Secondo GQ, il miglior film di Natale di sempre è In Bruges con Colin Farrell

Cinema

Camilla Sernagiotto

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L'edizione inglese del magazine incorona la pellicola del 2008 diretta da Martin McDonagh come miglior film natalizio che si possa guardare a dicembre. Scopriamo per quali motivi il giornalista Killian Faith-Kelly sostiene questa tesi

Secondo GQ, il miglior film di Natale di sempre è In Bruges, quel gioiellino uscito nel lontano 2008 che vede protagonisti Colin Farrell e Brendan Gleeson nei ruoli di due sicari inviati dal proprio capo a Bruges, la capitale delle Fiandre Occidentali, nel nord-ovest del Belgio.

 

L'edizione inglese del magazine incorona la pellicola diretta da Martin McDonagh come miglior film natalizio che si possa guardare a dicembre. A decretarlo è il giornalista di GQ UK Killian Faith-Kelly, che per sostenere questa tesi fa un preambolo in cui spiega che quando si parla di film di Natale si tende a evocare pellicole convenzionali che subito caratterizzano l'immaginario collettivo, ossia quei film infarciti di cliché, trame prevedibili e una generica atmosfera di festività.

Faith-Kelly sostiene che, certo, alcune di queste opere riescono a scaldare il cuore, ma molte altre si limitano a sfruttare il periodo natalizio come una scorciatoia narrativa, imbastendo storie banali e già viste. Fa l’esempio di titoli come Dear Santa (2024) o Last Christmas (2019), che si basano quasi esclusivamente sull’appeal stagionale per attirare il pubblico.

 

Eppure, esiste un altro modo di guardare ai film natalizi: includendo opere che, pur ambientate durante le feste, osano esplorare territori narrativi diversi e più profondi. Ed è qui che entra in gioco In Bruges - La coscienza dell'assassino, definito da GQ come “il miglior film ambientato a Natale di tutti i tempi”, senza se e senza ma.

“Si tratta di un film del 2008 che si svolge nel periodo natalizio, in una delle location cinematografiche più iconiche per le feste mai vista sul grande schermo”, prosegue Killian Faith-Kelly.

Bruges: la cornice fiabesca per una tragedia moderna

La storia di In Bruges - La coscienza dell'assassino si svolge nella suggestiva città fiamminga di Bruges, un luogo che sembra uscito da una cartolina natalizia.

Le strade acciottolate, i canali illuminati dalle luci di Natale e le chiese ricche di storia costituiscono uno scenario perfetto per le festività. Tuttavia, la trama si discosta rapidamente da qualsiasi idea di tradizione natalizia per abbracciare temi ben più cupi e complessi.

 

La vicenda segue Ray (Colin Farrell) e Ken (Brendan Gleeson), due sicari inviati a Bruges dal loro capo Harry (Ralph Fiennes) dopo che Ray ha accidentalmente ucciso un bambino durante una missione. Mentre Ken si lascia affascinare dalla bellezza della città, Ray disprezza apertamente Bruges, definendola noiosa e deprimente. Colin Farrell, con il suo sarcasmo tagliente e una comicità sui generis che ha qualcosa di infantile, regala momenti di irresistibile leggerezza, in netto contrasto con il senso di colpa che il suo personaggio porta con sé.

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Tra risate e tragedia

La prima parte del film si muove con un ritmo quasi da commedia nera. Ray si caccia continuamente nei guai, finendo con il provocare turisti americani in sovrappeso o prendendo a pugni un canadese scambiato per statunitense (“come strano gesto di giustizia verso John Lennon”, si legge su GQ). Sono scene molto divertenti e finto-leggere che smorzano, almeno all’inizio, il tono oscuro della narrazione. Ma sotto la superficie, il film costruisce lentamente un’atmosfera di tensione.

 

Quando Harry rivela a Ken che la vera missione è eliminare Ray come punizione per l’omicidio del bambino, il tono cambia drasticamente. Ken si trova di fronte a un dilemma morale: deve seguire gli ordini del suo capo o risparmiare un uomo che, nonostante tutto, gli è diventato amico? Brendan Gleeson interpreta magistralmente questo conflitto interiore, mostrando uno stoicismo che rende il suo personaggio incredibilmente umano.

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Un cast impeccabile e una scrittura brillante

La forza di In Bruges risiede nella combinazione di un cast eccezionale e una sceneggiatura ricca di sfumature. Ralph Fiennes brilla nel ruolo di Harry, un capo spietato e con un codice morale inflessibile. La sua interazione con Ken è un perfetto esempio di scrittura comica e drammatica.

 

Il finale del film (che non vi spoileriamo, non sia mai! Anche perché, se non avete ancora visto In Bruges, il nostro non tanto “consiglio” ma proprio “ordine” è quello di andare immediatamente a recuperare questo gioiellino) è una corsa frenetica contro il tempo. Tra inseguimenti, sparatorie e sacrifici, la narrazione si sposta verso territori quasi tragici, culminando in una riflessione amara sulla morte e sul senso di redenzione.

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Un Natale diverso

In Bruges è un film che sfida le convenzioni dei racconti natalizi. Non ci sono miracoli o finali zuccherosi, ma un’indagine profonda sulla colpa, il perdono e le scelte morali. È un’opera che alterna risate e riflessioni, regalando un’esperienza unica e memorabile. Per questi - e molti altri - motivi l’edizione britannica di GQ l’ha appena nominato il miglior film di Natale che si possa guardare.

 

Se siete stanchi delle solite commedie natalizie, In Bruges è la pellicola perfetta per trascorrere le feste. Magari con una tazza di cioccolata calda e uno spirito pronto a immergersi in qualcosa di totalmente inaspettato. Perché, dopotutto, non c’è nulla di male nel desiderare un Natale diverso, con un pizzico di noir e tanta sostanza narrativa.

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