Stromae, dopo 5 anni di silenzio torna con Santé: il testo del nuovo singolo

Musica

Un ritorno a sorpresa dopo cinque anni. Il brano, con un suono ispirato ai ritmi popolari colombiani e con influenze electro, è un tributo alla working class

Stromae è tra gli artisti internazionali più amati nel nostro paese dove l’artista belga di origini ruandesi è stato accolto tra il 2013 e il 2014 dal pubblico e dalla critica in modo più che entusiastico festeggiando l’innovativo mix di chanson française e musica elettronica che caratterizza da sempre la sua produzione artistica. I fan di tutto il mondo possono finalmente tornare ad ascoltare qualcosa di inedito del produttore, cantante, autore, compositore, performer e regista belga Stromae (il cui nome altro non è che un gioco di parole che arriva dall’inversione sillabica della parola maestro). Registrato a Bruxelles e prodotto da Mosaert (l’etichetta creativa dietro al progetto Stromae), Santé, con un ritmo ispirato ai ritmi popolari colombiani (la Cumbia) con influenze electro, è un tributo alla working class. Un grazie per tutte quelle persone che macinano le loro giornate sempre uguali (mentre gli altri si stanno divertendo) raccontato con una ironia pungente.

Stromae
 era arrivato all’attenzione del grande pubblico nel 2009 grazie alla hit mondiale Alors on danse (tratta dal disco di debutto Cheese che ha totalizzato oltre 2.5 miliardi di stream), brano che ha raggiunto la vetta della classifica in 15 paesi. È nel 2013 però con la pubblicazione del suo secondo album racine carrée che arriva al successo mondiale totalizzando oltre 5.6 milioni di copie vendute nel mondo.

Pluripremiato sia nel suo paese che all’estero (4 Victoires de la Musique, 4 NRJ Music Awards e un MTV Europe Music Award) Stromae ha registrato oltre 250 date sold out in tutto il mondo (è suo uno dei tour europei che ha incassato di più di sempre) tra cui la partecipazione al Coachella, al Lollapalooza e un indimenticabile concerto al Madison Square Garden nel 2015 (è stato il primo artista ad aver mai tenuto un concerto al Madison Square Garden con un repertorio interamente in francese).

Stromae non è, come dicevamo, solo un artista e performer ma ha trovato in mosaert, la label da lui fondata, un luogo dove far esplodere la sua arte producendo e dirigendo progetti come video musicali (tra cui Billie Eilish, MajorLazer, Dua Lipa, Yaël Naim e Orelsan), linee di abbigliamento e abiti di scena.

La musica di Stromae non ha mai avuto un momento di oblio come dimostra il successo ottenuto quest’anno da Alors on danse su Tik Tok dove oltre 4.6 milioni di video sono stati creati questa estate utilizzando questo brano (che è nella top5 dei brani più utilizzati su Tik Tok con 7 miliardi di view). Questo successo ha riportato il brano anche nelle classifiche digitali di paesi come Germania, Paesi Bassi, Svizzera, Austria, Arabia Saudita, UEA con un aumento di oltre il +127% di stream e +

