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Il miracolo di Sharon, la vera storia del film con Hilary Swank

Cinema

L'attrice presta il volto a Sharon Stevens, parrucchiera di mezz'età abbandonata dal marito e con un figlio adulto che non la vuole più vedere. La sua vita subisce una svolta quando viene a conoscenza della famiglia Schmitt. La piccola Michelle, cinque anni, ha da poco perso la mamma e soffre di atresia biliare. L'unica possibilità che ha di salvarsi è sottoporsi a un trapianto di fegato, ma la bufera più violenta della storia complica tutto

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Uscito nelle sale cinematografiche americane lo scorso febbraio, ora approdato su Netflix (dove sta riscuotendo un notevole successo), Il miracolo di Sharon è tratto da una storia vera.

 

Titolo originale Ordinary Angels, la pellicola ha per protagonista l'attrice premio Oscar Hilary Swank nel ruolo di una donna che lotta per salvare una bambina gravemente malata.

La vera storia de Il miracolo di Sharon

Il miracolo di Sharon è ispirato a una storia realmente accaduta a Louisville, nel Kentucky, durante il gelido inverno del 1994.

 

Al centro della trama troviamo la parrucchiera di mezz'età Sharon Stevens (Hilary Swank). Abbandonata anni prima dal marito e con un figlio adulto che non la vuole più vedere, Sharon è preda dell'alcolismo. La sua vita subisce una svolta quando incontra un operaio, tale Ed Schmitt (Alan Ritchson). L'uomo, vedovo da poco, ha una figlia di cinque anni, Michelle, affetta da atresia biliare. L'unica possibilità che la bambina ha di salvarsi è sottoporsi a un trapianto di fegato.

 

Quando il fegato viene finalmente trovato, arriva una tempesta con temperature fino a -22 gradi. A terra ci sono oltre 40 cm di neve, le autostrade vengono chiuse, e per Michelle arrivare in ospedale per ricevere l'organo sembra impossibile. Sharon, disposta a tutto per aiutarla, riesce a coinvolgere l'intera comunità, che libera un parcheggio così da ricavare un eliporto.

 

La vera Sharon Stevens ha raccontato di aver scoperto la storia della famiglia tramite un articolo di giornale, e di aver deciso subito di incontrarla. "Sapere che la madre era morta prima che la bambina potesse ricevere il trapianto mi ha spezzato il cuore". Così ha contattato Chuck Lee, il pastore della sua chiesa, dicendo che voleva aiutare la famiglia. La piccola Michelle viveva all'epoca con la nonna, che era anziana e in difficoltà economica. Non avevano un'assicurazione, e non c'era nessuno che potesse aiutarle. Così, grazie alla sua determinazione, Sharon ha cominciato a raccogliere fondi. E, quando il fegato è arrivato, nel bel mezzo della più grave tempesta di neve mai affrontata dal Kentucky, con l'aiuto dei suoi concittadini ha liberato un parcheggio trasformandolo in eliporto, così da permettere a Michelle di raggiungere l'ospedale di Omaha, laddove l'organo si trovava.

Una riproduzione (quasi) fedele

Le co-sceneggiatrici Meg Tilly e Kelly Fremon Craig, e il regista Jon Gunn, si sono sforzati di mantenere la storia sullo schermo il più possibile vicina agli eventi della vita reale, basandosi sulla biografia di Sharon Stevens, Ordinary Angels.

 

"Ho voluto condividere, con onestà e integrità, la verità, le sfide e il dolore di quella storia vera in un modo ottimista ed edificante", ha dichiarato Gunn. Che, in origine, aveva intitolato la pellicola Angels, in riferimento agli angeli di neve realizzati da due ragazze nel parcheggio quando l'elicottero di Michelle è finalmente decollato.

 

Secondo il Courier Journal, Sharon Stevens ha raccolto decine di migliaia di dollari per aiutare la famiglia a coprire le crescenti spese mediche. "Ho trascorso i tre anni precedenti il trapianto a raccogliere fondi per i farmaci, le corse in ospedale a Omaha e l'alloggio per la famiglia", ha scritto Sharon in un post su Facebook. "Le sue esigenze mi consumavano il cuore: Michelle è stata una benedizione per me". Non solo: Sharon aveva anche organizzato il viaggio della famiglia in jet privato da Louisville a Omaha, quando sarebbe arrivata la chiamata per il trapianto. Nessuno poteva immaginare che, quella chiamata, sarebbe arrivata durante una nevicata da record. 

 

Gli elementi romanzati

Il miracolo di Sharon contiene anche elementi romanzati. La vera Sharon non era alcolizzata. Figlia di genitori con problemi d'alcolismo, entrambi morti di cancro al fegato, nel libro ha scritto d'aver giurato - fin da piccola - che mai l'alcol avrebbe controllato la sua vita. Nonostante questo, non ha opposto alcuna resistenza agli elementi di fantasia introdotti dal regista. Anche il rapporto con il figlio Derek nella vita è diverso da quanto narrato. Se nella pellicola i due non si parlano, nella realtà il ragazzo è sempre stato accanto alla madre.