Dal 15 al 26 ottobre, Roma celebra la 20ª Festa del Cinema con 4 film italiani in concorso accanto a titoli internazionali. In giuria Paola Cortellesi
Dal 15 al 26 ottobre 2025, l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone e numerosi altri luoghi della Capitale ospiteranno la ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma, organizzata dalla Fondazione Cinema per Roma. Un traguardo importante, celebrato con un programma che guarda al futuro senza dimenticare le radici. La manifestazione è promossa da Roma Capitale, Regione Lazio, Cinecittà, Camera di Commercio di Roma e Fondazione Musica per Roma, con il sostegno di partner istituzionali e media nazionali.
La direttrice artistica Paola Malanga, affiancata da un comitato di selezione, ha costruito un cartellone che unisce cinema d’autore, produzioni internazionali, documentari, serie e incontri con il pubblico. Tra le novità, l’introduzione del Premio al Miglior Documentario e il nuovo Industry Lifetime Achievement Award, che quest’anno andrà a Lord David Puttnam.
Premi, sezioni e novità: una Festa che si rinnova
La ventesima edizione introduce diverse novità che arricchiscono il profilo internazionale e sociale della manifestazione. Debutta il Premio al Miglior Documentario, assegnato da una giuria composta da Alexander Nanau, Santiago Maza e Nadia Trevisan, e viene istituito il Premio “Ciak per i diritti dell’infanzia”, promosso da Save the Children. Tra le sezioni principali, oltre al concorso Progressive Cinema, tornano Freestyle, dedicata a opere fuori formato, e Grand Public, pensata per il grande pubblico. Spazio anche a Proiezioni Speciali, Best of 2025 e Storia del Cinema, con titoli restaurati e omaggi ai grandi maestri. Tra gli eventi collaterali, il Charity Gala Dinner a sostegno di Terre des Hommes e l’anteprima del documentario “Corpo libero”, primo in Italia a trattare l’obesità come malattia cronica. La giuria, presieduta da Paola Cortellesi, assegnerà premi in sette categorie, tra cui Miglior Film, Miglior Regia e i riconoscimenti intitolati a Monica Vitti e Vittorio Gassman.
Approfondimento
Premio alla carriera per Jafar Panahi alla Festa del Cinema di Roma
Il cinema italiano tra memoria, denuncia e nuove voci
La selezione italiana di quest’anno si distingue per varietà di sguardi e forza narrativa. Tra i titoli in concorso, “40 secondi” di Vincenzo Alfieri ricostruisce le ore che precedettero l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, con un approccio crudo e poetico. Andrea De Sica firma “Gli occhi degli altri”, ispirato al delitto Casati Stampa, mentre Francesca Archibugi torna con “Illusione”, thriller psicologico ambientato nella provincia umbra.
Spiccano anche “Cinque secondi” di Paolo Virzì, commedia malinconica sul riscatto e la solitudine, e “Io sono Rosa Ricci” di Lyda Patitucci, prequel di Mare fuori che racconta la trasformazione di una ragazza in lotta per la propria libertà. Monica Guerritore debutta alla regia con “Anna”, ritratto notturno e intimo di Anna Magnani, mentre Stefano Lodovichi firma “Il falsario”, storia di arte e inganno nella Roma degli anni ’70.
Tra i documentari, “Rino Gaetano – Sempre più blu” di Giorgio Verdelli e “La commedia non esiste. Salemme prova Eduardo” di Raffaele Rago offrono due omaggi profondi alla cultura popolare italiana. E nella sezione Grand Public, “Elena del Ghetto” di Stefano Casertano riporta alla luce una figura dimenticata della resistenza ebraica romana.
Sguardi dal mondo: il respiro internazionale della Festa
La selezione internazionale della Festa del Cinema di Roma 2025 è ampia e sorprendente, con titoli che spaziano dal dramma storico al fantasy, dalla commedia satirica al noir psicologico. Tra i più attesi, “Dracula – L’amore perduto” di Luc Besson, rilettura romantica e inquieta del mito del vampiro, e “Hamnet” di Chloé Zhao, che racconta la storia di Agnes, moglie di Shakespeare, con uno sguardo poetico e femminile.
