Lions of the Skeleton Coast vince la 28ª edizione del Gran Paradiso Film Festival

Cinema

L'opera diretta da  Will e Lianne Steenkamp conquista il Gran Paradiso Film Festival con una storia vera di resilienza animale nella dura Namibia. Premiato anche dalla giuria junior, il documentario ha emozionato pubblico e critica. La xerimonia conclusiva si è svolta a Cogne il 2 agosto, con ospite speciale Stefano Accorsi e un messaggio positivo sulla comunicazione ambientale, sotto la direzione artistica di Luisa Vuillermoz

Lions of the Skeleton Coast trionfa al Gran Paradiso Film Festival 2025

Premiato con lo Stambecco d’Oro, il film di Will e Lianne Steenkamp racconta la lotta per la sopravvivenza di tre giovani leonesse nella Namibia più ostile. Un’edizione tra intelligenze, emozione e futuro sostenibile.

Cogne – Una corsa contro il tempo e il deserto, un canto epico che attraversa la sabbia e il silenzio della Skeleton Coast. Il film documentario “Lions of the Skeleton Coast”, firmato da Will e Lianne Steenkamp, ha vinto la 28ª edizione del Gran Paradiso Film Festival, aggiudicandosi lo Stambecco d’Oro, il Premio per la Migliore Sceneggiatura e lo Stambecco d’Oro Junior assegnato dalla giuria dei più giovani.

Girato tra le dune e l’oceano della Namibia, il film racconta la vera storia di tre cucciole di leone del deserto, orfane e determinate a sopravvivere. Il loro viaggio – seguito per anni dal ricercatore Philip Stander – è diventato una testimonianza vivida del legame tra intelligenza animale, adattamento evolutivo e paesaggio estremo. Un racconto che, come ha sottolineato la Direttrice Artistica Luisa Vuillermoz, “colma il divario tra scienza ed emozione”.

Stefano Accorsi e le voci della natura incantano il Gran Paradiso

La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 2 agosto nella cornice della Maison de la Grivola a Cogne, con un’ospite d’eccezione: Stefano Accorsi, che ha incantato la platea parlando del potere delle storie ambientali e della necessità di comunicare il futuro del pianeta con speranza e soluzioni condivise.

“Questi premi sono un grande riconoscimento del potere della narrazione” hanno dichiarato i registi dal Parco Nazionale di South Luangwa, in Zambia. “Ricevere anche lo Stambecco d’Oro Junior è una gioia immensa: dimostra che le nuove generazioni sono già impegnate nella conservazione”.

Nel corso della serata, la Giuria Tecnica ha assegnato anche il premio alla miglior immagine a A Call from the Wild di Asgeir Helgestad, e quello per il miglior sguardo scientifico a Mashatu: Lands of Leopards di Julien Naar. Il Premio CortoNatura della giuria tecnica è andato a L’opportuniste, la victime et le coupable di Dominique Mertens, mentre la giuria del pubblico ha scelto The Bird in My Backyard di Ryan Wilkes.

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Oltre lo schermo: il festival continua online e tra le valli alpine

Questa 28ª edizione, articolata in 18 giornate e 106 eventi – tra proiezioni, mostre e incontri – ha accolto un pubblico intergenerazionale, capace di commuoversi di fronte alla bellezza del mondo selvaggio. Il tema di quest’anno, “Le forme dell’intelligenza”, ha guidato il dialogo tra arte, scienza e pensiero, anche attraverso l’IA generativa “La Sibilla del Gran Paradiso”.

Il Festival prosegue online fino al 10 agosto e nelle valli del Parco, portando avanti il suo messaggio di conservazione attiva. Intanto riecheggiano le parole dell’ultimo ospite musicale, Fabien Lucianax: “l’intelligenza emotiva è il filo invisibile che ci tiene uniti”. Un filo che il Gran Paradiso Film Festival ha intrecciato con cura, tra cinema, montagne e leoni del deserto.

Un invito oltre la fine: continuare a raccontare la Terra

E mentre il vento scivola tra i larici di Cogne e le stelle s’affacciano sul ghiaccio antico del Gran Paradiso, restano impresse le impronte leggere di tre giovani leonesse, divenute simbolo di un futuro possibile. Il loro passo fiero attraversa continenti e generazioni, e ci ricorda che non è mai troppo tardi per imparare a sopravvivere con grazia, o per riconoscere l’intelligenza nascosta nei battiti della Natura.

Così il Gran Paradiso Film Festival si congeda, non con un epilogo, ma con un invito: continuare a guardare, ascoltare, custodire. Perché anche da un remoto angolo di deserto, o da un piccolo borgo tra le Alpi, può nascere una storia capace di cambiare il mondo.

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