Donald Trump senza Gloria, Umberto Tozzi si dissocia: "E' un inno all'amore"

Musica

Un video in cui il presidente uscente degli USA assiste alle scene di Washington con la canzone in sottofondo ha provocato la reazione del cantante torinese: "Sono sempre stato contro la violenza e a favore del dialogo"

Un tocco involontario di musica italiana in uno dei passaggi più cupi della storia del dopoguerra americano: lo scorso 6 gennaio le inquietanti scene da Washington hanno rapidamente fatto il giro del mondo, ma nella valanga di video comparsi sui social a molti non è sfuggita la colonna sonora di sottofondo a un video in cui la famiglia Trump al gran completo assiste senza particolari preoccupazioni alle immagini provenienti dal Campidoglio.

Avrete sicuramente riconosciuto la melodia di Gloria, uno dei maggiori successi di Umberto Tozzi, qui nella versione inglese resa celebre in America da Laura Branigan. Le canzoni del cantante torinese vengono spesso utilizzate da Hollywood, proprio a cominciare da Gloria (gli esempi più famosi, ma non gli unici, in Wolf of Wall Street di Martin Scorsese e Tonya con Margot Robbie): ma a Tozzi non ha fatto piacere vedere associata una delle sue opere più allegre e spensierate a un momento così negativo: perciò ieri pomeriggio ha pubblicato un video su Twitter in cui ha preso le distanze dall'ormai ex presidente degli Stati Uniti.

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“Mi è stato mostrato un video in cui una delle mie canzoni più famose e alle quali tengo di più è stata usata durante azioni di inaudita violenza fisica e verbale da Donald Trump e dal suo staff", ha dichiarato Tozzi. "Ho sempre preferito l'amore alla violenza, il dialogo alla forza. Nelle mie canzoni canto la bellezza della vita. Per questo mi dissocio e sono pronto in qualità di autore a difendere le origini e i principi di questa canzone". Anche lo staff di Laura Branigan si è dissociata da Trump attraverso le parole su Twitter della manager Kathy Golik: "È assolutamente spaventoso sentire suonare “Gloria” sullo sfondo di un video a larga diffusione del presidente Trump di ieri, visti i tragici, inquietanti e vergognosi avvenimenti accaduti al Campidoglio degli Stati Uniti". E non è certo la prima volta che un musicista preferisce stare alla larga dalle idee o anche dalle semplici scelte musicali dello staff di Trump: negli ultimi anni tanti big della musica USA hanno preso posizione contro il tycoon, da Neil Young ai Rolling Stones.

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