Morte Alexei Navalny, dove vedere il documentario che nel 2023 vinse l'Oscar

Cinema
Laura  Alberti

Laura Alberti

Alexander Navalny, il più noto oppositore di Putin, è morto in carcere a 47 anni. Ufficialmente, secondo quanto comunicato dalla TV russa, per una trombosi. Il suo testamento è contenuto in un documentario, che nel 2023 vinse l'Oscar e che oggi è più prezioso che mai

"Se decidono di uccidermi, vuol dire che siamo fortissimi": queste le parole che Alexander Navalny prununcia nel suo documentario. Che si intitola Navalny, ed è un potente testamento spirtuale. "Siamo oppressi da persone cattive. Il male, per trionfare, ha solo bisogno che i buoni non facciano nulla. Quindi non siate inerti". Un appello, il suo, che risuona potente. Soprattutto oggi, che Navalny non c'è più.

Dove vedere Navalny

Aleksej Navalny è morto a 47 anni. Lo ha inghiottito il gelo della colonia penale a regime speciale IK-3 di Kharp, nella regione artica di Yamalo-Nenets. La causa del decesso? Ufficialmente un malore dopo una passeggiata. Oppure una trombosi. A seconda del canale TV.

Dissidente e sognatore che chiedeva una Russia democratica e libera, principale oppositore di Putin, scampato a un tentativo d'avvelenamento e con un solidità rara, Navanly ha percorso un pezzo di storia. E, ciò che è fatto, è splendidamente raccontato nel documentario Navalny, Premio Oscar 2023 al Miglior documentario.

Il docufilm andrà in onda sabato 17 febbraio su NOVE, in seconda serata. Ma è sempre disponibile in streaming, sulla piattaforma IWonderFull.

 

Navalny, un documentario potente

Navalny parte da quando, il 20 agosto 2020, Aleksej Navalny fu avvelenato a bordo dell'aereo che - da Tomsk - lo portava a Mosca. Il gas nervino Novichok non bastò a fermarlo. Il documentario racconta quel volo, il ricovero, i medici che smentiscono l'avvelenamento, le cure a Berlino grazie ad Angela Merkel, l'inchiesta di giornalisti e investigatori, il complotto, la responsabilità imputata a Putin e le smentite del Cremlino, la guarigione e poi l'arresto.

Tutto avviene in tempo reale, per un'immersione nella storia, che è come un pugno dritto nello stomaco. 

Navalny non è una biografia. Non è un viaggio nel Navalny di ieri. È piuttosto una sequenza di fatti, puntuali e crudi, per raccontare chi Aleksej era, per mezzo del fatto che lo ha reso (ancor più) noto al mondo.

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