Longlegs, Nicolas Cage serial killer tra bambole e demoni. La recensione del film horror

Cinema
Paolo Nizza

Paolo Nizza

Il giorno di Halloween arriva al cinema il nuovo lungometraggio di Osgood Perkins, figlio di Anthony. Tra messaggi cifrati, omicidi rituali, un terrificante viaggio nell’incubo con una protagonista, Maika Monroe, che rimanda alla Clarice Sterling di Il Silenzio degli Innocenti e alla Lisbeth Salander di Millennium - Uomini che odiano le donne.

“Il mio nome legione, perché noi siamo in molti”. Così si presenta Satana a Gesù nel Vangelo secondo Matteo. Un episodio noto come esorcismo dell'indemoniato di Gerasa E oz Perkins, sin da February, la sua opera prima, frequenta cinematograficamente l’Inferno e i suoi dintorni. Tuttavia, Longlegs, nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 31 ottobre non c’entra alcunché con la schidionata di lungometraggi in cui Belzebù risulta il cartonato di un povero diavolo in computer graphic e lo zolfo soltanto un odore sgradevole. Il figlio di Anthony Perkins sa inquietare, perturbare, giocare con il coté demoniaco. Senza abusare con i jumpscare o con il sangue finto, novello Caronte ci trasporta in una dimensione ansiogena, in cui il male si palesa negli sguardi, in un rumore di passi, in un padre nostro recitato al contrario. Si sa, il diavolo abita nei dettagli. Ed è sufficiente uno sconosciuto che vediamo dalle ginocchia al naso inquadrato in formato 4:3 pronunciare con voce innaturale la parola “cucù”, per generare nello spettatore un autentico terrore.

 

Longlegs, la trama del film

"Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo”,. Longlegs è un horror che, in virtù delle sue lunghe leve, attraversa le rivelazioni dell’Apocalisse di Giovanni e il satanismo di Charles Manson e della sua family. Ma la scelta vincente di Perkins è optare per una protagonista a metà strada tra Clarice Sterling di Il Silenzio degli innocenti e alla Lisbeth Salander di  Millennium - Uomini che odiano le donne. Lee Harker (un' ottima Maika Monroe) è infatti agente dell'FBI che abita nella foresta pluviale verde e grigia dell'Oregon. Durante i suoi primi giorni di lavoro, la ragazza identifica un assassino grazie al suo intuito sorprendente, quasi soprannaturale.  In virtù delle sue straordinarie abilità, l'agente Harker viene rapidamente assegnata a un caso su cui i federali indagano da decenni: una lunga serie di omicidi che si sono ciclicamente ripetuti nel tempo. Padri che massacrano la loro famiglia e poi si suicidano. Abitazioni differenti, persone diverse, armi sempre nuove, ma la medesima firma lasciata su ogni scena del crimine che indica l'esistenza di una figura comune in tutti gli omicidi. Un serial killer che scrive messaggi in codice da far trovare alle autorità sempre con lo stesso nome: Longlegs. Chiunque o qualunque cosa sia Longlegs, non lascia traccia, nessuna impronta digitale, nessuna prova fisica. Tutte le uccisioni sono state sicuramente eseguite da un componente della famiglia, ma la responsabilità sembra ricadere sulla figura che li collega tutti, ovvero Longlegs. Ma Quando Lee viene incaricata di decifrare i codici presenti nelle prove, la presenza di Longlegs inizia a diffondersi gradualmente, parimenti a una malevola nebbia che congela l'aria e oscura ogni cosa.  Un assassino seriale che sembra non essere da nessuna parte, ma è inesorabilmente in tutti i luoghi allo stesso tempo.

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Sulle note di un sound design assai suggestivo e di una colonna sonora minacciosa, Nicolas Cage si immerge come un’oliva in un Martini Cocktail nel ruolo del serial Killer androgino e sadico. Una sorta di dandy divelto, uscito dalla copertina di un disco glam rock. Non a caso sui titoli di coda che scorrono dal basso verso l'alto, si sente Marc Bolan con i suoi T Rex cantare  "Bang a Gong (Get  it On)

Cage inquieta davvero nei panni di un folle  criminale sfigurato, probabilmente, da un eccesso di interventi di chirurgia plastica eseguiti con la speranza di piacere al signore degli inferi, ovvero colui che "abita il piano di sotto". Un sodale di Mefistofele con i tratti somatici che omaggiano Erik, Il fantasma dell’opera interpretato da Lon Chaney nel 1925. E come nelle sue opere precedenti (basti pensare a Gretel e Hansel) Oz indaga sui rapporti, spesso molto complicati e tossici, tra genitori e figli. In un demoniaco florilegio di polaroid, pentagrammi, bambole, Longlegs riesce a trasformare persino un compleanno in una cerimonia mortifera e ansiogena. Soffocato nella neve, perduto negli spazi inverni cupi del Pacifico Nordoccidentale, il film come la celebre tortura della goccia, insinua gradualmente un autentico terrore nello spettatore. Parimenti a un malevolo incantesimo. Insomma, un horror adulto riservato a chi apprezza l’autentico piacere della paura.

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