Navalny: nuovo trailer del documentario Premio Oscar, di nuovo in sala dal 22 marzo

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Il miglior documentario premiato agli Oscar 2023 arriva al cinema ed è realizzato da Daniel Roher

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Navalny, vincitore del premio Oscar come miglior documentario, segue l’attivista anticorruzione ed ex candidato presidenziale russo mentre svela una cospirazione per avvelenarlo e riflette sulla sua visione per il futuro della Russia. Daniel Roher firma la regia di questo progetto realizzato recuperando materiale di repertorio montato con filmati recenti di Navalny sulle tracce della verità dietro il suo avvelenamento avvenuto nel 2020. Considerato uno degli attori politici chiave nella Russia di oggi, egli rappresenta il simbolo della lotta contro Putin attirando quindi l’interesse del pubblico occidentale.

Navalny: di cosa parla

La sinossi ufficiale del documentario riporta quanto segue: Navalny segue il leader dell'opposizione russa, Alexei Navalny, attraverso la sua ascesa politica, il tentato omicidio e la ricerca per scoprire la verità sull'attentato alla sua vita. È stato riferito che Alexei Navalny è attualmente detenuto in una prigione di massima sicurezza in Russia. La sua prigionia è stata pesantemente criticata dai gruppi per i diritti umani di tutto il mondo. La prima mondiale del film è stata al Sundance Film Festival del 2022, dove ha vinto il Festival Favorite Award e il Documentary Audience Award.

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Chi è Navalny

L’oppositore n.1 di Putin interpreta perfettamente il suo ruolo: Navalny è un padre premuroso, un marito amorevole, un uomo coraggioso, un politico onesto. Il film evoca simpatia e ammirazione per il protagonista e rammarico per la difficile situazione del Paese e dei suoi cittadini, che, come Navalny, sono diventati prigionieri figurativi e letterali di un regime. Nel 2000 si è iscritto al partito liberale Yabloko all’interno del quale ha fatto carriera e tra il 2004 e il 2007 è stato Capo di Gabinetto della sezione moscovita del movimento, mentre nel 2006 e 2007 ha fatto parte del Consiglio Federale del partito. A partire dal 2011 ha partecipato attivamente ad alcune manifestazioni popolari contro i presunti brogli alle elezioni parlamentari russe vinse dal partito di Putin. E nel 2013 è stato condannato a cinque anni di carcere per appropriazione indebita di 16 milioni di rubli da un’azienda di legname. Prova diverse volte a candidarsi per le elezioni attendendo discreti risultati, ma tra il 2019 e 2020 ha alcuni problemi di salute che rallentano il suo cammino di protesta. Nell’estate 2020 accusa un malore a bordo di un aereo di ritorno a Mosca e viene ricoverato d’urgenza. Si scopre che è stato avvelenato con il Novichock. Dopo la convalescenza, appena rientrato in Russia è stato messo in prigione e sottoposto a torture come la privazione del sonno. I medici hanno fatto presente le allarmanti condizioni di salute di Navalny alle autorità, ma ancora non è stata presa una decisione in merito.

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