Cinema, il ministro Giuli: "Ha ragione Favino, bisogna dialogare"

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Durante l'inaugurazione del Salone del Libro di Torino, il Ministro della Cultura ha risposto alle polemiche sollevate dal mondo del cinema, affermando: "Per me, ciò che dice il comandante Favino è legge: serve il dialogo, servono i ponti. Le firme contro di me non mi interessano"

Cresce il consenso attorno alla lettera aperta indirizzata al ministro della Cultura Alessandro Giuli. L’iniziativa, nata da un gruppo di cineasti italiani per chiedere un confronto diretto con il Governo, ha visto il numero dei firmatari salire da 90 a quasi 300. L’appello mira a porre fine alle polemiche che hanno colpito alcune personalità del settore – tra cui Elio Germano e Geppi Cucciari – per aver espresso critiche all’operato del ministero. La lettera si è trasformata rapidamente in un manifesto condiviso da una vasta parte del mondo del cinema, che denuncia un settore in forte difficoltà.

Il ministro Giuli: “Servono ponti, non ho mai negato il dialogo”

Intervenuto a margine dell’inaugurazione del Salone del Libro di Torino, il ministro Giuli ha accolto con toni concilianti l’appello degli artisti. “Io dico che ha ragione il ‘comandante’ Favino quando dice che bisogna dialogare. Servono ponti, serve confronto, non ho mai negato né mai negherò dialogo e confronto civile con chiunque abbia bisogno di un confronto da parte del ministero della Cultura”, ha dichiarato. E ha poi aggiunto: “Abbiamo bisogno di rassicurazioni e di certezze in un sistema complicato, di fronte a problemi che si possono e si devono risolvere insieme. Quindi non mi interessano le firme, che siano pro o contro, mi interessano i ponti e quello che ha detto Favino per me è legge”.

Favino da Cannes: “L’appello dice tutto. Vanno ascoltati anche i volti meno noti”

L’attore Pierfrancesco Favino, firmatario della lettera, ha parlato dell'iniziativa da Cannes, dove è presente per la promozione del film Enzo. “Credo che quell'appello dica tutto – ha affermato –. Si cita il maestro Avati che con molta chiarezza, nella serata dei David di Donatello, ha detto quello che andava detto. Dobbiamo creare ponti, vorrei che qualcuno mi spiegasse quale sia la difficoltà nel gestire i fondi da destinare alla cultura, perché io non lo so e non è il mio mestiere”. Favino ha anche sottolineato l’importanza di dare voce a chi lavora nel settore senza visibilità: “Ci sono presidi da molto tempo, organizzati da volti meno riconoscibili e quindi forse sarebbe anche compito vostro, rivolgendosi ai cronisti, di andare a sentire queste persone”.

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