Alessandro Mannarino è un cantautore capace di affrontare temi delicati e tradizioni popolari: la storia di un artista atipico, tra un successo sempre crescente e la ricerca di una quotidianità raccontata in forma di poesia
Cantautore, autore, e artista poliedrico. La carriera artistica di Alessandro Mannarino, conosciuto dal grande pubblico solo come Mannarino, è una continua escalation di notorietà, è fatta di racconti magici ma reali e rinnega l’etichetta del bohemièn. E se sul palco il cantautore nato a Roma è capace di far ballare anche i più scettici, senza però dimenticare la riflessione, nella vita di tutti i giorni rifugge la mondanità e si dedica ai piccoli piaceri della vita e alle abitudini della sua casa di Monte Sacro. La sua vita da artista ricomincia sempre da un viaggio “eremitico”, in solitudine, ma è dal silenzio e da posti in cui la notorietà conta poco che Mannarino ha sempre trovato l’ispirazione per raccontare le sue storie in musica.
Gli esordi artistici di Mannarino e il successo di “Me so’ ‘mbriacato”
La carriera artistica di Alessandro Mannarino parte nel 2001, a 22 anni. Ad accoglierlo è il rione Monti, che fa da palcoscenico ai spettacoli originali nati dalla sua penna, che si pongono a metà strada tra un concerto voce e chitarra e un’attività da dj. Cinque anni più tardi, Mannarino allarga all’intera Capitale il suo teatro fondando la band “Kampina” e, dopo aver ideato con l’autore e attore Massimiliano Bruno lo spettacolo “Roma di notte”, avvia tante collaborazioni extramusicali. Durante uno spettacolo teatrale viene notato da Serena Dandini, che decide di metterlo sotto contratto per la trasmissione “Parla con me” per tre stagioni consecutive. Poco prima Mannarino pubblica il suo primo album “Bar della rabbia”, da subito premiato sia dalla critica che dal pubblico. La notorietà cresce in tv, ma è nelle piazze che Mannarino fa la differenza. Il cantautore romano sceglie però la strada più difficile per il successo: tratta temi complicati e gira un video, quello di “Tevere Grand Hotel”, presso il più grande campo rom d’Europa per trasmettere messaggi profondi anche attraverso la cosiddetta musica leggera. Il suo brano più conosciuto è senza dubbio la ballata romana “Me so’ ‘mbriacato”, capace di essere proclamato doppio disco di platino, in cui il cantautore dichiara tutto il suo amore per la sua donna e per i sapori genuini.
“Supersantos” e “Al monte”, gli album della consacrazione
Le canzoni e i concerti riscuotono un discreto successo, tanto da spingere Mannarino a tornare in studio per raccontare nuovi spaccati di vita quotidiana. Supersantos è il suo secondo album che esce a marzo del 2011 e contiene altri brani che portano il cantautore romano ad essere conosciuto al grande pubblico, come “Rumba magica”, “Serenata lacrimosa” e “Marylou”, sintesi perfetta della poliedricità di Mannarino e della contaminazione multietnica della sua produzione musicale. Il successo continua però anche in tv, dove si propone come firma prestigiosa per la sigla di apertura del programma Ballarò nel 2011. Pochi mesi più tardi collabora con il pittore e scultore piemontese Valerio Berruti, dedicando alla sua mostra “La rivoluzione terrestre” il brano “Vivere la vita”, interamente cantato da un bambino e molto apprezzato dal suo pubblico. L’affetto dei fan si fa sentire soprattutto nelle piazze: da Roma, teatro prediletto da Mannarino per le sue storie di mondo, all’intero territorio nazionale. “Supersantos live” fa registrare sempre il tutto esaurito e funge da trampolino di lancio per una proficua esperienza oltreoceano. Mannarino suona infatti tra New York, Miami e Montreal per l’ “Hit Week Festival”. Nel 2013, il cantautore romano decide di arrangiare nuovamente i suoi brani più famosi per il fortunato tour “Corde: concerto per sole chitarre”, che continua a far registrare il tutto esaurito e che sarà replicato anche nel 2015. Il terzo album di inediti è “Al monte”, pubblicato nel 2014 e anticipato dal singolo “Gli animali”. È il lavoro della maturità e della consacrazione, ma anche dei temi forti: “Scendi giù” vince infatti il Premio Amnesty International Italia 2015 per il miglior testo sui diritti umani, a dimostrazione di una certa sensibilità dell’artista al cospetto delle tematiche umanitarie.
La doppia versione di “Apriti cielo” e un successo multipiattaforma
Seguono due anni di relativo silenzio, in cui Mannarino decide di mettere lo zaino in spalla e di partire per il Brasile per cercare ispirazione. Torna con un carico di brani in grado di conquistare in breve tempo il successo sulle piattaforme digitali e non solo. Si tratta dell’album “Apriti cielo”, anticipato dal singolo omonimo. Seguiranno “Arca di Noè”, in grado di entrare nella classifica dei brani più trasmessi in radio, dal metaforico “Babalù” e dal malinconico “Un’estate”. Il tour riscuote un grande successo, con oltre 100mila biglietti venduti, tanto da suggerire all’autore di pubblicare il suo primo album live. “Apriti cielo live” è quindi un greatest hits atipico, che contiene tutti i brani dell’ultimo album, i grandi classici del repertorio di Mannarino riarrangiati e un’inedito, “Fatte bacià”, brano storico spesso eseguito durante i suoi concerti ma mai inciso fino al 2017. Nel 2018 la promozione di “Apriti cielo” continua con “L’impero crollerà tour” 18 tappe in giro per l’Italia degnamente concluse dalla serata di “casa” in programma il 25 luglio all’Ippodromo Capannelle, una data che preannuncia quelle emozioni speciali che solo un artista romano può sentire mentre suona e canta nella “sua” Roma.