
Da Martin Scorsese a Jim Jarmush: 10 film ispirati a Jean-Luc Godard. FOTO
Il celebre regista e sceneggiatore francese è scomparso a 91 anni. Ecco gli artisti che hanno attinto alla sua opera per i propri lavori. LA FOTOGALLERY

"Chi salta nel vuoto non deve alcuna spiegazione a chi sta fermo e guarda". In questa frase è racchiuso tutto il coraggio che il regista e sceneggiatore francese Jean-Luc Godard, scomparso a 91 anni, ha riversato nelle sue straordinarie pellicole. Un maestro dalla cui opera numerosi artisti di rilievo hanno attinto per i propri lavori: ecco i film più belli influenzati da lui (nella foto, una scena di A Bout de Souffle - WEBPHOTO)
Chi era Anna Karina, volto simbolo della Nouvelle Vague e musa di Godard. FOTO.jpg?im=Resize,width=335)
Capolavori come "Fino all'ultimo respiro" (1960) e "Bande à part" (1964) sono tra i lungometraggi di Godard che hanno un posto di rilievo nella storia del cinema mondiale. Al lungometraggio d'esordio di Godard si è ispirato Jim Jarmush per il suo "Stranger Than Paradise - Più strano del Paradiso" (1984) (WEBPHOTO)
Jean-Luc Godard, le foto dei film più famosi.jpg?im=Resize,width=335)
John Lurie è Willie, un hipster newyorkese, che si affeziona alla sua giovane cugina ungherese Eva (Eszter Balint) venuta a trovarlo senza preavviso. Eva, Willie e il suo compagno Eddie (Richard Edson) si imbarcano in un viaggio in Florida, un percorso fisico ma anche filosofico. Il film è famoso anche per essere stato girato con lunghi piano-sequenza (WEBPHOTO)
Addio a Jean Luc Godard
"Buffalo '66" (1998) è considerato il capolavoro dell'attore e regista Vincent Gallo. In questo film vengono esplorati i traumi infantili attraverso il linguaggio cinematografico. La trama diventa un elemento secondario rispetto agli espedienti visivi impiegati dal regista, proprio come ha fatto Godard (WEBPHOTO)

"Il personaggio e i suoi sentimenti sono veri e molte situazioni con la sua famiglia sono simili a quelle che ho vissuto con mia madre e mio padre, così come lo è il concetto di farsi amare da qualcuno, anche con la forza", ha dichiarato Gallo a proposito del suo film, pur smentendo il carattere autobiografico (WEBPHOTO)

"Schizopolis" (1996) di Steven Soderbergh è una commedia sperimentale surrealista che segue l'ascesa di un uomo, interpretato dal regista stesso, che lavora per un guru di un movimento simile a Scientology (YouTube)

A ispirare la tecnica cinematografica usata da Soderbergh è stato tutto il linguaggio di Godard, in particolare quello usato in "Bande à part" (1964) (WEBPHOTO)

Per "Domenica in chiesa, lunedì all'inferno" (1973), Martin Scorsese ha rotto parecchie regole del crime drama, decostruendo e ricomponendo l'identità di un gangster di Little Italy (WEBPHOTO)

Nel film usa le stesse, sovversive tecniche di montaggio utilizzate da Godard nella sequenza d'apertura di "Fino all'ultimo respiro" (1960) (WEBPHOTO)
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"Hong Kong Express" (1994) di Wong Kar-wai è una non convenzionale esplorazione del concetto di amore, raccontato in due storie che si sovrappongono. Protagonisti due poliziotti di Hong Kong innamorati, impegnati a rimuginare sui propri problemi sentimentali (WEBPHOTO)
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Il tema degli amanti persi nelle grandi città moderne, oltre alle tecniche di montaggio che portano lo spettatore al centro della storia, richiama ancora "À bout de souffle" (WEBPHOTO)
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Hal Hartley ha girato "Uomini Semplici" nel 1992, concludendo con questo capitolo la Trilogia di Long Island. Si tratta della storia di un truffatore di New York e di suo fratello, laureato in filosofia, che hanno deciso di partire alla ricerca del padre, diventato un terrorista. Sulla loro strada incontrano l'epilettica Elina e la sua amica Kate (WEBPHOTO)

Hartley cita espilicatamente una scena di "Bande à part", quella in cui Anna Karina e i suoi amici ballano in un fumoso jazz club di Parigi (WEBPHOTO)
In "W.R.: Mysteries of the Organism" (1971), il regista serbo Dušan Makavejev ha voluto creare un documentario satirico, che esplora la politica comunista e la sessualità, raccontando la controversa vita e il lavoro dello psicoanalista austro-americano Wilhelm Reich (YouTube)

Il non convenzionale lavoro ricorda quello del secondo periodo della filmografia di Godard, che include opere come "Weekend" (1967) e "Tout va bien" (1972) (WEBPHOTO)

"Mauvais Sang" (1986) di Leo Carax è la storia di una società devastata da una malattia a trasmissione sessuale, chiamata STBO. Si diffonde facendo sesso senza alcun coinvolgimento emotivo. Le vittime principali sono adolescenti che fanno l'amore per curiosità (WEBPHOTO)

In questo lavoro distopico si legge in controluce l'influenza che "Alphaville" (1965) di Godard ha avuto su Carax. Come ha spiegato lui stesso, "Mauvais Sang è un film che ama il cinema, ma non quello contemporaneo" (WEBPHOTO)
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"Bonnie and Clyde" (1967) di Arthur Penn è un film biografico su una coppia di amanti criminali. Questo lavoro di Penn è considerato un'espressione della controcultura, tesa ad attaccare l'establishment conservatore di Hollywood (WEBPHOTO)

In un'intervista gli sceneggiatori David Newman e Robert Benton rivelarono che la lavorazione dettagliata, riassunta in un documento di ben settantacinque pagine, era stata fortemente ispirata dalle opere dei registi francesi Jean-Luc Godard e François Truffaut (WEBPHOTO)
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"Medium Cool" (1969) di Haskell Wexler è considerato un altro caposaldo della cosiddetta Nuova Era di Hollywood. Racconta la storia di un cameraman che filma audaci scene durante i disordini sociali di Chicago durante la Convention Democratica del 1968. Il suo obiettivo è rimanere distaccato da tutto, mantenendo un'illusoria idea di oggettività (WEBPHOTO)
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Il regista ha citato le opere di Godard come l'ispirazione primaria per il film, usando il concetto di cinema-verità per fare un'analisi metaforica del mezzo cinematografico (WEBPHOTO)
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