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Parthenope, le interviste al regista Paolo Sorrentino e al cast del film

Cinema

Denise Negri

Da Celeste Dalla Porta a Stefania Sandrelli, da Silvio Orlando al regista premio Oscar per La Grande Bellezza, Sky TG24 ha incontrato i protagonisti  del lungometraggio che esce nelle sale cinematografiche da Giovedi 24 ottobre

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Presentato in concorso al Festival del Cinema di Cannes, Parthenope arriva al cinema, distribuito da Piper, a partire dal 24 ottobre. Ecco cosa ci hanno raccontato il il regista Paolo Sorrentino, le attrici Celeste Dalla Porta e Stefania Sandrelli (che interpretano entrambe la protagonista femminile del film) e Silvio Orlando che veste i panni di un professore di Antropologia.

Intervista a Paolo Sorrentino

Lo sguardo della protagonista Parthenope è spesso enigmatico come stesse pensando ad altro.

Nel film c’è una battuta ricorrente, “a cosa stai pensando?“, e io la associo agli uomini che non hanno idea di cosa pensino le donne per cui provano qualcosa. Per gli occhi maschili le donne sono misteriose. Per l’uomo gli sguardi femminili sono rivolti sempre altrove.

Oltre a Partenope, ci sono Isabella Ferrari e Luisa Ranieri che interpretano due straordinari personaggi femminili.

Sì, entrambe recitano due monologhi all’interno del film. Mi piacciono, per usare un’espressione desueta, le donne che la sanno lunga. Isabella in Parthenope fa un discorso molto pertinente sugli effetti nefasti della bellezza. A volte quando si elencano gli svantaggi della bellezza lo si fa per vezzo e invece possono essere delle vere e proprie zavorre che le persone cosiddette belle si portano addosso. Luisa, che è sempre più brava, interpreta questa sorta di disincanto del nostro mestiere. Proprio perché fare l’attrice può essere meraviglioso, le cadute possono risultare vertiginose.

Che sensazione si prova tornare da adulti nei luoghi in cui si è cresciuti, come accade a Parthenope?

Personalmente provo straniamento e commozione, però si tratta di un sentimento controllato, E sempre strano tornare nei luoghi dove si è stati felici, bambini Li vedi con occhi commoventi, però allo stesso tempo percepisci che quel mondo non ti appartiene più. E questo ti dà la possibilità di volgere lo sguardo al futuro. E quello che accade a Parthenope da adulta, E grazie alla distanza generata dal tempo può dire la sola cosa sensata: “È andata così”. E con questa consapevolezza che anche da anziano puoi guardare al futuro.

Che rapporto hai con la malinconia?

La malinconia è l’abito che indosso da sempre, sono malinconico dall’età di 4 anni. Quindi è una cosa da cui non riesco a liberarmi.

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Intervista a Celeste Dalla Porta

Mi sembra che una delle principali peculiarità di Parthenope sia l’essere sfuggente.

Sì è assolutamente vero. Con Paolo abbiamo cercato di creare un personaggio imperscrutabile, sfuggente misterioso. L’obiettivo era quello di rendere Parthenope un personaggio inafferrabile, quindi libero, perché il suo sguardo può essere triste ma anche distaccato nei confronti del mondo e degli altri

Mi pare che Partenope all’inizio guardi la vita e poi con il passare del tempo sia guardata dall’esistenza.

Sì, nel corso degli anni fa pace con la vita. Quando, interpretata da Stefania Sandrelli, torna a Napoli si riappacifica con i propri demoni e ci si libera dei propri fantasmi.

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iNTERVISTA A SILVIO ORLANDO

Il tuo ruolo è quello del professore di antropologia Devoto Marotta. Mi pare sia l’uomo con cui Parthenope riesce ad interagire in maniera più profonda.

All’inizio abbiamo un conflitto, come spesso capita nei film, ma poi riusciamo a comprenderci a vicenda. Il mio personaggio è legato a Parthenope dall’esperienza del dolore. Nel suo caso si tratta del fratello, per quanto riguarda invece il mio personaggio si tratta del figlio. Riusciamo quindi a vederci l’un l’altro. D’altronde per citare una battuta del film. “L’antropologia è vedere le cose”, è un lavoro che fanno gli intellettuali.

Come si fa a non guardare senza malinconia o nostalgia la giovinezza?

Io non rimpiango la mia gioventù.  Ogni età ha il proprio lato oscuro. Bisognerebbe vivere il tempo che si sta vivendo. Ma come diceva Fabrizio De Andre, si danno buoni consigli quando non si può più dare cattivo esempio.

INTERVISTA  A STEFANIA SANDRELLI

Lei interpreta Parthenope che nel finale del film torna a Napoli, dopo aver vissuto, amato lavorato. Che rapporto ha con la nostalgia?

Non credo di averla mai provata in vita mia, non è  totalmente un  brutta emozione, ma non mi appartiene. La nostalgia a poco a che fare con la libertà.