Marcel Ophuls, il regista del documentario The Sorrow and the Pity è morto a 97 anni

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Nella sua carriera aveva approfondito questioni complesse, dalla complicità francese con gli occupanti nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale alla figura del criminale nazista Klaus Barbie, che aveva raccontato nella sua opera premio Oscar Hôtel Terminus

Il documentarista Marcel Ophuls, regista di The Sorrow and the Pity e premio Oscar per Hôtel Terminus, è morto all’età di 97 anni. Il nipote, Andreas-Benjamin Seyfert, ha comunicato la notizia al New York Times, senza però fornire dettagli sulle circostanza della scomparsa.

IL PREMIO OSCAR PER IL DOCUMENTARIO SUL CRIMINALE NAZISTA

Nato il 1º novembre 1927 a Francoforte sul Meno, Marcel Ophuls, figlio del celebre regista tedesco e hollywoodiano Max Ophuls, era cresciuto tra la città di origine e Berlino fino al 1933, anno dell’ascesa al potere di Adolf Hitler. Dopo il trasferimento in Francia, nel 1940 era fuggito attraverso la Spagna e il Portogallo negli Stati Uniti, dove aveva interpretato un giovane nazista nel documentario di propaganda bellica Preludio alla guerra di Frank Capra. Nel 1945 era stato poi arruolato dall’esercito, che l’aveva inviato in Giappone. Una volta tornato negli Stati Uniti aveva concluso gli studi universitari, anche alla Sorbona di Parigi, ed era stato assunto come assistente in film di registi come Julien Duvivier, John Huston e Anatole Litvak. Aveva aiutato anche il padre nella realizzazione (e in una breve apparizione) del film Lola Montès, basato sulla vita della danzatrice. Aveva poi lavorato per la televisione tedesca, e grazie a un documentario su Henri Matisse aveva attirato l’attenzione di François Truffaut, che gli aveva assegnato un episodio del film collettivo L’amore a vent’anni. Proprio grazie all’amicizia con il celebre cineasta, nel 1963 Ophuls era riuscito a coinvolgere Jean-Paul Belmondo e Jeanne Moreau nella sua commedia di avventura Banana Peel, che aveva ottenuto un grande successo. Dopo un'altra pellicola di finzione, Fire at Will, che non aveva invece avuto una calorosa accoglienza, nel 1967 aveva invece girato il documentario Munich or Peace in Our Time sugli accordi di Monaco del 1938. Dopo aver realizzato un'altra opera in sintonia con le rivolte studentesche del 1968 a Parigi, e il successivo ripristino nel governo francese delle forze a favore di De Gaulle, era stato però licenziato dalla tv governativa francese dove lavorava. Tornato alla televisione tedesca, nel 1969 Ophuls aveva allora realizzato il documentario The Sorrow and the Pity sulla complicità francese con gli occupanti nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Inizialmente oggetto di sole proiezioni private, il documentario aveva poi ottenuto una prima distribuzione a Parigi, dove aveva raggiunto un grande successo di critica, e solo dopo era stato distribuito in tutta la Francia, pur senza apparire nella televisione del Paese per almeno un decennio. Nel 1972 era poi stata la volta di A Sense of Loss sui conflitti nell’Irlanda del Nord, mentre nel 1976 era arrivato The Memory of Justice sui processi per crimini di guerra di Norimberga. Nel 1988 il regista aveva invece vinto il premio Oscar per il Miglior documentario per Hôtel Terminus sul famigerato criminale nazista Klaus Barbie. Nel 1991 aveva realizzato November Days, un ritratto dell’indebolimento della leadership politica della Germania dell’Est e in seguito, nonostante il desiderio di tornare a dirigere lungometraggi, aveva prodotto Veillees d’Armes sulla storia dei giornalisti di guerra, il suo penultimo film da regista fino a Un Voyageur del 2012, un autoritratto sulla sua esperienza. In tutti i suoi lavori, il regista aveva unito filmati d’epoca e interviste in grado di favorire la comprensione del pubblico su questioni complesse.

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