
Va in onda in prima tv su Rai 1, nel giorno in cui si commemorano le vittime dell'eccidio delle foibe, il film tratto dalla storia vera dell’esule Egea Haffner
Il 10 febbraio si commemorano le vittime dell'eccidio delle foibe.
Per l'occasione, su Rai 1 va in onda in prima tv il film La bambina con la valigia, tratto dalla vera storia dell’esule Egea Haffner.
La storia di Egea Haffner
Simbolo dell’esodo giuliano-dalmata, Egea Haffner è la "bambina con la valigia", orfana di un padre vittima delle foibe. La sua foto venne esposta nella prima importante mostra italiana dedicata all'eccidio, e all'esilio forzato degli italiani del Venezia Giulia (Istria – i volti dell’esodo 1945 – 1956, datata 1997).
La fotografia, suo zio chiese di scattarla a Giacomo Szentivànyi, fotografo di fiducia che più volte aveva immortalato i momenti felici della famiglia. Egea venne rietratta con un ombrellino e con una valigia con la scritta:"ESULE GIULIANA 30.001". Nel 1945 la bambina fu costretta, insieme alla nonna Maria, alla zia Ilse e allo zio Alfonso, a lasciare Pola, per via dei rastrellamenti degli italiani da parte dei soldati di Tito. Con quella foto, lo zio voleva dire che - tutti i 30mila italiani che vivevano a Pola - se ne sarebbero andati. Cosa che in effetti successe, con 29mila italiani che scapparono in pochissimi anni.
Quando fuggì da Pola, nel luglio 1946, Egea raggiunse Cagliari insieme alla madre. Poi, nel 1947, venne affidata alla nonna e agli zii paterni che si erano trasferiti a Bolzano. Oggi, insieme al marito Giovanni, vive a Rovereto. Mamma di due figlie e nonna di sei nipoti, porta avanti la sua testimonianza.
La trama
Tratto dal libro La bambina con la valigia, scritto da Egea Haffner insieme a Gigliola Alvisi, il film omonimo è ambientato nel 1945, quando la guerra è finita e il peggio sembra alle spalle. Tuttavia, in Istria, ci sono i "titini", l'esercito del generale Tito, che occupa la regione giuliana parte fino a quel momento dell'Italia fascista.
Egea, interpretata da Petra Bevilacqua, vive insieme al papà Kurt (Andrea Bosca), alla mamma Ersilia (Claudia Vismara), alla nonna Maria (Sandra Ceccarelli) e alla zia Ilse (Sara Lazzaro) nella villa del nonno, proprietario ormai deceduto della gioielleria Haffner, la più importante di Pola. Una notte, due titini bussano alla porta per prelevare Kurt. La sua famiglia non lo rivedrà mai più. L'uomo è infatti una delle vittime delle Foibe.
La famiglia Haffner, come la quasi totalità delle famiglie italiane della regione, viene costretta ad andarsene per via delle continue aggressioni da parte dell'esercito di Tito, che li accusava d'essere fascisti. Alla fine, saranno 250mila le persone delle comunità italiane giuliano-dalmate e istriane costrette all'esilio.
"Ho pianto per tutto il film", ha dichiarato Egea Haffner, oggi 83 anni. "I personaggi del film sono verosimili: mia nonna era severa e aristocratica, mia madre moderna con le unghie rosse e mia zia Ilse silenziosa. Mi sono emozionata particolarmente quando ho visto mio padre che viene portato via dai soldati di Tito".
