"Pieces of a Woman": trailer, trama e recensione del film con Vanessa Kirby

Recensioni

Denise Negri

Un film intimo e potente che parla di un dolore universale che si può provare a superare. Vanessa Kirby e Shia LaBeouf sono i protagonisti del film su Netflix in odore di Oscar.

Pieces of a Woman è un film vero. Vere le emozioni, veri i personaggi, vera la luce.

Non c’è finzione, non ci sono forzature, nulla risulta stucchevolmente costruito.

La sua forza, inutile trovare giri di parole, sta nei primi circa trenta minuti del film: un lungo piano sequenza senza stacchi di montaggio che rendono reale, appunto, questo parto in casa a cui lo spettatore partecipa in maniera totalmente immersiva.

PROTAGONISTE LE EMOZIONI

 

La grande abilità del regista ungherese Kornél Mundruczò è quella di essere riuscito quasi ad annullare la sua regia e la presenza di un set, per dare totale e assoluto spazio alla recitazione. Di aver fatto insomma sembrare semplice una cosa che invece semplice non è per nulla. C’era un copione diviso in capitoli, ha raccontato, ma lo spazio all’improvvisazione degli attori è stato pressoché assoluto. E così troviamo Vanessa Kirby e Shia LaBeouf protagonisti di un qualcosa che ben presto passa dal sembrare uno dei momenti più belli della vita di una coppia, ad una tragedia, perché no il parto in casa non termina con un lieto fine. E così se i primi trenta minuti sono urlati, sofferti, quasi ringhiati perché animalesco è mettere al mondo un figlio, la parte successiva si svolge nel silenzio, scadenzata dal passare delle stagioni e alternata ai pochi litigi tra Martha e Sean (così si chiamano i personaggi) e tra Martha, Sean e la madre di lei.

Un grande dolore porta inevitabilmente a grandi verità e non sempre l’amore gli sopravvive. E’ Vanessa Kirby se si porta addosso un lutto che la rende completamente staccata dall’esterno, quasi dissociata da una quotidianità alla quale invece il compagno e la madre si aggrappano per trovare un colpevole, un appiglio, un perché. Si parla di candidatura all’Oscar, e giustamente, per l’attrice londinese conosciuta in The Crown, perché non solo sembra che davvero stia partorendo lì, in quel momento, ma perché si carica sulle spalle, sul viso e negli occhi una disperazione senza nome e persino un senso di colpa che trascina giù, negli abissi, molte donne che affrontano una perdita così immensa. Era proprio il dare speranza, mostrando il dolore, l’aspetto fondamentale sia per il regista che per la compagna e sceneggiatrice del film Kata Wéber, perchè la storia raccontata in “Pieces of a Woman” è un po' anche la loro storia. Dare voce alle donne, aiutarle a non sentirsi sole e liberarsi da un opprimente senso di vergogna era anche l’ambizione di Vanessa Kirby che a soli 32 anni si è andata a prendere un ruolo di quelli che capitano raramente. Sfida vinta su più fronti anche perché, come ha detto il regista, è un peccato che le emozioni siano diventate un tabù al cinema. Non in “Pieces of a Woman”.

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