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Trent’anni di Achille Lauro: le curiosità sul cantante, dallo pseudonimo all'autobiografia

Musica
©Getty

L’artista di “Rolls Royce” e “Me ne frego”, vero nome Lauro De Marinis, è nato a Verona l’11 luglio del 1990. Con i suoi look stravaganti e i brani diventati hit, si è fatto conoscere al pubblico, in particolare, per le originali esibizioni durante il Festival di Sanremo. Tra l'adolescenza nella periferia di Roma e le rivisitazioni del Vangelo, ecco cosa sapere sul musicista italiano

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Achille Lauro, con le sue partecipazioni al Festival di Sanremo e le esibizioni spettacolari, ha affascinato e sconvolto fan e critici. Prima con Rolls Royce - il cui testo è stato interpretato in vari modi suscitando alcune polemiche - poi con Me ne frego - brano cantato sul palco dell’Ariston con outfit a dir poco spettacolari e stravaganti ispirati a diversi personaggi - il musicista ha dimostrato di saper stupire e attirare attenzione con le sue creazioni. Nato l’11 luglio del 1990 a Verona, ma cresciuto a Roma, il rapper, a 30 anni ha già all’attivo cinque album e due libri, di cui un’autobiografia. A partire dal vero nome, Lauro De Marinis, ecco 10 curiosità su di lui.

Perché Achille Lauro?

Il nome d’arte è un mix tra il suo vero appellativo Lauro e quello dell’eroe greco Achille. Ma il cantante ha dichiarato di averlo scelto perché molti associavano il suo nome di battesimo al cognome dell’armatore napoletano, appunto Achille Lauro, e di aver voluto sfruttare quel soprannome per la sua musica. Figlio di un magistrato, il cantante viene introdotto nel mondo dell’hip pop underground dal fratello, producer dei Quarto Blocco, che gli fa conoscere l’ambiente punk romano.

L’adolescenza alla periferia di Roma

All’età di 14 anni sceglie di restare a vivere nella Capitale con il fratello, più grande di lui di 5 anni, mentre i genitori si trasferiscono in un’altra città. In un’intervista Lauro ha confessato di aver vissuto in una comune. “C’erano altri venti ragazzi - ha raccontato - chi scriveva, chi dipingeva, chi incideva musica a torso nudo… Così ho iniziato a scrivere, disegnare, incidere”.

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Achille Lauro e la musica

Il cantante ha rivelato di ascoltare ogni tipo di musica, anche quella classica. Fin da bambino è stato abituato a vari generi: a partire dal padre che in macchina cantava “Una carezza in un pugno”, alla cugina che ascoltava i Take That fino alla famiglia che si riuniva davanti alla tv per vedere il Festival di Sanremo.

Il rapporto con la droga

Sulle storie che circolano su di lui e sul suo rapporto con la droga, Achille Lauro ha più volte spiegato di essere cresciuto in un ambiente difficile e di essere entrato in contatto con quel tipo di problematiche e, proprio per questo, invita le persone “a non distruggere la loro vita”.

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Achille Lauro a Sanremo 2020 - ©Getty

Icona di stile

Con i look sfoggiati durante il Festival di Sanremo del 2020 si è imposto come vera e propria icona di stile. Nella prima serata ha indossato una tutina color carne con l'intento di rappresentare sul palco l’affresco “Storie di San Francesco”, attribuito a Giotto e conservato all’interno della Basilica superiore di Assisi.

La rivisitazione del Vangelo

Nel suo primo album Achille Idol l’immortale, pubblicato nel 2014, alla fine di ogni canzone c’è una lettura rivisitata di un verso del Vangelo, in cui paragona la visione ipotetica di un Dio con quella di un essere umano cresciuto in un contesto popolare.

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Achille Lauro a Sanremo 2020 - ©Getty

L’amicizia con Boss Doms e l’etichetta discografica

All’inizio della carriera, grazie a Noyz Narcos, entra in Roccia Music, etichetta di Shablo e Marracash. Molto legato, fin dall’adolescenza, al produttore musicale Boss Doms, con lui Achille Lauro ha partecipato a Pechino Express nel 2017 e il bacio che i due si sono scambiati sul palco dell’Ariston nel 2020 ha suscitato scalpore.

Il successo e il libro autobiografico

Dopo i primi successi, Achille Lauro ha fondato una sua etichetta discografica, la “No Face”, di cui la madre è amministratrice. Con i soldi guadagnati ha ricomprato i gioielli della nonna che erano stati impegnati dalla famiglia in un periodo di difficoltà. Nel 2020 è stato nominato direttore creativo dell’Elektra Records e ha pubblicato il suo secondo libro: 16 marzo: l’ultima notte. L’anno prima era uscita la sua autobiografia: Sono io Amleto.

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Le influenze musicali

Achille Lauro ha più volte sostenuto di non essere molto vicino al rap italiano e non gli piace essere considerato un trapper. Segue il connazionale Ghali, ma sue fonti d’ispirazione sono soprattutto Travis Scott, 6LACK, Young Thug e Kurt Cobain. Fan di Vasco Rossi, Elvis Presley e dei Beatles, per la svolta rock si sarebbe ispirato a Lucio Battisti e Rino Gaetano.

L’account instagram e il lockdown

Su Instagram Achille Lauro conta oltre 1,3 milioni di follower e, durante il lockdown causato dalla diffusione del Coronavirus in Italia, proprio sul social network ha raccontato di essere rimasto bloccato in un bed&breakfast dal quale ha continuato a lavorare. Ogni giorno l’artista pubblicava IG Stories, in una sorta di diario di bordo, nelle quali spiegava come stava passando la giornata.

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