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Goodbye Julia, al cinema il racconto del Sudan che ha conquistato Cannes. La recensione

Cinema

Vittoria Romagnuolo

Satine Film via Webphoto

La pellicola di Kordofani, rivelazione al Festival di Cannes 2023, arriva finalmente in Italia grazie a Satine Film.
La storia di due donne che rappresentano l'anima di un Paese dilaniato, tra inganno, perdono e scoperta della propria identità per mezzo di un dialogo (im)possibile. Al cinema dal 24 ottobre

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Il Sudan è teatro di uno dei conflitti più aspri del presente, uno scenario di cui si parla poco, epicentro di una crisi umanitaria vastissima di cui si è fatta portavoce Amnesty International che documenta puntualmente la sofferenza dei civili e la violazione in molte aree del Paese dei diritti umani.
La storia recente del Sudan, della guerra civile tra le anime del Paese, è la cornice entro cui si svolgono le vicende dei protagonisti di Goodbye Julia, l'opera prima di Mohamed Kordofani che arriva nelle sale italiane da giovedì 24 ottobre distribuito da Satine Film, col patrocinio di Amnesty Italia.
Goodbye Julia, presentato a Cannes 2023 nella sezione Un Certain Regard, ha fatto in un certo senso la storia al Festival.
Primo film sudanese in assoluto ad approdare alla kermesse, ha conquistato il Prix de la Liberté, il Premio Libertà. Ecco perché ha conquistato anche noi.

Goodbye Julia: la storia di due donne e di un Paese intero

A Khartoum una donna investe un ragazzino delle baracche ferendolo non gravemente. L'episodio scatenerà l'omicidio del padre del bambino per mano del marito della donna, convinto (erroneamente) che l'uomo volesse aggredire sua moglie per l'incidente capitato al piccolo.
Una morte scaturita da una valutazione presa con leggerezza, un omicidio rimasto senza conseguenze nella capitale del Sudan nel 2005, alla vigilia della secessione del Sud Sudan, dove regnano caos e violenza.
Mona, la donna che ha provocato la morte dell'uomo, non si dà pace.
Lei, musulmana, benestante, appartenente alla gente del Nord, scopre l'identità dell'uomo ammazzato, che viveva in povertà con sua moglie e il bambino.
Senza rivelare chi è, Mona avvicina la vedova, Julia, una cristiana del Sud che non ha mai smesso di interrogarsi sulla scomparsa del marito, e le offre di diventare la sua domestica, un'occasione di riscatto per entrambe ma soprattutto per lei che prova così ad espiare il suo senso di colpa.
Le due donne, provenienti da contesti sociali e culturali diversi, si scopriranno unite e molto simili, specie nel bisogno di trovare sprazzi di indipendenza in una società chiusa e patriarcale.
Il segreto di Mona, però, non è destinato a restare tale per sempre. La situazione del Paese, con le popolazioni del Sud dirette ai seggi per la storica secessione del 2011, farà precipitare tutto.
Mona e Julia dovranno fare i conti col passato, con l'inganno e il perdono sperimentando le possibilità di un dialogo che non è quello tra due donne ma è quello di un Paese intero.

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Tra film storico, dramma sentimentale e thriller

Mohamed Kordofani, parlando di Goodbye Julia, ha detto che, in qualità di autore, ha potuto raccontare una storia dai connotati fortemente politici sfruttando la prospettiva sociale, senza schierarsi.
Tuttavia, lui per primo, che ha vissuto a Nord di Khartoum, si è reso conto di essere stato a lungo parte di un sistema sbagliato, di aver ereditato una forma di razzismo nei confronti degli abitanti del Sud, che nella sua vita aveva conosciuto solo come domestici.
Goodbye Julia è un film potente per il messaggio e per la conoscenza che trasmette su un capitolo della storia africana che è ben lungi dal dirsi concluso.
Nel 2019 il Sud autonomo e il Nord sono piombati nel caos e nel 2023 un ennesimo golpe ha fatto ripartire lo scontro armato che ha assunto nuovamente i connotati di una guerra civile.
Nel film Mona e Julia si confrontano e si osservano come figlie di tradizioni diverse. Grazie a Mona Julia riprende la sua istruzione mentre Mona entra per la prima volta in una chiesa cattolica. Il racconto procede senza retorica e senza incalzare nel dramma. La storia, particolare e universale, si muove su registri differenti, tra dramma storico, sentimentale e thriller.

Mona e Julia, il dialogo possibile

Tutti mentono, incapaci di vedere una verità più grande, la pace, che però percepiscono e inseguono in quanto bisogno umano primario.
Mona non mente solo a Julia ma anche a suo marito, sulla sua infertilità e sulle sue reali aspirazioni di cantante jazz (che ha dovuto abbandonare per non disonorare il suo matrimonio), e infine a se stessa.
Lei, come anche Julia, sceglie una facile menzogna a una verità scomoda che conduce alla difficile discussione sull'identità, i valori in cui credere, la parte del umanità a cui si sceglie di appartenere.
Una discussione a cui nessuno può sfuggire e che diventa metafora del destino di un Paese in cui le soluzioni e le risposte, che non arrivano dall'alto, spettano ai singoli, capaci di compiere piccoli miracoli anche in quegli angoli di mondo che sembrano privi di speranza.