Venerdì 22 gennaio 2021 uscirà BRIGATABIANCA, il secondo album solista dell'artista che arriva a distanza di quattro anni dal suo primo disco Il Codice Della Bellezza, pubblicato a febbraio 2017
A quattro anni di distanza dal primo album da solista Samuel, compositore e frontman del gruppo musicale Subsonica, esce venerdì 22 gennaio 2021 con l’album BRIGATABIANCA. Anticipato dai singoli "Tra un Anno” e “Cocoricò”, il disco presenta 15 tracce in cui Samuel compone, suona e canta nel Golfo Mistico, lo studio in cui si è rifugiato durante questi mesi di pandemia, per creare nuova musica.
I brani, diversi fra loro, si amalgamano alla perfezione offrendo le molteplici sfaccettature e influenze di Samuel degli ultimi anni. A completare la Brigata si uniscono le collaborazioni con Colapesce, Ensi, Fulminacci, Willie Peyote e Johnny Marsiglia che danno vita a cinque featuring trascinanti, oltre ai diversi produttori che hanno partecipato: Ale Bavo, Dade, MACE & Venerus, Machweo, Michele Canova, Federico Nardelli e Strage. Fra i nomi dei musicisti da segnalare il tocco di Roy Paci all’arrangiamento, direzione dei fiati, alla tromba e flicorno soprano in due tracce.
La copertina, da dove nasce l’idea di questa forte iconografia?
Quando penso ad una rappresentazione grafica di un album, così come quando scrivo le canzoni, mi lascio trascinare da ciò che succede. In questo album in particolare volevo parlare di bandiere e con un amico designer di Torino, Marco Rainò, abbiamo disegnato per ogni titolo di canzone una mini bandiera che raccontasse graficamente il gesto compositivo. Da lì l’idea di una bandiera più grande che le raccogliesse tutte sotto il titolo BRIGATABIANCA: un disco che nasce solitario e che voleva essere condiviso con i miei amici, la mia brigata.
La grande varietà di suggestioni che sentiamo in questo disco è un riferimento alla sua “brigata”?
Si esatto, una truppa allegra e multiforme che ha lavorato con me in questo periodo, un collettivo prezioso, non solo di lavoro ma anche di amici, che ha contribuito alla nascita di questo progetto discografico.
Chi l’ha ispirata nel look?
Con l’amico Francesco Pignatelli, famoso stilista di abiti per cerimonie, abbiamo deciso di costruire questa sorta di giacca da “ussaro contemporaneo” con tutti i nomi della canzoni raffigurate a bandiera sopra. Il colbacco invece lo avevo a casa, souvenir di un viaggio fatto alla ricerca dell’aura boreale in Islanda.
Cosa troviamo di diverso di Samuel in questo disco?
In realtà con BRIGATABIANCA ho sentito la necessità di tornare all’elettronica, da sempre il mio alfabeto, alla musica tribale e all’hip hop, che ascoltavo già tantissimi anni fa. La musica è il mio cibo, e questi sono i generi dei quali mi sono sempre nutrito. Un Samuel diverso l’ho mostrato nel primo album da solista “Il Codice Della Bellezza” dove ho voluto staccare dal mio mondo sonoro tuffandomi nel pop, e la produzione mi ha aiutato in questo senso nel realizzarlo come lo immaginavo.
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Ci racconta la canzone Cocoricò?
Questo brano parla di una nottata che i Subsonica e i Bluvertigo hanno trascorso, negli anni novanta, al Velvet di Rimini. È un brano che nasce in un momento in cui ho sentito la necessità di ampliare la visione del mio album, e generalmente quando hai questa urgenza ti viene da chiamare gli amici, creare sessioni di scrittura, passare i giorni in studio a lavorare. Di Colapesce mi ha sempre colpito il modo di scrivere, la capacità armonica e melodica di raccontare le cose, che sento molto vicina a me. Ho passato due bellissimi giorni in studio con lui e il suo produttore Federico Nardelli, che hanno poi portato alla nascita di questo brano.
“Felicità è un nodo da sciogliere” riflessione questa che nasce dal periodo pandemico che stiamo vivendo?
È un brano che è nato prima delle pandemia, uno dei momenti forse più leggeri della mia vita. Una traccia che nasce dalla riflessione che la felicità non è l’arrivo, ma la sua ricerca, il percorso stesso che ti porta alla felicità. Stilisticamente è il brano più cantautorale del disco. La mia felicità è il mio percorso, averlo fatto come volevo io, con le persone che volevo, ed essere oggi qui.
In “Io e te” parla di cambiamenti, a cosa si riferisce?
Negli ultimi due anni ho avuto un periodo deflagrante, un percorso accidentato e importante che mi ha fatto capire ciò che non volevo nella mia vita. Così ho stilato una sorta di elenco dei buoni propositi al contrario, partendo da ciò che bisogna lasciarsi alle spalle per ridisegnare la propria vita. Abbandonata la paura dell'abitudine e le frenesie dell'esistenza che ci tengono lontani da chi amiamo, resta la voglia di fermarsi. Per riprendere quel dialogo che sembrava sospeso con una persona che abbiamo appena sfiorato. E concedersi finalmente la possibilità di cominciare a vivere davvero insieme.
Il brano Veramente racconta una storia da lei vissuta in prima persona.
L'estate scorsa, mentre parlavo di ecologia con un pescatore, mi sono accorto che aveva appena gettato il mozzicone di una sigaretta tra le onde. Questo gesto mi ha fatto riflettere sulle ipocrisie degli esseri umani, quelle in cui scivolano ogni volta che predicando il bene. Non solo nelle grandi scelte etiche ma anche in quelle quotidiane. E io non faccio eccezione. Molte delle contraddizioni che denuncio nella canzone, sono le medesime in cui io stesso inciampo nella vita di tutti i giorni. La domanda è: vogliamo veramente essere così? Vogliamo veramente vivere così?
I compagni di Subsonica hanno avuto modo di ascoltare il suo nuovo disco?
Non so se hanno avuto modo di sentirlo, è da marzo scorso che non riusciamo a vederci. Siamo sinceri nei nostri rapporti musicali, aspetto con gioia i loro giudizi che per me sono molto importanti.