un po’ meno bambina?
Mi voglio sentire entrambe per tutta la vita.
C’è una persona dentro la quale ora vorresti essere?
Voglio essere me e nessun altro: ho questa vita, questo corpo e un mio tempo.
Dici che la tristezza non ti lascia mai: ma è tristezza o melanconia?
Tristezza, è quel senso di sentirsi andare su e giù che poi è quello che capita nella vita quotidiana.
Dal pozzo di brutti pensieri si esce con la musica?
Sì almeno per me, ma ognuno può farlo con le sue passioni e i suoi appigli, ognuno ha la sua via di fuga. Io vivo in un mondo molto libero.
Ma adesso dai sveglia…dove vorresti risvegliarti?
Sul palco di Sanremo a febbraio.
Cosa rappresenta il Festival per te? Lo segui?
È tradizione, quasi cultura, lo seguivo fin da piccola. Tutti sul divano con la famiglia. Poi quella città mi porta fortuna.
Ti piace il cast scelto per il 2022 da Amadeus?
Sì, ho delle preferenze ma non mi sbilancio.
Rappresenta il panorama musicale attuale?
Certo e con me ancora di più.
Amor/25 Novembre come è nata? È una canzone matura considerata anche la tua giovane età.
Me lo dicono spesso che sono un po’ più grande della mia età. L'amore non c’entra con la violenza, è sbagliata su chiunque. Ho voluto dare voce a questo sentimento spesso calpestato. La cattiveria non c’entra con l’amore né con certe malattie che andrebbero seguite. Vivo in un mondo dove ci vogliamo tutti bene e giudico per quello che mi dimostrano.
Il brano inizia con non so chi leggerà questa lettera e invece la hanno letta, ascoltata in tanti: ti senti orgogliosa per quello che hai scritto?
Tanto perché è arrivata al cuore di chi ha subito o vissuto da vicino una violenza. La mia è una carezza senza esserci materialmente. La musica fa compagnia senza esserci davvero.
Perché si sogna un amore come quello di Sandra e Raimondo?
È dolce, simpatico, semplice e con tante risate. È giusto e oscilla tra coperte che si alzano e giornali che si leggono.
Oggi siamo una minoranza a sfogliare i quotidiani.
L'importante è che si legga.
Una parola oggi ti basta ancora per domani? Oppure siamo in un mondo di anime morte che vanifica il bello dell’arte e dei sentimenti?
Anche se fossimo in un mondo di anime morte io continuereia regalare una parola oggi per domani.
Ho ascoltato altri tuoi inediti: cosa devo aspettarmi da Salto nel Vuoto?
Un buco nella pancia e spero di far arrivare quello che sto vivendo. Entro nelle orecchie e nei cuori della gente, sono sospesa in aria e felice.
È ancora difficile essere artista nel Sud della generazione Z e dei Millenial?
Mi sono trasferita da Brindisi a Milano quattro anni fa, la mia musica è nata giù ma si è evoluta su. Ciò detto dipende dalla forza di volontà e da quanto ci si crede. Con l'aggiunta di un po’ di fortuna.
A prescindere dal 15, che cosa accadrà nella tua vita?
Prepareremo un tour che mi farà conoscere tante belle persone. Spero il prima possibile. Poi scrivo sempre e confido di farlo sempre per me perché significherebbe che ho emoziono mie da condividere.
Che regalo aspetti sotto l’albero e che regalo farai ai fan?
Il regalo che sogno è l’Ariston tra i big. Per chi mi segue non mancherà qualche canzone o anche un incontro reale entro l'anno. Questo sarebbe un regalone pure per me!

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