La regista di Bolzano, autrice anche della sceneggiatura del film che a Venezia si è aggiudicato uno dei premi più ambiti, ha colpito il pubblico anche per il suo discorso sul palco in cui ha messo in risalto la situazione problematica delle donne che, anche nel cinema, devono conciliare maternità e lavoro
Vermiglio di Maura Delpero è stato giudicato dalla Biennale di Venezia uno dei migliori film tra quelli in Concorso alla Mostra del Cinema 2024.
Il titolo firmato da Maura Delpero ha messo sotto i riflettori la regista di Bolzano alla quale è stato assegnato il Leone d'Argento che la premia come autrice. Da esordiente alla kermesse a cineasta da scoprire. Ecco quali sono i passaggi più importanti della sua carriera.
Delpero, 20 anni di cinema prima di Vermiglio
Il momento in cui Maura Delpero è salita sul palco della Mostra del Cinema di Venezia per ritirare il suo meritato Leone d'Argento è stato anche uno dei più emozionanti per il pubblico della kermesse che ha riconosciuto, nelle parole spontanee dell'autrice, la gioia di chi, dopo una vita spesa a svolgere silenziosamente la propria professione, raggiunge un traguardo quasi in maniera inaspettata.
Maura Delpero ha detto tutto questo in un discorso di ringraziamento nel quale ha raccontato un po' della lavorazione di Vermiglio (LEGGI LA RECENSIONE), un film che arriva in una fase matura della sua carriera iniziata venti anni fa.
Perché se è vero che a Venezia l'autrice ci è arrivata un po' da outsider è altrettanto vero che il suo nome gira nel circuito cinematografico da moltissimi anni.
Maura Delpero, classe 1975, ha iniziato a firmare lavori dal 2005, anno di uscita di Moglie e buoi dei paesi tuoi - mediometraggio documentario che arriva dopo il lavoro sul set di Le ferie di Licu di Vittorio Moroni.
Vermiglio è la terza regia di un lungometraggio. Precedentemente c'erano stati, nel 2008, il documentario Signori professori che ha vinto il Premio UCCA al Torino Film Festival e Maternal, film drammatico del 2019 che è stato distribuito in sala nel 2021 ed è stato premiato a Locarno.
Il cinema è arrivato dopo una laurea in Lettere e studi di drammaturgia a Buenos Aires. Ad oggi la regista e sceneggiatrice vive e lavora tra Argentina e Italia dove è tornata per girare, tra le montagne di Vermiglio, paese del Trentino, una storia che è ispirata dalla poesia e dal silenzio delle ambientazioni in cui si svolge questo film drammatico, storico e biografico.
Vermiglio è nato da un sogno, ha raccontato l'autrice, legato a suo padre, la sua personale versione di Lessico famigliare.
approfondimento
Mostra del Cinema di Venezia 2024, i 5 film italiani in Concorso
Sul palco un pensiero alle donne che lavorano
Maura Delpero, cresciuta da autodidatta coi film della Cineteca di Bologna, dove ha compiuto i suoi studi, prima di accompagnare l'uscita di Vermiglio al cinema, dove arriverà dal 19 settembre, passerà per il Toronto Film Festival dove continuerà a raccontare la storia della sua opera con cui è giunta al cuore della giuria internazionale del Festival di Venezia.
Delpero ha ammesso le difficoltà del realizzare un film in dialetto e del girare le scene al freddo, con la neve. Nei suoi ringraziamenti c'è un posto speciale per chi le ha permesso di realizzare il film, che è stato portato a termine con fondi pubblici, nel quale non ci sono grosse star di richiamo perché, semplicemente, non avevano la faccia giusta per la storia.
Brevemente, compare anche la sua bambina, a cui il premio è dedicato. La sua Caterina che ha dovuto sopportare il peso di una famiglia impegnata col cinema (suo marito è un attore).
Proprio alla maternità e alla famiglia sono rivolti i suoi pensieri sul palco. Alle donne che hanno il merito di costruire la società ma che troppo spesso sono portate a vivere vite colme di sacrifici perché lasciate troppo sole da chi dovrebbe tutelarle.