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Pinguini Tattici Nucleari la vita in un "Ahia", dopo il libro il disco

Musica

Fabrizio Basso

La band di Bergamo sarà ospite della semifinale di X Factor, in onda su Sky Uno giovedì 3 dicembre alle ore 21.15. Nell'attesa abbiamo intervistato in anteprima Riccardo Zanotti, il frontman del gruppo

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I Pinguini Tattici Nucleari calano il tris. Dopo il libro e il disco, tutto un Ahai, arriva la partecipazione alla semifinale di X FactorDi questa nuova avventura dei Pinguini, molto a loro agio in queste fredde giornate come loro stessi hanno raccontato, ne ho parlato col frontman Riccardo Zanotti e con un loro giovane fan Davide Del Rio.

Dal libro al disco è sempre un Ahia!

C’è una canzone che è un ponte, in altre trovi temi ricorrenti, c’è molto famiglia che ritorna, tempi che fungono da collegamento ma non è un concept, nelle canzoni devo essere più universale rispetto a un libro.
Meglio Harry Styles e Bon Iver?
Entrambe sono cose belle per quanto gli One Direction non esistano più ma tengono; è formativo avere degli idoli. Io ho i Queen.
Scrivile scemo cosa rappresenta?
Sono i ragazzi che non hanno il coraggio di buttarsi e scrivere una lettera alla persona amata.
Un consiglio a un musicista in erba?
Farsi contaminare e sperare di contaminare a propria volta, mai chiudere occhi e orecchie davanti a nuovi fenomeni musicali. Quando ho capito che la musica deve essere liquida, un grande mare, lì c'è stata la prima svolta. Non schifare mai niente e rifletti sul fatto che a volte sei tu che non capisci se una cosa ti fa schifo. Impara cosa rappreentano le note sul pentagramma. Poi devi capire se davvero è la tua passione. Se per tanto tempo non suoni né scrivi e ti va bene così forse quella non è la tua strada, è l’urgenza arstica di comunicare che va assecondata.
Tu quando hai capito che la musica era la tua strada?
Quando ho ascoltato i Queen con quattro, cinque generi condensati dentro una sola canzone, davvero sembrano tre band in una sola band. Io mi sento sempre camaleontico alla zelig, voglio esprimere me stesso in più modi in cinque minuti di canzone.

Hai davvero il terrore di finire all’inferno e un Ahia divino ti salverà?
L’inferno per un artista è essere dimenticati, temo l’oblio e che le canzoni passino inosservate. L’Ahia non penso che venga da una entità divina, sei tu che ti rendi conto è il momento.
E’ meglio la Stand by Me degli Oasis o di Ben E. King.
Nel mio specifico caso ha attecchito di più quella degli Oasis, li ho vissuti a posteriori ma ricordo che quando ero bambino erano i più importanti insieme agli U2.
Boehemiem racconta qualcosa che è cambiato nella tua vita in estate? L’albero di Natale lo farai o guarderai quello dei vicini?
L’albero lo faccio in giardino perché è la mia festività preferita, non più quella in cui ci si sente più buoni ma di certo regna il buonumore. Mi piace mettere addobbi e ti confesso che non faccio più il presepe per questioni di tempo. Per quanto riguarda la prima domanda c'hai azzeccato: è cambiato qualcosa in poco tempo.
L'ispirazione dove la trovi?
Musica e testi nel mio specifico caso nascono in tempi diversi. Di solito quando c'è una metrica non ben definita, sghemba. Ispirazione è esperienza di vita oppure gente vista una volta sul bus o inventarsi una storia. Sono un fan dell’immaginazione e faccio esercizi che mi hanno aiutato nel lockdown, spesso ho usato l'astrazione perché non stavo facendo nulla come tutti.
Ora che è rimasto il pastello bianco sul diario, sei pentito di non avere usato l’inchiostro simpatico?
La questione non è che rimanga ma che te lo venga a colorare perché ci tiene a te. Mai pentito di avere lasciato scritto una incisione, ho sempre odiato le matite, mi piace l’immediatezza del momento e rifuggo l'idea di cancellare e rivedere. Non credo nelle seconde possibilità.
I cantautori sono destinati a essere capiti ma mai compresi: ti inquieta?
Eccome. Essere capiti è primordiale, essere compreso a fondo significa che non è una canzone a lasciare il segno ma l’opera omnia è stata compresa.

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Chi è la Giulia della canzone?
E' una storia vera, non avvenuta in quelle modalità perché tendo a non scrivere tutta la verità altrimenti perdo gli amici. Mi sembrava ironica con una resilienza quasi ingenua con quell'invito a non fare rumore.
Musicalmente come lavori?
Fondamentalmente col piano. Ora ho ripreso un po’ con la chitarra e mi spiace non saper suonare il sax che trovo affascinante nonostante tanti lo pensano noioso ti assicuro che ha mille sfumature.
Con che strumento hai iniziato?
La batteria è lo strumento di cui sono più innamorato e può svoltare una canzone. Poi chitarra classica, basso e chitarra elettrica. All’università mi sono avvicinato al piano e per anni son andato avanti per quello.
La programmazione natalizia di Radio Tram Tram?
Una canzone agrodolce, né triste né felice, tipo Giulia dove se succede qualcosa di terribile non viene presa poi così male.
Hai tue canzoni preferite?
E’ come chiedere a mamma e papà che figlio amano di più che poi hanno sempre un preferito ma non lo dicono. Io non amo tutti i miei fligli allo stesso modo, certo Ringo Starr ci ha fatto fare un passo avanti ma non è la cosa più bella che abbia mai scritto. Di Cancelleria ne vado fiero, è ingenuo ma lo ho scritto a 18 anni. Ed è la più divertente da fare live. Un musicista è un rischiatutto per natura.
Ascolti musica classica?
All’asilo, e andavo in un bell’asilo, l'unico problema era in mensa, eravamo costretti a mangiare le cose più disparate, tipo i kiwi. Io odiavo i pezzi di pomodoro e me ne davano sempre di più. Ecco per anni mi hanno costretto ad ascoltare la classica e ora ho il rigetto, forse si salva Wagner. Bach non lo digerisco. Con ciò non dico che non vada ascoltata, forse un giorno recupererò!

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