Dal Giappone arriva “Rental Family” di HIKARI, con Brendan Fraser in una commedia agrodolce ispirata a una realtà esistente, mentre “Homo Argentum” di Cohn e Duprat è il film dell’anno in Argentina, satira feroce sull’uomo urbano contemporaneo. “Hedda” di Nia DaCosta reinventa il classico di Ibsen in chiave femminista e glamour, e “Deux Pianos” di Arnaud Desplechin intreccia musica e memoria in un dramma delicato e profondo.
Tra i titoli più impegnati, “Palestine 36” di Annemarie Jacir ricostruisce la rivolta araba del 1936 con un cast internazionale, mentre “The Librarians” di Kim A. Snyder denuncia la nuova censura libraria negli Stati Uniti. E ancora, “Re-Creation” di Jim Sheridan e David Merriman, ispirato a un caso giudiziario irlandese, e “Stardust”, ritratto intimo dei coniugi Venturi e Scott Brown, giganti dell’architettura moderna.
Le parole della direzione: cinema come antidoto al presente
Durante la conferenza stampa di presentazione di questa ventesima edizione, la direttrice artistica Paola Malanga ha sottolineato il ruolo del cinema come strumento di resistenza culturale: “La Festa del cinema di Roma non è una bolla rispetto a quello che sta accadendo: abbiamo il racconto dei tanti conflitti e di fronti di guerra, ma ci sono anche la musica, la letteratura, gli scrittori, una serie di antidoti a partire dalla bellissima fotografia di Franco Pinna che abbiamo scelto come poster. Viviamo in tempi estremamente duri, e abbiamo bisogno di tutte le arti che abbiamo, qui attraverso la forma del cinema.”
A fare eco alle sue parole, il presidente della Fondazione Cinema per Roma Salvo Nastasi ha ribadito la centralità dei contenuti:
“Non faremo proclami sulla situazione del mondo, per noi parlano i film che presentiamo. Il pubblico è maturo e pronto a vedere tutto. Nel programma c’è tutto, anche i temi scottanti".
Volti e memorie del cinema popolare
Nella sezione documentari, la Festa rende omaggio anche al cinema popolare italiano con tre titoli che raccontano storie dimenticate e volti iconici. “Bombolo – Core De’ Roma” di Stefano Calvagna ripercorre la vita e la carriera di Franco Lechner, attore amatissimo dal pubblico romano. “Enzo Cannavale: Il magnifico dilettante” di Mario Sesti, realizzato insieme ai figli dell’attore, raccoglie testimonianze e materiali inediti. “Sergio e Mirta – Un amore in 8mm” di Nick Vivarelli svela invece una storia d’amore dimenticata attraverso i filmati amatoriali girati negli anni ’50 dal giovane Sergio Corbucci, ritrovati in una scatola dalla sua prima moglie Mirta Guarnaschelli.
Roma si trasforma: eventi, impegno sociale e memoria
La Festa non si limita alle sale: coinvolge tutta la città, dal MAXXI al Teatro Olimpico, dalla Casa del Cinema a Castel Sant’Angelo. Il red carpet dell’Auditorium sarà tra i più grandi al mondo, mentre il programma sociale toccherà carceri, ospedali e scuole, con il sostegno di Save the Children e Terre des Hommes.
L’immagine ufficiale della ventesima edizione è una foto di Franco Pinna scattata sul set di “Giulietta degli spiriti” di Fellini, scelta come simbolo di libertà e immaginazione.
Tra le serie in programma, “Mrs Playmen” racconta la rivoluzione editoriale di Adelina Tattilo, mentre “La Preside” con Luisa Ranieri affronta il tema dell’educazione in contesti difficili. E poi “Sandokan”, “Guerrieri” e “Vita da Carlo”, che chiude il ciclo con un Verdone in versione maestro.