Sergio Sylvestre sbaglia l'inno d'Italia nella finale di Coppa Italia

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La risposta ai dubbi del web è giunta dallo stesso cantante, che ha spiegato quanto successo su Instagram

Prima della finale di Coppa Italia 2020 tra Napoli e Juventus, vinta dagli azzurri di Gattuso ai calci di rigore, Sergio Sylvestre si è esibito nell’Inno di Mameli. Un clima surreale allo stadio Olimpico di Roma, del tutto privo di pubblico. Il calcio in Italia, come altrove, è ripreso, ma senza consentire ai tifosi di raggiungere gli impianti, date le misure per il coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - I NUMERI ITALIANI: GRAFICHE).

Il giovane cantante ha dunque iniziato a cantare, seguito dai pochi presenti, in campo, in panchina e sugli spalti, per poi bloccarsi. Un breve stop, seguito dal resto del testo cantato ottimamente. Pochi istanti che hanno scatenato gli utenti. Sul web in tantissimi si sono interrogati sull’interruzione, avvenuta mentre Sylvestre non era inquadrato.

Alcuni sostengono si sia trattato di pura emozione, per altri invece aveva dimenticato le parole. La baruffa social è proseguita a lungo, con forti critiche. A spiegare le motivazioni dello stop è stato però lo stesso Sergio Sylvestre. Il cantante ha spiegato il tutto attraverso il proprio profilo Instagram, aggiornando le proprie storie dopo la pioggia di commenti.

Subito dopo l’esibizione, cellulare alla mano, aveva pubblicato un video nel quale spiegava d’essere ancora emozionato. In seguito ha sottolineato come l’emozione della serata di ieri sia riuscita a battere quanto provato ad “Amici” e a “Sanremo”. Ritrovarsi in uno stadio del tutto vacante è stato qualcosa dal grandissimo impatto: “Sentire questo eco fortissimo mi ha bloccato. Sono una persona molto sensibile e cose del genere sul palco mi commuovono. Mi sono bloccato per questo, non perché avessi dimenticato le parole”.

Sergio Sylvestre, Black Lives Matter

Una scelta importante quella di far cantare l’Inno di Mameli a Sergio Sylvestre, dato il clima che si respira nel mondo. Il movimento Black Lives Matter continua a far sentire la propria voce, ottenendo cambiamenti negli Stati Uniti.

Al termine dell’esibizione il giovane cantante ha alzato il proprio pugno chiuso al cielo. Un chiaro messaggio che, così come la sua esibizione, ha scatenato svariati commenti sui social. Si continua a pensare che certe questioni sociali possano riguardare unicamente gli altri Paesi e non l’Italia, non la nostra società. Ecco dunque accuse di voler strumentalizzare l’evento nazionale, rivolte agli organizzatori.

Un’immagine importante quella di Sylvestre all’Olimpico e un gesto, semplice, che riassume la dura battaglia portata avanti. Un pensiero reso ben chiaro da un video pubblicato sul suo profilo Instagram, con sfondo totalmente nero: “Mi sono chiesto tante volte questa domanda. Cosa vuol dire essere nero? Perché il colore della mia pelle mette a disagio alcune persone? Perché porta tanto odio? Come se fosse una malattia, una piaga. Sono stanco di chiedermi perché. Stanco di vedere persone come George Floyd morire per mano del sistema che dovrebbe proteggerci. Potresti non capire cosa voglia dire essere nero. È una mia responsabilità. Quella di non restare più in silenzio. Basta. Black Lives Matter ma non solo per un giorno, non per un trend o un hashtag, che forse ci fa sentire meglio. Siamo stanchi di chiederci perché non possiamo essere noi stessi. Neri”.

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