Livio Cori è Liberato? La teoria sul cantante in gara a Sanremo 2019 con Nino D'Angelo

Musica

Andrea Cominetti

Grazie a un’analisi spettrografica, un esperto ha constatato che la voce del giovane è completamente sovrapponibile a quella dell’anonimo cantautore

Le voci, in effetti, si rincorrevano da mesi, ma adesso potrebbe essere arrivata la conferma: Livio Cori è Liberato. Almeno secondo l'analisi spettrografica effettuata dal professor Ugo Césari, foniatra ed esperto di perizie foniche, che ha comparato la voce dell'anonimo cantautore napoletano a quella di altri sette artisti, tra cui appunto Cori. L'idea, riportata da Fanpage, è venuta allo scrittore e giornalista Gianni Valentino, che ne ha parlato nel libro «Io non sono Liberato», pubblicato da Arcana.

I risultati dell'analisi spettrografica

«Abbiamo lavorato sulle formanti delle vocali, ovvero quei parametri che formano il suono della vocale. Abbiamo misurato anche altri parametri come la durata delle consonanti» ha raccontato il professor Césari al termine dell’analisi, che ha messo a confronto un estratto del brano «Nove maggio» di Liberato e un campione di «Surdat» di Cori. «Le formanti di Livio Cori sono assolutamente sovrapponibili a quelle di Liberato, quindi da un punto di vista dell'analisi spettrografica, Livio Cori è Liberato, assolutamente sì».

L'annunciata rivelazione in «Gomorra»

Come dicevamo, è almeno da un anno che gira quest’indiscrezione, che vuole far coincidere l’identità dell’attore e rapper napoletano a quella del misterioso e incappucciato idolo dell’R&B esploso nel 2017. Un’ipotesi, che, secondo qualcuno, avrebbe dovuto - in realtà, non è successo - essere confermata nel corso della terza stagione di «Gomorra»: serie in cui, peraltro, Cori è stato protagonista. Sia nelle vesti di attore (interpretava il ruolo di O Selfie, un membro della gang dei Talebani) sia in quelle di musicista (è parte della colonna sonora con «Surdat»).

La smentita di Cori

Interrogato tempo fa in merito da Repubblica, Cori aveva categoricamente smentito. «Non sono io Liberato. Lo apprezzo molto perché Napoli in questo momento ha bisogno di una luce che illumini il suo lato creativo. Entrambi usiamo una vena più melodica, possono esistere delle analogie, ma siamo diversi» ha raccontato il giovane, per poi comunque sottolineare «state certi che se pure lo fossi, non ve lo direi».

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