Il cantante è il protagonista della nuova puntata di “Stories Live”, il ciclo di interviste ai protagonisti dello spettacolo di Sky TG24. Il cantante, per l'occasione, regala un mix di parole e musica, con alcune delle sue canzoni più belle eseguite dal vivo, in uno studio intimo e caldo
Francesco Motta, in arte Motta è l'ospite d'eccezione della nuova puntata di Stories Live condotto come di consueto dal vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Francesco Venuto. Il cantante, per l'occasione, regala un mix di parole e musica, con alcune delle sue canzoni più belle eseguite dal vivo, in uno studio intimo e caldo. Accompagnato da una parte della sua band, il cantautore propone negli studi in cui è osspite alcune delle tracce del nuovo lavoro e brani più vecchi, fra cui Via delle luce, La fine dei vent’anni, Mi parli di te, Vivere o morire, A te e Ieri l’altro.
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Motta presenta Semplice: "Le canzoni più importanti di chi le scrive"
Un viaggio che parte da ‘Semplice’, il terzo album dell’artista livornese che – dice – ha fatto “un lavoro enorme per andare a togliere il superfluo, la cosa più difficile del mondo” e “quello che è successo nell’ultimo anno ha accelerato una serie di domande apparentemente banali come ‘Perché faccio questo mestiere?’ o ‘Come sto?’. Scandagliando il suo percorso artistico, che si intreccia inevitabilmente con quello umano e personale ammette di aver fatto dei passi in avanti: “Alla fine – riflette - sono un artigiano e ho capito che le canzoni sono importantissime per me. Ma non lo devo far pesare a tutto il mondo”, vedendo i rispecchiate le conseguenze di questo cammino interiore anche nella vena compositiva: “Mi sono accorto che in questo disco c’è molta più luce rispetto a prima”. E a dimostrazione comunque della grande identificazione che ha con la sua musica e l’urgenza artistica e intima che ne deriva, il cantautore e polistrumentista afferma che preferirebbe “scrivere la canzone
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Motta, è uscita la canzone E poi finisco per amarti: album in arrivo
In questo anno tragico, in cui soprattutto chi vive d’arte ha dovuto suo malgrado fermarsi (“alcuni fra i tecnici più bravi al mondo hanno cambiato addirittura mestiere, e non hanno nessuna voglia di tornare indietro”), Motta rivela di aver egli stesso messo in discussione per la prima volta il suo mestiere (“Da quando sono mancate le pacche sulle spalle ai concerti mi sono ritrovato davanti al pianoforte chiedendomi davvero ‘Perché lo faccio?’ e ho capito che lo faccio perché altrimenti morirei”), e confessa la sua grande voglia di tornare ad esibirsi dal vivo: “Stare sul palco è la droga più bella del mondo”. “Per fortuna – dice ancora - ho vissuto questa esperienza della pandemia non da solo, perché altrimenti non so se sarei arrivato fino in fondo. Oltre a Carolina (Crescentini) mi hanno aiutato lo psicologo e le poche persone che ci sono state e la musica, che pe l’ennesima volta mi ha salvato la vita”.
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Motta, le frasi più belle delle sue canzoni
Tra una canzone e l’altra emergono anche ricordi e aneddoti, come la genesi dell’unico duetto dell’album (‘Qualcosa di normale’) nato da un consiglio di Francesco De Gregori, di cui racconta: “Qualche mese fa ho sognato che veniva a casa mia per ascoltare una canzone. Dopo aver detto a Caterina Caselli che alla luce del sogno non potevo non contattarlo, gli ho scritto. E lui l’ha ascoltata davvero consigliandomi di cantarla con una donna per questo ho scelto mia sorella, una delle mie voci italiane preferite”. Infine, nel percorso di maturazione psicologica fatto fino ad ora e dopo aver risolto le incomprensioni con i genitori, in particolare con il padre, si dichiara pronto ad esserlo a sua volta: “Mi piacerebbe, ora che ho accettato il fatto che anche loro possono sbagliare”.