Silent Friend: cast, trama e simboli del film di Ildikó Enyedi in concorso a Venezia 82

Cinema

Introduzione

Nel cuore di un rigoglioso giardino botanico dell’Università di Marburgo, in Germania, L’amico silenzioso (Silent Friend) è un maestoso Ginkgo Biloba, albero millenario simbolo di resistenza e memoria che è il fulcro narrativo della narrazione: attraverso le sue radici e le sue fronde intreccia tre storie ambientate in epoche diverse, unendo passato, presente e futuro in un racconto fatto di memoria, silenzio e legami umani. Il nuovo film della regista ungherese Ildikó Enyedi, presentato in concorso all’82ª Mostra del Cinema di Venezia ha visto Luna Wedler vincitrice del premio Marcello Mastroianni (LA DIRETTA).

Quello che devi sapere

Il cast e i personaggi

Il film vede Tony Leung Chiu-wai nei panni del neuroscienziato Tony Wong, protagonista della storia ambientata nel 2020. Accanto a lui Léa Seydoux interpreta Alice, una giovane studentessa nel 1972, mentre Luna Wedler dà vita a Grete, la protagonista della vicenda del 1908. Enzo Brumm veste i panni di Hannes, e Sylvester Groth e Martin Wuttke completano il cast con ruoli significativi.

Una trama, tre storie

Silent Friend si sviluppa su tre piani temporali intrecciati. Nel 2020, un neuroscienziato di Hong Kong conduce un esperimento per studiare lo sviluppo cognitivo dei neonati, esplorando i confini tra memoria e coscienza. Nel 1972, una giovane studentessa universitaria vive una profonda trasformazione personale attraverso un’intensa connessione con un geranio, simbolo di rinascita e crescita. Infine, nel 1908, la prima donna ammessa all’università scopre, osservando la fotografia di una pianta, schemi universali che legano natura e conoscenza, segnando il suo percorso di emancipazione e scoperta.

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Produzione e distribuzione

Il progetto ha beneficiato di un finanziamento di 500.000 euro provenienti dal Fondo del Consiglio Europeo per la produzione e distribuzione di opere cinematografiche europee e di un ulteriore contributo di 550.000 euro dalla Commissione cinematografica dell’Assia, regione tedesca dove si trova Marburgo. Insieme a Colonia, Marburgo è stata una delle principali location delle riprese. La regista Ildikó Enyedi ha sottolineato come il ruolo di Tony Leung sia stato concepito appositamente per l’attore, che in questo film firma la sua seconda esperienza internazionale al di fuori della Cina.

La regia di Ildikó Enyedi

Conosciuta per il suo approccio visionario e poetico, la regista ungherese torna a dirigere un film che mette in scena una narrazione sospesa tra una realtà tangibile e una grande metafora. In L’amico silenzioso, Enyedi si concentra sul potere evocativo della natura e sulle connessioni invisibili che legano le persone attraverso il tempo dove il film è anche una riflessione sulla creazione e sulla riproduzione delle immagini. La tecnologia è infatti ricorrente in tutti gli episodi e si presenta come uno strumento alleato in questo percorso di connessione e decodificazione tra la coscienza umana e quella vegetale. La sua regia, attenta ai dettagli e al ritmo lento, crea un’atmosfera quasi meditativa – anche per il significato zen che il Ginko Biloba regala - invitando lo spettatore a riflettere sulle tracce che lasciamo nel mondo ma anhe nel cuore degli altri.

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Il simbolismo del Ginkgo Biloba

Elemento centrale e protagonista del film è il Ginkgo Biloba, un albero considerato un “fossile vivente” per la sua longevità e resistenza. Simbolo di resistenza, memoria e rinascita in molte culture, il Ginkgo diventa in L’amico silenzioso una metafora potente: è testimone silenzioso delle vite che si intrecciano attorno a lui, custodisce i segreti e della memoria collettiva delle persone che vivono nei suoi pressi. Attraverso la sua presenza, il film esplora il rapporto dell’uomo con la natura e con il tempo, sottolineando l’importanza di preservare le radici per costruire il futuro. Emblematica è in questo senso la sua sopravvivenza ai bombardamenti di Hiroshima, che ne ha consacrato il valore simbolico di resilienza.

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