Fedez lancia l’album Disumano e annuncia (ironicamente): “Scendo in politica”. VIDEO

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Il rapper, per promuovere il disco in uscita il 26 novembre, ha postato sui social un video in stile presidenziale in cui, vestito in giacca e cravatta, dichiara la sua “discesa in campo”. E spiega: “Vi dico che è possibile realizzare, insieme, un grande incubo. Quello di un’Italia sempre più ingiusta e menefreghista”

Fedez lancia il suo album Disumano, in uscita il prossimo 26 novembre, con un video pubblicato sui propri profili social. Una clip di 50 secondi, in cui il rapper, in giacca, cravatta e cagnolino in mano, è seduto in uno studio e annuncia la sua ironica discesa in campo in politica. Il video è accompagnato dal post: “Scendo in campo perché la politica italiana è una cosa seria. Vota Disumano”, accompagnato dall’hashtag #fedezelezioni2023. Si tratta di un rimando alla notizia, uscita nei giorni scorsi, che ZDF, la società di Fedez, ha registrato il dominio web dal nome fedezelezioni2023.it. Una trovata di marketing legata al disco in uscita, e non certo all'intenzione di fare politica come qualcuno ha pensato, così come l'artista stesso ha spiegato in una storia su Instagram in cui ha mostrato i titoli di diverse testate e programmi tv che hanno abboccato all'esca. 

Il video di Fedez “in politica”

Fedez inizia il video citando un celebre discorso di Silvio Berlusconi: “L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti”. Poi però prosegue su una linea completamente diversa: “Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di truffatore. Qui ho appreso la passione per i preti che fanno i tiktoker. Ho scelto di scendere in campo e di frodare la cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese civile, governato da forze mature e da uomini legati a doppio filo ad un passato di conquiste sindacali e di diritti per tutti”. Infine lancia la sua “forza” politica: “Il movimento politico che vi propongo si chiama, non a caso, Disumano. Vi dico che è possibile realizzare, insieme, un grande incubo. Quello di un’Italia sempre più ingiusta, menefreghista verso chi ha bisogno, e che nelle recite di fine anno della Comunità europea ha il ruolo del cespuglio. Vi dico che possiamo, vi dico che dobbiamo, costruire insieme per noi e per i nostri figli, un nuovo miracolo italiano”. 

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