Quando Michael Douglas si ritrovò con Bob Dylan, George Harrison e un cane gigante
SpettacoloOspite in un programma della BBC, il leggendario attore ha raccontato il fortunato e imprevisto incontro con i due grandi della musica nel 1987. Una storia divertente che merita di essere riportata
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C’erano Michael Douglas, George Harrison, Bob Dylan e un cane gigante. Sembra l’antefatto di una barzelletta made in Hollywood ma è solo l’inizio della particolare storia raccontata da Michael Douglas durante la sua ospitata a The One Show sulla BBC. Un aneddoto risalente al 1987 che ci ricorda quanto anche le star siano in fondo esseri umani, capaci di essere buffi o di sentirsi soli come tutti noi.
Un giorno di ordinaria follia
Uno dei film più famosi della carriera di Michael Douglas è Falling Down di Joel Schumacher. Da noi questa pellicola del 1993 è conosciuta come Un giorno di ordinaria follia. Sarebbe stato un titolo perfetto anche per riassumere ciò che accadde in una giornata del 1987 proprio al protagonista di quell’opera filmica. In linea teorica, Michael Douglas dovrebbe essere l’ultima persona al mondo a emozionarsi per l’incontro con un vip: figlio del leggendario attore Kirk, il vincitore di due Premi Oscar ha vissuto tutta la vita a stretto contatto con le più grandi star del firmamento hollywoodiano. Eppure anche Douglas può mettersi nei panni di un comune fan quando di fronte si trova davanti un’icona della musica del calibro di George Harrison.
L’attore si trovò di fronte l’ex membro dei Beatles nella hall dell’albergo in cui alloggiava a Los Angeles. Erano i giorni in cui si tenevano in città i Golden Globe e Douglas doveva recarsi alla premiazione. “Stavo uscendo dall'hotel per andare alla cerimonia e c'era George seduto lì. Ero tipo 'wow'", ha ricordato la star del cinema. In quell’occasione non ci fu tempo per un colloquio tra i due. Michael Douglas era così di fretta che ebbe tempo di dire al suo idolo solo un rapido “sono un tuo fan” prima di lasciare l’edificio.
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“Pronto Michael? Sono George”
L’interprete di Wall Street fece bene a non perdersi in chiacchiere. Quella sera era lui uno dei protagonisti assoluti della serata: venne infatti premiato con un Golden Globe proprio per l’iconico ruolo di Gordon Gekko nel film di Oliver Stone. Dopo le celebrazioni di rito e un’infinita conferenza stampa, Michael Douglas avrebbe voluto festeggiare il traguardo professionale appena raggiunto con qualcuno ma, si rese conto, era rimasto solo. La stampa lo aveva tenuto per tanto tempo impegnato e ormai a quell’ora ogni party era finito. A terra restavano solo i coriandoli e mestamente una delle star più acclamate di Hollywood rientrava nella sua lussuosa stanza d’albergo. Attorno a mezzanotte, lo squillo del telefono ridestò l’esausto attore. Dall’altro capo si trovava un uomo dall’accento inglese che incidentalmente era anche una leggenda della musica: “Ciao Michael, sono George. Posso venire a trovarti con un amico?”
In men che non si dica George Harrison era già davanti alla porta della camera di Douglas. Con lui c’era un collega futuro premio Nobel e l’amico a quattro zampe di quest’ultimo. Michael Douglas aveva la faccia che avremmo tutti noi se davanti la nostra porta trovassimo un mito come… Michael Douglas.
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Bob Dylan e il suo cane gigante goloso di caviale
L’amico di George Harrison appariva piuttosto taciturno, nonostante fosse già famoso per la sua disinvoltura nell’usare le parole quando voleva. Al guinzaglio portava un cane, neanche Michael Douglas sapeva bene di che razza fosse. Poteva solo giurare che fosse “il cane più grande che avessi mai visto”. Bob Dylan quella sera non disse letteralmente nulla. Ad animare la conversazione furono Harrison e Douglas che, a un certo punto, si interruppe per offrire qualcosa ai suoi ospiti. Trovò una scatoletta di caviale e la lasciò lì sul tavolo, pronta ad essere piluccata dai nuovi importanti compagni. Certo l’attore non aveva considerato la fame dell’amico a quattro zampe di Dylan (che ormai potete tranquillamente immaginare come un parente di Clifford, il grande cane rosso dei cartoni animati). L’animale evidentemente aveva una voglia di mangiare proporzionata alla sua mole e si fiondò sul caviale facendone piazza pulita. Quel momento imprevisto riuscì ad arrestare persino il mutismo di Bob Dylan. Il cantante e poeta, autore di classici come Like A Rolling Stone, a quel punto regalò a chi era con lui quella sera una semplice constatazione: “Forte, al cane piace il caviale!”. Non esattamente le parole che ci si aspetterebbe da un futuro Nobel per la letteratura.