Alanis Morissette contro il documentario “Jagged”: «Sono stata ingannata»

Musica

Camilla Sernagiotto

©Getty

La popstar ha diffuso un comunicato in cui si allontana dal film che è stato appena presentato al Toronto Film Festival 2021. "Ho partecipato al progetto per celebrare il 25esimo anniversario di 'Jagged Little Pill'. [...] Sono stata ingannata da una falsa atmosfera di sicurezza", dichiara l'artista. Aggiungendo che il docu "include implicazioni e fatti che sono falsi"

Alanis Morissette ha criticato pubblicamente il documentario "Jagged", il film che è stato appena presentato in anteprima mondiale al Toronto Film Festival 2021 che racconta l'inizio della sua carriera, soffermandosi proprio sull'uscita di quello che è stato il disco che l'ha consacrata a popstar, ossia Jagged Little Pill.

Questo documentario ha fatto molto parlare di sé (e di lei) in questi giorni, per le dichiarazioni con cui ,per la prima volta pubblicamente, l'artista ha confessato di essere stata stuprata all'età di 15 anni da più uomini.

Poche ore fa la cantante canadese naturalizzata statunitense ha diffuso un comunicato in cui spiega cosa è successo, prendendo le distanze dal film in maniera decisa.
"Ho partecipato al progetto per celebrare il 25esimo anniversario di Jagged Little Pill", ha esordito, spiegando subito dopo che il periodo in cui le interviste sono state effettuate è stato molto particolare per lei, davvero drammatico.

"Sono stata intervistata in un momento di grande vulnerabilità. Ero nel bel mezzo della mia terza depressione post parto, durante il lockdown", continua la cantautrice. Fino alla rivelazione: "Sono stata ingannata da una falsa atmosfera di sicurezza".
Alanis Morissette afferma che soltanto quando ha visto la prima versione del documentario ha purtroppo capito l'obiettivo di quel film.

"Il loro piano osceno è diventato evidente subito dopo aver visto la prima versione", ha dichiarato, rivelando che quella non è la storia che lei ha accettato di raccontare.
Ciò che è uscito è un documentario che "include implicazioni e fatti che sono falsi", queste le sue parole.

Non è chiaro se la musicista si riferisca al particolare delle violenze sessuali che ha subito durante l'adolescenza, che sono state "spiattellate" pubblicamente nel documentario forse senza che lei ne fosse al corrente, forse? Per adesso non sono chiarissimi i motivi del dietro-front che Alanis Morissette ha fatto in queste ore. Forse quando il documentario uscirà, capiremo meglio a cosa la popstar si riferisce.

Le violenze sessuali

Nel documentario "Jagged" compare per la prima volta pubblicamente  il racconto degli stupri che Alanis Morissette ha subito all'età di 15 anni, violenze che le sono state perpetrate da più uomini.

"Mi ci sono voluti anni di terapia solo per ammetterlo", racconta nel film. "Mi dicevo sempre che ero consenziente, ma poi mi ricordavano che a 15 anni non puoi esserlo. Ho aspettato trent’anni per dirlo, perché nessuno ascolta le donne. Quasi tutte le donne nel mondo della musica sono state aggredite, molestate o stuprate. È un aspetto onnipresente, più nella musica che nel cinema".

NEW YORK, NEW YORK - DECEMBER 05: Alanis Morissette and cast pose during the curtain call of the opening night of the broadway show "Jagged Little Pill" at Broadhurst Theatre on December 05, 2019 in New York City. (Photo by Daniel Zuchnik/Getty Images)

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Il documentario

"Jagged" è il film di genere documentario diretto dalla regista Alison Klayman che ha appena debuttato al Toronto International Film Festival.

Come riportato dal Washington Post, venerdì 10 settembre Alanis Morissette si è detta non soddisfatta del prodotto finale, motivo per cui ha deciso di non prendere parte alla prima del documentario.

"È così che ho scoperto che le nostre visioni sono dolorosamente divergenti. Non è la storia che ho accettato di raccontare", ha affermato la popstar nel comunicato che nelle scorse ore è stato diffuso dal suo staff.

La regista Alison Klayman e HBO (dove il documentario andrà in onda il prossimo autunno) per adesso non hanno commentato, nemmeno incalzati dal magazine Rolling Stone che gli avrebbe chiesto una dichiarazione in risposata al comunicato della cantante.

Alanis Morissette ha detto che non prenderà parte a nessuno degli eventi legati al documentario e ha paragonato "Jagged" ad altre "storie e biografie non autorizzate" uscite negli anni.
E comunque, a livello pratico, per lei sarebbe impossibile partecipare a molti degli eventi che verranno organizzati per promuovere questo film poiché è al momento in tour per portare live il suo ultimo album in studio, "Such Pretty Forks in the Road" uscito nel 2020.

"Nonostante il film abbia bei momenti e racconti accuratamente diversi elementi della mia vicenda, non voglio supportare una visione riduttiva di una storia troppo sfumata perché loro possano capirla o raccontarla", ha aggiunto la cantante.

BEVERLY HILLS, CA - MAY 19:  Alanis Morissette performs at the Marianne Williamson campaign rally at Saban Theatre on May 19, 2014 in Beverly Hills, California.  (Photo by Tibrina Hobson/Getty Images)

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Le parole della regista Alison Klayman

La regista di "Jagged", Alison Klayman, senza scendere nel merito delle accuse di Alanis Morissette - e soprattutto senza offrire alcun tipo di ulteriore dettaglio - ha voluto rispondere in maniera generica ai commenti della cantante. Con uno scontatissimo "Ovviamente vorrei che venisse alla prima".
Queste le parole che Klayman ha rilasciato in un'intervista con il Washington Post.

"Girare questo film è stato un onore e ne vado fiero. Spero che ci saranno altre opportunità in futuro per coinvolgerla in un evento", ha aggiunto Alison Klayman. Che o non ha capito l'antifona oppure spera che le acque si calmino da sole...

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