Il comitato Anica ha scelto Familia di Francesco Costabile come rappresentante italiano nella corsa all’Oscar per il miglior film internazionale. Il titolo ha superato altri 23 concorrenti: la shortlist sarà annunciata il 16 dicembre 2025, le nomination il 22 gennaio 2026, la cerimonia il 15 marzo a Los Angeles
L’Italia sceglie Familia per correre agli Oscar
L’Italia ha scelto il suo alfiere per la corsa agli Oscar 2026. Sarà Familia di Francesco Costabile a rappresentare il nostro Paese nella categoria Miglior Film Internazionale. Il verdetto è arrivato oggi, 23 settembre, al termine della riunione del comitato di selezione istituito dall’Anica su incarico dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences.
Il film di Costabile ha avuto la meglio su altri 23 titoli in gara, imponendosi come l’opera che meglio potrà competere nella prestigiosa competizione hollywoodiana.
A decretarne la scelta è stato un comitato composto da Micaela Fusco, Alessandra Magliaro, Gabriele Muccino, Olivia Musini, Simona Paggi, Federico Pontiggia, Micaela Ramazzotti, Stefano Sardo e Vito Sinopoli, riunitosi davanti a un notaio per formalizzare la decisione.
Il percorso verso la notte degli Oscar
Il cammino di Familia è solo all’inizio. L’Academy renderà nota la shortlist dei quindici film internazionali selezionati il 16 dicembre 2025. Da lì, solo cinque titoli entreranno ufficialmente nelle nomination, che saranno annunciate il 22 gennaio 2026. L’appuntamento con la cerimonia degli Oscar è fissato per il 15 marzo 2026 al Dolby Theatre di Los Angeles.
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Francesco Costabile e il racconto di Familia
Francesco Costabile, classe 1980, è un regista calabrese già apprezzato per l’esordio con Una femmina, tratto dal libro di Lirio Abbate, presentato a Berlino e candidato ai David di Donatello. Con Familia prosegue il suo percorso autoriale affrontando temi intimi e universali: il legame familiare, le radici culturali, le contraddizioni di un’Italia che guarda al futuro senza dimenticare il peso del passato.
Il film racconta una vicenda corale dove i rapporti di sangue si intrecciano con desideri, segreti e conflitti generazionali. Una storia che unisce realismo e lirismo, in cui il privato diventa specchio del sociale. È proprio questa fusione di intimità e respiro universale che ha convinto il comitato Anica a scegliere Familia come miglior carta da giocare a Hollywood.
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“Raccontiamo il male che divora”: la parola agli sceneggiatori
Familia nasce dall’adattamento di Non sarà per sempre così, il libro autobiografico di Luigi Celeste. A raccontarne la genesi è Adriano Chiarelli, co-sceneggiatore insieme a Vittorio Moroni.
«L’idea – spiega Chiarelli – è partita dal produttore, che ci ha proposto di trarre una sceneggiatura dal libro. Fin dall’inizio abbiamo percepito che il film si sarebbe inserito nel dibattito acceso sulla violenza di genere. La nostra speranza era che potesse rafforzarlo, avere un peso, svolgere una funzione civile oltre che artistica».
Il rischio di saturazione sul tema esiste, sottolinea lo sceneggiatore: «Quando i femminicidi diventano cronaca quotidiana, sembra quasi la conta dei morti in guerra. Ma il dovere civile è non assuefarsi, restare vigili, continuare a informare e a fare attivismo. La violenza non si attenua, richiede lucidità e vigilanza costanti».
Il lavoro di adattamento ha richiesto scelte difficili: «La forza del libro stava nel punto di vista autobiografico, un racconto lucido, vibrante, mai autoassolutorio. Abbiamo cercato di preservare quel tono di autenticità, pur selezionando i passaggi più adatti. Ci sono momenti molto violenti che abbiamo scelto di non mostrare. Il nostro obiettivo era restituire la sensazione di un assedio costante da parte dell’uomo violento, un’infezione che divora i rapporti fino al tragico epilogo».
Sul fronte internazionale restano sfide aperte: «Negli Stati Uniti il film non ha ancora una distribuzione. Bisognerà capire quanto il tema sarà compreso. Ci sono spinte conservatrici che tendono a occultare certe problematiche, ma la storia americana dimostra anche di avere anticorpi contro l’oscurantismo. Penso all’Oscar assegnato a un documentario sulla Palestina: un premio inatteso che ha ricordato la forza di tendenze opposte, vitali, capaci di rompere la cappa censorie».
Per Chiarelli la candidatura è già un traguardo: «Siamo contenti e incrociamo le dita. Per noi è già un grande risultato».
Gli ultimi candidati italiani agli Oscar
Ogni anno l’Italia seleziona un titolo per rappresentarla nella corsa all’Oscar come Miglior Film Internazionale. Ecco gli ultimi:
2025 – Io Capitano di Matteo Garrone (entrato nella cinquina finale e premiato con il Leone d’Argento a Venezia)
2024 – Nostalgia di Mario Martone
2023 – È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino (candidato agli Oscar, vincitore del Gran Premio della Giuria a Venezia)
2022 – Notturno di Gianfranco Rosi
2021 – Pinocchio di Matteo Garrone