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Civil War, trama e cast del nuovo film di Alex Garland

Cinema
©IPA/Fotogramma

La storia di quattro giornalisti in viaggio verso Washington DC farà il capolino nei cinema italiani il 18 aprile. Nel cast, Kirsten Dust è la protagonista, interpretando il ruolo di Lee. Presenti anche Wagner Moura, Cailee Spaeny, Stephen McKinley Henderson e Jefferson White

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Civil War uscirà nelle sale italiane il 18 aprile, ma negli Stati Uniti è già un successo. Il nuovo film firmato Alex Garland e in programmazione nei cinema statunitensi a partire dal 12 aprile ha incassato ventisei milioni di dollari solo nel suo primo fine settimana. Tra i fattori che influenzano l’enorme consenso che la produzione A24 sta raccogliendo, c’è sicuramente il cast, guidato da Kirsten Dust, e la sua storia, ambientata in un futuro non molto lontano da noi.

La trama

Civil War racconta di una guerra civile negli Stati Uniti. Il Texas e la California si uniscono a formare le “forze occidentali” contro il presidente, che sarà a breve sconfitto dai ribelli. Lee, fotoreporter, e i colleghi Joel, Jessie e Sammy, decidono di mettersi in viaggio per arrivare a Washington DC, così da intervistarlo prima della sua caduta. Il film segue il loro cammino fino alla capitale, in uno scenario di distruzione, confusione e morte. 

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Il cast

Kirsten Dust è la protagonista dell’ultima opera cinematografica di Alex Garland, in cui interpreta il ruolo della fotoreporter Lee. Ad accompagnarla nel viaggio verso Washington, ci sono Wagner Moura (nei panni di Joel), Cailee Spaeny (Jessie) e Stephen McKinley Henderson (Sammy). Nick Offerman è il presidente degli Stati Uniti. Nel cast, anche Jefferson White, Nelson Lee, Evan Lai, Vince Pisani, Greg Hill. 

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“Nel film presente un elemento autobiografico”

“Questo è piuttosto imbarazzante sotto molti aspetti in realtà, ma c'è un grande elemento di autobiografia in questo film di cui non avevo mai parlato prima”, ha confessato Alex Garland in un’intervista a Q, come riporta CBC. “In modo molto eccentrico - piuttosto bizzarro - andavo all'estero, sbandieravo o falsificavo la tessera della stampa, e partecipavo a quella che pensavo fosse la cosa più drammatica che stesse succedendo, pensando che prima o poi sarei finito, in qualche modo, per fare il corrispondente estero. Questo è che immaginavo... e mi sbagliavo decisamente”, ha proseguito il regista.

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