+39.5% nuovi ascoltatori su Spotify e +49% view su Youtube. Il rapporto tra Stromae e l’Italia è davvero unico. Fin dal primo annuncio, nel luglio 2013, dell’uscita del singolo Papaoutai (https://youtu.be/oiKj0Z_Xnjc) il pubblico e i media italiani hanno apprezzato questo incredibile artista. Il successo del successivo singolo Formidable (https://youtu.be/S_xH7noaqTA) e del disco Racine carrée (un disco che racchiudeva influenze nord africane come nel brano Ave cesaria dedicato alla cantante capoverdiana Cesária Évora, French touch come nella toccante Papaoutai sull’assenza dei padri e canzoni politiche di protesta come l’inequivocabile Bâtard e successi come Tous Les Mêmes http://vevo.ly/WxsMxKnell’autunno dello stesso anno non hanno fatto altro che confermare il talento e l’unicità di questo trentenne belga chiamato a raccogliere l’eredità di artisti come Charles Aznavour e Jacques  BrelLa sua esibizione al Festival di Sanremo nel 2014 ha lasciato il segno sia per l’incredibile capacità interpretativa che per il messaggio di cui è stato portatore su quel palco. È possibile rivedere qui la sua partecipazione: http://shar.es/FYOHc. Quel palco ha portato sicuramente molta fortuna a Stromae che pochi giorni dopo ha segnato un assoluto record nel nostro paese: Stromae e il suo album Racine Carrée sono arrivati nel marzo 2014 al primo posto della classifica degli album più venduti in Italia (fonte GFK Retail & Tecnology), un risultato straordinario per un artista e un album che fino a qualche settimana prima in pochi conoscevano. Come dicevamo un vero e proprio record assoluto dato che non era mai accaduto nella storia delle vendite degli album in Italia che un disco interamente in lingua francese arrivasse a conquistare la vetta della nostra classifica. Ieri come oggi Stromae parla alla e della sua generazione come nessun altro, lo fa perché conosce il dolore della periferia e della vita senza un soldo. Lui, orfano di padre ucciso nel genocidio ruandese e cresciuto dalla madre fiamminga nella periferia di Bruxelles, ha nelle vene sangue meticcio che trova forma nelle sue musiche e nei suoi testi. Nella musica di Stromae si fondano insieme la chanson Française, il suono dell’hip hop e dell’electrodance, le percussioni africane e le melodie più romantiche, il tutto accompagnato da testi che raccontano storie di migliaia di meticci della sua città (Bruxelles), storie d’emigrazione, povertà, colonie, differenze, storie di ieri e di oggi, utilizzando un linguaggio sempre curato e lontano da certe sguaiatezze hip-hop.

Stromae (pseudonimo di Paul Van Haver) ha studiato cinema specializzandosi poi come ingegnere del suono comprendendo fin da subito che sul web non esiste musica senza immagini (e viceversa). Studia mainstream ma si autoproduce.  Ama la musica ma sa usare internet per farsi conoscere diventando una “YouTube star” prima che YouTube creasse delle star. Proprio su YouTube le sue “lezioni”, piccoli sketch comici in cui racconta l’idea delle sue canzoni, sono diventate un culto (i video sono visibili su (http://www.youtube.com/Dapastudio).

Il TESTO DI SANTE'

À ceux qui n'en ont pas
À ceux qui n'en ont pas

Rosa, Rosa, quand on fout l'bordel, tu nettoies
Et toi, Albert, quand on trinque, tu ramasses les verres
Céline (Céline), 'bataire ('bataire), toi, tu t'prends des vestes au vestiaire
Arlette, arrête, toi, la fête, tu la passes aux toilettes

Et si on célébrait ceux qui n'célèbrent pas
Pour une fois, j'aimerais lever mon verre à ceux qui n'en ont pas
À ceux qui n'en ont pas

Quoi les bonnes manières ? Pourquoi j'ferais semblant ?
Toute façon, elle est payée pour le faire, tu t'prends pour ma mère ?
Dans une heure, j'reviens, qu'ce soit propre, qu'on puisse y manger par terre, trois heures que j'attends
Franchement, ils les fabriquent ou quoi ? Heureusement qu'c'est que deux verres
Appelle-moi ton responsable et fais vite, elle pourrait se finir comme ça, ta carrière

Oui, célébrons ceux qui n'célèbrent pas
Encore une fois, j'aimerais lever mon verre à ceux qui n'en ont pas
À ceux qui n'en ont pas
À ceux qui n'en ont pas

Frotter, frotter, mieux vaut ne pas s'y frotter, frotter si tu n'me connais pas
Brosser, brosser, tu pourras toujours te brosser, brosser si tu n'me respectes pas

Oui, célébrons ceux qui n'célèbrent pas
Encore une fois, j'aimerais lever mon verre à ceux qui n'en ont pas
À ceux qui n'en ont pas

Pilote d'avion ou infirmière, chauffeur de camion ou hôtesse de l'air
Boulanger ou marin-pêcheur, un verre aux champions des pires horaires
Aux jeunes parents bercés par les pleurs, aux insomniaques de profession
Et tous ceux qui souffrent de peine de cœur, qui n'ont pas l'cœur aux célébrations
Qui n'ont pas l'cœur aux célébrations

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