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Sanremo 2021, La Rappresentante di Lista viaggia da Amare a My Mamma

Musica

Fabrizio Basso

La band e nata nel 2011 dall’incontro tra la cantante Veronica Lucchesi e il polistrumentista Dario Mangiaracina. Al Festival ha portato un verbo all'infinito portare di un movimento che può arrivare lontanissimo. L'INTERVISTA

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Da Amare a My Mamma, il nuovo album de La Rappresentante di Lista che è la

naturale prosecuzione dei temi raccontati nel loro precedente lavoro Go Go Diva: amare, amarsi, costruire ponti, l’incontro con l’altro. La scrittura usata per esorcizzare la solitudine, che ha dato ancora maggior eco a temi ai quali sono da sempre più legati: corpo/genere/femminilità/femminismo, ma anche e più nello specifico inclusività/passione/ accoglienza/rinascita.
 

Durante la serata delle cover avete scelto di duettare con Donatella Rettore, perché avete scelto lei?
Lei come noi è anticonformista, dinamica e nasce dal teatro quindi dedica molta cura alla mimica. I suoi contenuti non li vuole far passare solo con la musica ma anche come si pone, con tutta la performance.

My Mamma è il titolo dell’album appena uscito: come lo raccontate?

Ci piace parlare di un percorso di crescita, le canzoni sono collegate tra loro. L’ultima traccia del disco anticipa già cosa succederà nel prossimo album come è stato anche

per Go Go Diva, dove l’ultimo brano Wow andava già ad anticipare My Mamma.
Ha un tema trainante?
My Mamma parla della relazione con l’altro fino ad arrivare a un coro, un percorso di collettività e crescita. Secondo noi la crescita è impossibile senza l’incontro con la collettività.
Il titolo?
Si chiama così perche parla anche di eredità, abbiamo 30 anni e iniziamo a ragionare su cosa vuol dire lasciare qualcosa a qualcuno, al pianeta. My Mamma è il nostro quarto disco e denota una crescita, ci sono scelte da prendere per noi parlare di comunità. Questo significa condividere quello che facciamo. Per realizzarlo c’è stato bisogno di tanti musicisti.

Com’è stato l’impatto con il palco dell’Ariston senza pubblico?

Crediamo che sia lo stesso di quando si affronta un pubblico che non si conosce.

L’Ariston da emozioni forti perché trasmette un senso di responsabilità. La musica dal vivo da sempre emozioni.
I messaggi che volevate mandare sono stati recepiti?
Meglio di quello che credevamo. Ci sono piaciute le due serate dove non c’era nulla, nemmeno i palloncini perché ci è piaciuta la crudezza dell’immagine di quella platea vuota. Fare il Festival in questo modo è stata una scelta coraggiosa, le performance dei musicisti sono talmente veloci e adrenaliniche che la mancanza del pubblico non la sentivamo così tanto; chi è messo più in difficoltà sono i conduttori. Noi speriamo che Sanremo sia un "la" alla riapertura degli spazi culturali.

Avete frequentato molti palchi ma cosa provate su un palco così mainstream?

È una figata incredibile. Da musicisti ti diciamo che il palco dell’Ariston è come gli altri ma è incredibile l’esposizione che si ha e quanto i messaggi che si possono lanciare possono diventare grandi. I segni che stiamo lasciando vengono raccolti abbastanza bene.

Oltre ad Amare c'è un brano dell’album che avreste voluto portare sul palco di Sanremo?

I brani di My Mamma sono sono tutti dei potenziali singoli, per noi qualunque canzone sarebbe stata buona perché avremmo virato la nostra performance su ognuna delle canzoni.

Grazie al Festival avete avuto feedback positivi da persone che prima non vi conoscevano?

Siamo felicemente sorpresi, tantissimi ci scrivono “scusate se non conoscevo la vostra musica”. Abbiam visto tantissimi video di ragazze con l’ascella colorata di rosa. Non ci aspettavamo assolutamente tutto questo.

Dove è stato girato il video di Amare?

Lo abbiamo girato ai Cantieri Culturali Zisa a Palermo, è una piccola città dentro la città. E' un luogo meraviglioso che questo momento sta soffrendo perché è isolato, abbandonato. Abbiamo cercato di riportarlo in vita, di dare spazio e voce a questi luoghi che sono i teatri, gli spazi di condivisione, i centri di cultura. Spazi che hanno bisogno di mostrarsi e di mostrare la forza che hanno all’interno.

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